In una decina di giorni gli Stati Uniti di Biden e dei suoi burattinai del reset hanno incassato due grandi sconfitte  dalla Russia e dalla Cina. Quest’ultima è clamorosa perché dopo a ver passato un anno a dire che Pechino era il più grande nemico dell’America, dopo aver organizzato un folkloristico  andirivieni  a Taiwan  e minacciato in tutti i modi, anche militarmente  l’ex celeste impero, Blinken ha dovuto volare da Xi Jinping, placarlo e affermare che “l’amministrazione Biden non sostiene l’indipendenza di Taiwan” rispolverando così  la politica della Cina unica che  era la base dei rapporti fra i due Paesi da decenni. Insomma gli Usa hanno dovuto cedere alla realtà ovvero che non soltanto avrebbero la peggio  in una competizione commerciale, ma che hanno pure una flotta numericamente inferiore a quella cinese, senza dire che i taiwanesi  non muoverebbero un dito contro la madrepatria  che del resto già oggi porta prosperità nell’isola. Possono mandare quanti istruttori militari vogliono – magari quelli che hanno fatto una così bella figura in Ucraina – ma i cinesi di Taiwan di certo non farebbero muro di fronte a un’invasione che in ogni caso è lontanissima dalle intenzioni di Pechino.

E a proposito di istruttori e di Ucraina, la seconda sconfitta  è il fallimento della famosa controffensiva che si è impantanata in un numero enorme di caduti e con la distruzione dei mezzi occidentali concessi proprio per permettere il balzo in avanti  contro i russi Come sempre di fronte  alla disfatta gli Usa reagiscono aumentando la minaccia, come quella nucleare evocata da Biden per il suo sveglio elettorato, anche se essa non è davvero credibile visto che in questo campo  la Russia gode di una marcata superiorità grazie ai missili ipersonici. In realtà sanno benissimo di aver portato gli ucraini al macello anche grazie a  una inferiorità tattica accumulata in decenni di guerre asimmetriche contro Paesi di fatto disarmati. E sanno benissimo che non sarà l’ulteriore iniezione d armamenti a salvare la situazione, così hanno di fatto gettato la spugna: sabato scorso  il presidente Biden ha dichiarato che non renderà più facile l’adesione dell’Ucraina alla Nato con argomentazioni risibili: “Penso che abbiano fatto di tutto per dimostrare la capacità di coordinarsi militarmente, ma c’è tutta una questione di sicurezza del loro sistema? Non è corrotto? Soddisfa tutti gli standard… ogni altra nazione della Nato lo fa”. Puttanate allo stato purissimo  che vengono dopo anni di promesse, così come  è di fatto svanita anche la possibilità di entrare nella Ue , sempre per via delle famose condizioni che devono essere soddisfatte, mentre nell’Unione sono entrati cani e porci al tempo di Prodi. Insomma tutto l’occidente complessivo sa di aver perso la guerra ed ora cerca disperatamente una via d’uscita senza dover confessare il terribile smacco, sia economico che militare.

Forse avrete notato che negli ultimi tempi dopo infinite, ridicole narrazioni sulla distruzione del North Stream, tutte tese ad evitare che ii veri colpevoli, ovvero gli Usa, risultassero tali, adesso si inventa che è stato il regime ucraino e Zelensky ad aver concepito e attuato il colpo: si tratta dunque di un attentato terroristico che tra l’altro danneggia potenzialmente la stessa Europa. In questo modo è possibile mettere con la spalle il regime ucraino di cui nel frattempo verrà esposta la straordinaria corruzione e attribuirgli non soltanto l’attentato, ma anche la conduzione della guerra che invece  è stata controllata in ogni suo aspetto dalla Nato. In questo modo  molte castagne vengono tolte dal fuoco: l’abbandono di Zelensky che ha fatto innumerevoli passerelle  tra i massimi idioti della politica occidentale non sembrerà un gratuito tradimento ma una conseguenza  dell’aver quanto meno approvato l’attentato terroristico al gasdotto. E poi la droga e la corruzione costruiranno un quadro di sconfitta che però  non potrà essere attribuito alla Nato, ma solo agli ucraini o quantomeno al loro capo.

Al di là dell’andamento della controffensiva il cui fallimento è evidente visto che da nessuna parte gli ucraini sono arrivati alla prima linea di difesa russa e che si sono bruciati la gran parte dei mezzi oltre a più di diecimila uomini  ho l’impressione che questo piano per funzionare debba essere varato in tempo brevi: ci sono notizie del continuo aumento di defezioni e fughe dall’esercito ucraino e di gente che comincia a sabotare i mezzi per evitare di andare al massacro: tutto potrebbe implodere da un momento all’altro.

Fonte:

Di BasNews

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