di Americo Mascarucci

Sulla guerra in Ucraina sembra vietato esprimere un’opinione differente rispetto alla narrazione ufficiale del mainstream sintetizzabile così: Putin è l’aggressore, il criminale, gli ucraini sono le vittime (i civili certamente sì, i governanti molto meno), addirittura c’è chi li paragona ai polacchi invasi dai nazisti, con il presidente russo nei panni di novello Hitler. E naturalmente il bene è incarnato dal governo ucraino che vuole entrare nell’Europa e nella Nato. Pensarla diversamente è molto difficile, si rischia di essere accusati di tifare per il criminale Putin. Eppure c’è chi non ha paura di raccontare le cose per come stanno realmente. E’ il caso dello storico Franco Cardini che abbiamo intervistato.

Professore, è davvero Putin il colpevole di questa guerra? E’ lui il criminale, il pazzo, il nuovo Hitler?

“La narrazione della vicenda ucraina è totalmente falsa e tendenziosa, imposta dagli Stati Uniti d’America a tutti i Paesi che sono satelliti dal punto di vista politico e militare. L’Italia, non da oggi, è uno Stato satellite degli Usa e alla fine siamo anche contenti di esserlo mi pare. Ma non dobbiamo dimenticare che la Nato ha alti comandi militari  americani e gli altri Paesi membri, noi compresi, contribuiscono a mantenerla con i loro soldi, con le loro basi e con i loro soldati. Ma lo sforzo è soprattutto economico, basti pensare ai milioni che spendiamo per gli F-35. E’ anche vero che questo dà lavoro a molti operai italiani visto che parte di questi caccia vengono costruiti dalle nostre aziende, quindi mi pare che alla fine sia tutto molto chiaro”.

Quindi se questa è una narrazione imposta dall’alto, come stanno davvero le cose?

“Putin non è l’aggressore ma l’aggredito. Se uno viene in casa sua, si piazza sulle finestre di fronte e le punta contro un fucile, lei ha tutto il diritto di reagire e difendersi. La legittima difesa è sempre consentita, a patto che non si ecceda altrimenti si incorre nel reato di eccesso di legittima difesa. E’ molto doloroso vedere quello che sta accadendo in Ucraina soprattutto perché si tratta di un conflitto fra uno stesso popolo. Gli ucraini non sono diversi dai russi, anzi sono molto più simili ai russi di quanto gli italiani lo siano rispetto ai sardi. Hanno però impostato il loro rapporto con la Russia secondo una tradizione secessionista che dura dai tempi della guerra civile fra l’esercito bolscevico e quello zarista. In quel caso l’Ucraina era divisa non in due fazioni, bensì in tre, perché c’erano anche i nazionalisti guidati da Stepan Andrijovič Bandera che combattevano per avere un’Ucraina indipendente. L’Unione Sovietica non lo ha permesso, Lenin si è inventato la Repubblica sovietica di Ucraina come parte dell’Urss. Gli ucraini hanno dato poi segni di insofferenza, tenga conto che sono stati quelli che hanno fornito il maggior numero di soldati russi all’esercito tedesco durante la Seconda Guerra mondiale. Molti ucraini hanno fatto parte delle SS, sono stati addirittura impiegati come sorveglianti nei campi di concentramento. Per questo dopo la guerra sono stati severamente puniti da Stalin. Poi durante gli anni del disgelo è emerso un personaggio carismatico, si chiamava Nikita Krusciov ed era ucraino. Costui ha fatto l’impossibile, e anche il possibile, per ottenere una sorta di indipendenza legislativa del suo Paese d’origine. Con la dissoluzione dell’Unione Sovietica poi l’Ucraina ha accettato inizialmente di far parte della Federazione russa degli Stati indipendenti, per poi staccarsi e arrivare alla crisi dei nostri giorni”.

Una crisi determinata da chi, da cosa?

