Secondo il Corriere, il governo starebbe lavorando ad un progetto di “voluntary disclosure” sui patrimoni liquidi occulti.
Il provvedimento riguarderebbe la possibilità di regolamentare la propria situazione con il fisco grazie ad un’aliquota unica, il cui valore specifico sarebbe ancora da definirsi.
Questa misura aiuterebbe a riempire le casse dello stato in vista della legge di bilancio, anche a seguito del parere negativo della BCE sulla possibilità di attivare una tassa sugli extra profitti delle banche, misura che secondo Francoforte creerebbe “un quadro fiscale incerto”, penalizzando per altro gli istituti di credito meno rilevanti.
Sempre secondo il Corriere, le cassette di sicurezza in Italia sarebbero più di un milione e mezzo, custodendo contanti e beni per un valore di circa 150 miliardi di euro, per un costo approssimativo di 150 euro al mese per chi ne usufruisce.
Il prelievo di contante attualmente individuato ammonterebbe al 26% delle somme di «annualità accertabili», ossia il quantitativo di denaro che il contribuente sarebbe in grado di giustificare e collocare temporalmente. Per quanto riguarda le somme relative alle «annualità non accertabili», invece, esse sarebbero regolarizzate accanto a quelle «accertabili» senza prelievo. Il gettito previsto a seguito di questa manovra dovrebbe ammontare a circa 10 miliardi.
Per molti si tratterebbe di un “maxi condono” sul contante, misura che potrebbe essere in contrasto con la normativa antiriciclaggio e che, secondo il ministro dell’economia Giorgetti, andrebbe corretta inserendo un tetto massimo alla somma di denaro da poter dichiarare.
“Se la legge dovesse introdurre una percentuale di prelievo per fare emergere le somme depositate nelle cassette di sicurezza”, sostiene il Notaio De Nuccio ai microfoni di Open, «si configurerebbe come uno schiaffo in faccia a chi paga le tasse».
Nelle ultime ore, tuttavia, è pervenuta la smentita del viceministro dell’economia e delle finanze Maurizio Leo circa la volontà del governo di promuovere una “voluntary disclosure” sui contanti presenti nelle cassette di sicurezza.
Avrebbe infatti affermato che «contrariamente a quanto riportato oggi da alcuni organi di stampa, smentisco categoricamente che è allo studio una “voluntary disclosure” per far emergere valori e contanti detenuti nelle cassette di sicurezza» aggiungendo che si tratterebbe di «un tema […] del quale non mi occupo e non mi sono mai occupato. Forse il giornalista, serio commentatore economico, avendo acquisito informazioni da fonti parlamentari, con un sillogismo ha ritenuto che fossi io al lavoro su tale ipotesi».
Concludendo ha poi aggiunto che «L’unica misura alla quale ho lavorato è la tregua fiscale ove si prevedeva che il contribuente in debito col fisco pagasse tutto il dovuto, con una sanzione ridotta. Ad ogni modo, proprio in virtù del ruolo da me ricoperto come responsabile delle finanze rimango fermamente contrario a forme di regolarizzazione del contante non dichiarato al fisco».
Una cosa, tuttavia, è certa: a distanza di due settimane dalla “Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza” che aprirà la strada alla Legge di Bilancio per il nuovo anno, sarà necessario trovare in tempi brevi le risorse necessarie a far fronte alle esigenze del Paese, in particolare quelle da destinare a pensioni e famiglie, due temi al centro delle politiche del governo Meloni.
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