Come avevo più volte detto e come era facilmente prevedibile, la pace in Ucraina passa necessariamente per la demolizione di Zelensky: la Russia infatti non vuole parlare con un presidente scaduto i cui atti sarebbero comunque illegittimi e gli Usa hanno tutto l’interesse ad addossare le colpe della sconfitta sull’ex comico. I media statunitensi da più di un anno ormai parlavano della straordinaria corruzione del duce di Kiev e sebbene non si trattasse di una campagna di stampa, ma di singoli quanto frequenti interventi sul tema sui quotidiani di riferimento, come il New York Times e il Washington Posta, era  palese che anche l’amministrazione Biden capiva come a qualsiasi serio tavolo di pace la presenza di Ze sarebbe stata un problema. Era invece più conveniente usarlo come capro espiatorio.

Adesso Trump, dopo essere stato attaccato da Zelensky per non averlo invitato in Arabia Saudita, al vertice di contatto tra Russia e Usa,  è arrivato a dire che è stato proprio l’ex comico a iniziare il conflitto con la Russia. Non è tecnicamente vero, anche se il presidente ucraino si è prestato, sulla pelle della sua gente, a provocare in ogni modo Mosca, per consegnare alla Nato il regalo di una guerra con la Russia che essa sperava di vincere facilmente. Kissinger diceva che essere nemici degli americani è duro, ma essere amici è letale: infatti adesso si troviamo di fronte all’abbandono del finto eroe e reale massacratore. E se non verrà fucilato o incarcerato da qualche pronunciamento del sua stesso esercito o da qualche camarilla politica, sarà letteralmente demolito: già adesso una squadra del Doge e di funzionari di altri dipartimenti sta dando la caccia a 50 miliardi di dollari, di quelli dati all’Ucraina, che sono già stati tracciati su conti ai Caraibi. E Zelensky potrebbe essere incriminato negli Stati Uniti in primavera.

La povera Europa che strilla e corre senza meta come un gallina senza testa fa comunque scudo a Zelensky e si indigna come se questo comico ricostruito come statista dalla Nato fosse la sua ultima speranza e la stessa cosa fanno gli ambienti guerrafondai, compresi quelli che vogliono la pace attraverso la guerra. Che è tipico del bellicismo: quale confitto non ha avuto nella pace futura il suo alibi? Ma il fatto è che ora l’Europa, da spalla degli Usa quale era, si trova a essere unica protagonista senza avere i mezzi per sostenere questa parte. Non solo Trump e i suoi uomini hanno chiaramente fatto comprendere che Usa non vogliono più mandare sostenere Kiev con soldi, mezzi e tanto meno truppe. non solo mettono in discussione la Nato, ma cominciano ad addossare all’Europa la responsabilità della guerra. Il neo presidente in una delle sue dichiarazioni ha infatti detto che Zelensky avrebbe dovuto fare la pace con la Russia nel marzo del 2022, quando era pronto un trattato in cui la Russia chiedeva la Crimea (che nulla a che vedere con l’Ucraina) , una forma di autonomia per il Donbass e la fine della discriminazione contro i russofoni. Sappiamo tutti che quel deprimente individuo di nome Boris Jhonson, allora primo ministro britannico volò a Kiev per impedire che quel trattato fosse firmato, un milione e passa di morti fa. È ovvio che quella indegna mossa sia stata suggerita dalla Washington di Biden, ma di fatto inchioda l’Europa alle proprie responsabilità.

In un certo senso i leader europei vivono la stessa stagione che sta vivendo Zelensky; il loro destino e quello dei poteri che li burattinano è legato alla continuazione della guerra. Ma non hanno capito una cosa: al vertice tra Russia e Usa in Arabia Saudita la questione ucraina era solo un capitolo e probabilmente nemmeno il principale di una riorganizzazione della sicurezza planetaria, una sorta di Yalta 2 come ha scritto Pepe Escobar. Gli Usa devono farlo ora, prima di essere sommersi dal mondo emergente. Che poi ci si riesca è un altro paio di maniche, ma una volta fallito il progetto di fare dell’Ucraina il piede di porco per la dissoluzione della Russia, il rischio è quello che tutto si ribalti e Kiev diventi un fattore di rapido declino degli Usa. A questo punto l’Europa è in una trappola che si è costruita da sola e verrà esclusa dalle trattative che riguardano il proprio stesso destino. Non c’è dubbio che la Ue sia stato il viatico per questo splendido risultato.

fonte.

Di basnews

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