Il voto in condotta sarà decisivo per la promozioni degli studenti, con il cinque si verrà bocciati e con il sei rimandati. Il Ministero dell’Istruzione e del Merito, guidato dal Ministro Valditara, ha annunciato una significativa riforma riguardante il voto in condotta, segnando un importante cambio di rotta nel sistema educativo italiano. Questa prevede il ripristino di questo come elemento determinante nella valutazione degli studenti.
Cosa prevede il ddl?
Secondo le nuove disposizioni, gli studenti delle scuole medie e superiori potrebbero essere bocciati già con il solo voto in condotta insufficiente. Soltanto per quanto riguardo le scuole superiori invece, con una valutazione appena sufficiente, e quindi pari a sei, gli alunni potrebbero essere addirittura rimandati, avendo così un debito formativo da superare con un elaborato di educazione civica. Ma non solo: nell’ottica del conseguimento della maturità, gli studenti che non raggiungono almeno l’otto potrebbero subire una penalizzazione pari a massimo tre punti di credito scolastico, il quale influirà direttamente sul loro voto di diploma.
La riforma che stavamo aspettando!
Tutto questo segna finalmente una svolta rispetto alla tendenza recente, dove l’importanza del voto in condotta è stata nel tempo progressivamente abbandonata in nome di un approccio più tollerante, di un buonismo. La riforma, attesa da tempo dal personale scolastico, rappresenta un passo avanti verso un sistema di valutazione più equo e meritocratico. Troppo spesso, infatti, ci si è trovati di fronte a situazioni in cui alunni con comportamenti inaccettabili verso i docenti venivano comunque promossi, alimentando un clima di impunità e mancanza di meritocrazia.
Il Ministro Valditara ha sottolineato l’importanza di ritornare a giudizi che non siano paternalistici, ma che tengano conto del reale impegno e rispetto dimostrato dagli studenti nei confronti delle regole scolastiche e del corpo docente.
Premiamo il merito e non l’indisciplina!
“È giunto il momento di porre fine a una cultura che premia l’indisciplina e penalizza il merito”, ha dichiarato Valditara. Questo decreto legislativo si inserisce infatti in un contesto più ampio di cambiamenti voluti dal governo Meloni che, fin dall’insediamento a Palazzo Chigi, ha manifestato l’intenzione di rafforzare il principio di meritocrazia in diversi ambiti, incluso quello dell’istruzione. È significativo notare che il Ministero dell’Istruzione fu propio rinominato in “Ministero dell’Istruzione e del Merito”, sottolineando l’importanza attribuita a questo principio fondamentale.
Tale riforma sul voto in condotta entrerà in vigore il prossimo anno scolastico, dando così il via a una nuova era di valutazione scolastica basata su criteri più rigorosi e orientati al merito. Si auspica che questo cambiamento porti a un miglioramento complessivo del clima scolastico e alla valorizzazione degli studenti che dimostrano un reale impegno nel rispetto delle regole e nella crescita personale e sociale. In fin del conti la scuola serve per studiare e formarsi… forse ce lo siamo dimenticati!
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