“Questo corpo non sono io. Non sono imprigionato in questo corpo, sono una vita senza confini: non sono mai nato e non sono mai morto. Laggiù l’ampio oceano e il cielo con molte galassie. Da sempre, sono libero. Nascita e morte sono solo una porta attraverso la quale entriamo e usciamo. Nascita e morte sono solo un gioco a nascondino”. (Thích Nhất Hạnh).
Nel condividere il profondo dolore che ha colpito la famiglia della cara professoressa Gabriella Palermo, di Barile (Potenza), è doveroso ricordare le sue straordinarie qualità riguardo alla sua professione, ma soprattutto alla sua anima, opulenta di bellezza.
Ha insegnato lettere nelle scuole medie, ha sempre vissuto la sua professione con grande passione, e spiccato entusiasmo, prerogative facilmente percepibili dal suo sguardo costantemente luminoso, profondo, mai spento, mai stanco. Ha sempre dimostrato agli alunni delicatezza, perspicacia, attenzione. Con Gabriella Palermo era del tutto impossibile sentirsi a disagio: sapeva come approcciarsi a livello comportamentale, conosceva a fondo la disciplina della psicologia, ne era particolarmente attratta, e, grazie a essa, ha sempre fatto in modo che i suoi alunni potessero sentirsi sereni, “accolti” nella loro personalità, accettati, mai esclusi, mai inadeguati.
Sempre disponibile, sorridente, affettuosa, pronta ad ascoltare chiunque le si rivolgesse per chiederle un aiuto, un consiglio, una vicinanza.
Il suo era un bagaglio culturale davvero elevato, eppure la contraddistingueva una spiccata umiltà, che, ad oggi, l’ha resa grande: lo riteneva un valore importante, prioritario, e, tramite il suo esempio, lo ha inculcato instancabilmente nei suoi alunni.
Il suo senso del dovere era forte, anche nei momenti in cui avvertiva alcuni problemi di salute, tentava di essere sempre vicina ai suoi ragazzi a scuola- non perdendo mai la sua giovialità- senza mai far mancare loro il sostegno, il senso di sicurezza che, attraverso il suo carisma, sapeva donare. I suoi rari valori sono stati proiettati in maniera intensa alla sua famiglia, a suo marito Angelo Taddonio, e alla sua adorata figlia Chiara, verso i quali ha esternato sempre un amore incondizionato.
Una donna, dunque, profondamente amata da tutti, ricca di virtù, che l’hanno resa un vero e proprio modello da seguire per chi l’ha conosciuta. Questo può testimoniarlo la sua straordinaria famiglia, così come tutti i suoi alunni, che hanno avuto l’onore di incrociare il suo cammino: si può affermare, con forza, che si è dedicata con inesausta dedizione alla scuola, contribuendo ampiamente alla crescita morale e civile di intere generazioni di studenti, senza davvero mai risparmiarsi, ma con grande scrupolo.
La cultura e l’amore per il prossimo sono sempre stati al centro della sua esistenza, fino alla fine, e continuano a esserlo, perché l’anima di Gabriella Palermo continua a vivere, e a regalare la sua illuminante presenza a tutti coloro che hanno saputo amarla, apprezzarla, stimarla con spontaneità.
Ciao, carissima professoressa.
Carmen Piccirillo