Domani gli Stati Uniti vanno al voto e qualcuno sostiene che si tratti di un appuntamento epocale. Lo è in effetti per certi versi, quelli che concernono l’ideologia globalista e neofeudale che ha sostituito la politica con la biopolitica e l’umanesimo con il transumanesimo, la libertà con il conformismo e trasformato l’idea di eguaglianza in quella di sudditanza. Per ciò che invece concerne le pulsioni imperiali non cambierà molto dal momento che ormai l’economia americana dipende in gran parte dalla sua capacità di imporre il dollaro con la minaccia sia militare che finanziaria. Non è qui il caso di approfondire le dinamiche attraverso cui il neoliberismo ha indebolito gli Usa e consiglio a questo proposito la lettura del Declino dell’Occidente di Emmanuel Todd: ma un Paese in cui solo il 7,2 per cento delle lauree riguarda tutti gli ambiti tecnici e scientifici, è davvero nei pasticci e quando le rendite intellettuali si saranno esaurite saranno guai. Ecco uno dei motivi per cui gli Usa vogliono castrare l’Europa dove l’effetto neoliberista non si è ancora del tutto manifestato e in Germania, tanto per fare un esempio, i laureati nelle materie tecnologiche sono ancora il 20 per cento.
Basta, se no vado avanti fino a domattina, il cappello troppo lungo vuole introdurre un altro tema, ovvero quello dei brogli elettorali che negli Stati Uniti sono diventati una nuova realtà politica con cui fare i conti e il cui influsso sarà chiaro dopodomani. Negli ultimi anni si sono verificati diversi casi di atti illeciti, dall’intimidazione degli elettori alle pressioni sui funzionari, fino agli attacchi informatici e alla diffusione mirata di informazioni false come è avvenuto nella sfida Trump – Biden, ma ancor prima nella competizione con Hillary Clinton. Grazie all’avvento di nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale e i computer di grande velocità, ci sono nuovi strumenti per influenzare l’opinione pubblica come per esempio mostrare falsi personaggi pubblici che fanno pubblicamente il loro sostegno, magari proprio il giorno delle elezioni, quando le eventuali smentite saranno prive di efficacia. Di conseguenza, il processo elettorale dipende non solo dall’effettivo sostegno popolare, ma anche dall’efficacia con cui vengono utilizzati questi strumenti di manipolazione.
Per intervenire nelle prossime elezioni, il partito democratico americano ha sviluppato diversi scenari che dipendono dalle condizioni geografiche e meteorologiche negli Stati indecisi, nonché dalla densità di popolazione e dallo stato economico dei luoghi. Per esempio secondo l’analista senior del Centro di ricerca della Northwestern University, che studia i processi elettorali americani si è lavorato molto per creare code artificiali ai seggi elettorali in aree densamente popolate e di ritardare il processo di voto il giorno delle elezioni. Alcune società affiliate ai democratici, come la Bully Pulpit International (che opera anche in Europa) e Gmmb (legata alla fondazione Gates), stanno da tempo reclutando persone per formare code ai seggi. Lo scopo è quello di creare lunghe file e scoraggiare così gli elettori ben sapendo che i repubblicani sono quelli che prediligono il voto nei seggi e non quello postale. Questo senza dire che il numero dei seggi nelle aree densamente popolate degli Stati chiave sono stati fortemente diminuiti.
Poi c’è il problema dei clandestini: in Arizona, per esempio, un democratico pentito, ex assistente del Segretario di Stato, ha rivelato di aver aiutato almeno 12.000 migranti privi di documenti a ottenere le carte di identificazione degli elettori. Nel 2021, il presidente Biden ha firmato l’ordine esecutivo n. 14019 , imponendo all’Ufficio censimento degli Stati Uniti di contare tutti i residenti, compresi i cittadini non statunitensi, nel conteggio della popolazione Usa. Con un numero di immigrati clandestini di oltre 17 milioni, attualmente ci sono abbastanza persone che vivono illegalmente negli Stati Uniti sufficienti ad eleggere circa 22 seggi alla Camera dei Rappresentanti e ad avere un notevole impatto anche sull’elezione presidenziale.
Come se questo non bastasse in alcuni Stati democratici come la Georgia, investiti da una notevole emigrazione verso altri Stati, gli elettori sono rimasti negli elenchi elettorali in violazione della legge, mentre altrove come in Michigan ci sono state violazioni dell’integrità del voto postale: nel 2020 sono state scrutinate schede provenienti dall’estero, ma di cittadini non residenti nello Stato. Poi ci sono le famigerate macchine per il conteggio dei voti Dominion Voting Systems, una società i cui principali investitori sono democratici, che al momento del conteggio delle schede nel 2020 hanno dato al candidato democratico centinaia di migliaia di voti in sequenza, violando così le leggi della statistica e in particolare la legge di Benson. Ma del resto, alcuni anni prima, nel 2017, l’amministratore delegato di Dominion, ha mostrato ai membri del comitato elettorale democratico come modificare il conteggio dei voti sulle sue macchine.
Si potrebbe andare avanti per pagine e pagine, ma in realtà non c’è da stupirsi di tutto questo: se la democrazia è una mera ritualità si deve fare di tutto perché gli elettori non abbiano voce e siano soltanto le comparse di una commedia. Rimane da capire come mai proprio i cosiddetti democratici siano arrivati ad esprimere questo tipo di mentalità reazionaria e oligarchica. Ma questa è un’altra storia.
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