I Carabinieri della Stazione di Atella hanno arrestato in flagranza di reato un 28enne, originario della Campania, di fatto domiciliato nel vulture – melfese, ritenuto responsabile del reato di maltrattamenti contro familiari e conviventi.
In particolare, nella mattinata di venerdì scorso, 19 marzo, una donna, dall’accento straniero, ha contattato telefonicamente la caserma sede della Stazione Carabinieri di Atella e con la voce rotta dal pianto ha chiesto aiuto.
La stessa, 33enne di origini romene, in evidente stato di agitazione, parlando a bassa voce nel tentativo di non farsi sentire dal suo aguzzino, è riuscita a raccontare di trovarsi in Contrada “San Martino”, in aperta campagna, e di essere stata picchiata dal proprio convivente, pregando di fare presto prima che la chiamata venisse interrotta bruscamente.
Immediatamente, un equipaggio in servizio di perlustrazione, ha raggiunto la zona di interesse e, grazie alla conoscenza del territorio, nonostante le scarse indicazioni ricevute e l’impervietà dell’area, dopo essersi addentrato lungo un tratturo che conduce ad una vallata sottostante, caratterizzata dalla presenza di un’area boschiva, è riuscito ad individuare, in lontananza, una donna che camminava seguita da un uomo a bordo di un trattore carico di legna.
Una volta raggiunti i due, la donna ha confermato di essere stata lei a chiedere l’intervento in quanto, poco prima, l’uomo l’aveva malmenata strattonandola per i capelli, scaraventandola in terra e colpendola con pugni allo stomaco ed alla schiena.
Nel contempo l’uomo, contrariato dal fatto che la compagna avesse chiamato i Carabinieri, ha continuato ad ingiuriarla. Gli operanti, dopo aver normalizzato la situazione, tranquillizzato la vittima, hanno condotto entrambi in caserma per dare corso ai necessari approfondimenti sulla vicenda.
La vittima, rasserenata e sentendosi ormai in un ambiente protetto, ha raccontato che questo era solo l’ultimo di una serie di episodi di violenze e vessazioni che stava subendo da circa due anni, lamentando inoltre che da due mesi il suo compagno la costringeva, tutti i giorni, a svolgere il pesante lavoro di taglialegna con la promessa mai mantenuta di corrisponderle un’adeguata retribuzione.
La 33enne, inoltre, ha riferito di non avere parenti od amici che potessero aiutarla e di voler allontanarsi da quell’uomo, pertanto, è stata condotta presso una residenza protetta in grado di garantirle il sostegno e l’ospitalità necessari.
All’esito degli accertamenti, l’aggressore è stato tratto in arresto.
Sempre nella stessa giornata, inoltre, a Rionero in Vulture, i Carabinieri della locale Stazione e del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Melfi (PZ) hanno proceduto all’allontanamento d’urgenza dalla casa familiare di un 73enne del luogo, ritenuto responsabile del reato di maltrattamenti contro familiari e conviventi.
Nel dettaglio, durante il pomeriggio, una 60enne di Rionero in Vulture, anch’ella in palese stato di agitazione, ha contattato il Numero Unico di Emergenza 112 dell’Arma chiedendo l’intervento di Carabinieri presso la sua abitazione, in quanto aveva avuto un violento litigio con il marito e temeva per la propria incolumità.
Rapidamente, è sopraggiunta una “Gazzella” dell’Aliquota Radiomobile di Melfi e personale della Stazione Carabinieri del luogo.
Entrati nel domicilio, gli operanti hanno accertato che effettivamente poc’anzi, tra i coniugi, vi era stata una violenta aggressione, riscontrando, tra l’altro, sul pavimento, la presenza di diverse suppellettili rotte.
La donna ha raccontato di essere stata aggredita fisicamente dal marito e di aver reagito lanciando al suo indirizzo un posacenere, aggiungendo, inoltre, che ormai da diversi mesi la loro relazione si era logorata e la situazione divenuta insostenibile, infatti, non era la prima volta che subiva vessazioni e maltrattamenti.
A questo punto, i Carabinieri, al fine di scongiurare il pericolo che l’uomo reiterasse condotte violente contro la consorte, ottenuta l’autorizzazione dell’Autorità Giudiziaria, a cui lo stesso è stato conseguentemente deferito in stato di libertà per il reato anzidetto, hanno disposto l’allontanamento urgente del 73enne dalla casa familiare con divieto di avvicinarsi alla vittima.