“Dal partito attualmente al governo grazie ad elezioni plebiscitarie molto discutibili e poco chiare. Ciò premesso, il presidente Zelensky ha sin da subito manifestato la volontà di procedere a tappe forzate verso l’adesione all’Europa e alla Nato. Per ciò che riguarda l’adesione all’Unione Europea la Russia non ha mai posto particolari veti, ha soltanto chiesto che l’Ucraina resti fuori dalla norma che è stata applicata a partire dagli anni novanta del secolo scorso, in base alla quale chi entra nella Ue entra automaticamente anche nella Nato. Capisce bene che un Paese grande come l’Ucraina che ha confini orientali molto spinti verso Est, verrebbe a costituire un problema con la linea di fuoco della Nato che si spingerebbe in maniera preponderante. Tenga conto che per altro la Nato non ha confini giuridici, quindi se questa potenza di fuoco si estende ad Est con la possibilità di installare missili con un raggio d’azione di tremila chilometri ai confini dell’Ucraina, ad essere minacciata sarebbe la stessa Mosca. E’ ovvio che la Russia non può permetterlo, Putin non può accettare di stare sotto tiro in questa maniera da parte di una potenza come la Nato che gli si è sempre dimostrata ostile”.

Quindi la reazione di Putin per certi versi era inevitabile?

“Putin chiede semplicemente che il processo di adesione della Crimea alla Russia sia legittimato dall’Onu. La Crimea infatti, pur essendo stata annessa all’Ucraina, è popolata da russi di origine tartara e rappresenta una situazione molto particolare. Poi ci sono i russi stanziati nella parte nord dell’estuario del fiume Don. Nel 2014 il presidente Porošenko fortemente antirusso ha sottoscritto un accordo con l’Unione Europea per sottrarre l’Ucraina all’influenza russa ed annetterla all’Europa. Putin intervenne e gli furono applicate delle sanzioni. Intervenne per salvaguardare in primo luogo la Crimea che è ricchissima di porti importantissimi per la Russia dal punto di vista commerciale, industriale ma soprattutto militare. Tenga conto che dopo l’intervento della Nato in Siria, Putin è dovuto intervenire a difesa del presidente Assad, dell’Iran e del Libano, e oggi i russi hanno due porti militari in Medio Oriente fra Libano e Siria. Questi due porti sono collegati via mare proprio a quelli russi della Crimea. Come può dunque Putin rinunciare alla Crimea?

Quindi come si potrebbe mettere fine al conflitto?

“Come detto riconoscendo l’indipendenza della Crimea e delle due repubbliche russe del Donbass. In secondo luogo dando a Putin la garanzia che l’Ucraina resterà neutrale, più o meno come era la Finlandia fino a poco tempo fa, prima che rompesse gli accordi internazionali entrando formalmente nell’area della Nato. Tenga conto che tanto la Crimea che le due repubbliche del Donbass non tolgono nulla all’Ucraina trattandosi appunto di popolazioni di etnia russa. La perdita sarebbe soltanto territoriale ma non certo di carattere politico”.

Le sanzioni quanto colpiranno la Russia e quanto invece noi italiani?

“Le sanzioni colpiscono soprattutto l’economia europea nel momento stesso in cui colpiscono quella russa. I nostri interessi, così come la nostra posizione geografica, ci rendono molto più legati alla Russia che non alla Nato il cui centro decisionale sta in America. Culturalmente, politicamente e geograficamente siamo più vicini ai russi che agli americani, anche se poi siamo inseriti nell’Alleanza Atlantica che a noi costa sotto molti punti di vista. Innanzitutto in fatto di indipendenza, visto che non siamo indipendenti né politicamente, né tantomeno militarmente. Noi italiani siamo invasi di basi americane e questo spiega anche il martellamento demagogico cui siamo sottoposti in questi giorni con la propaganda anti-russa”.

Come giudica certi paragoni storici fra Putin e Hitler e l’invasione della Polonia?

“Ci andrei piano con certi giudizi. Ho sentito parlare di massacri, ma fermo restando che tutte le vite umane sono sacre non possiamo non notare vistose differenze e inconguenze nel modo di raccontare gli interventi militari della Nato nell’ex Jugoslavia o in Iraq, e l’intervento della Russia in Ucraina. Gli americani hanno sempre parlato di danni collaterali per giusticare il massacro di civili innocenti. Ecco, mi pare che in Ucraina i danni collaterali ci siano stati in fatto di distruzioni di edifici, mentre i russi sono stati ben attenti a non provocare vittime fra i civili. Uno dei motivi per cui non hanno occupato repentinamente l’Ucraina è proprio legato alla volontà di non provocare massacri fra la popolazione. Vittime purtroppo ci sono state comunque, ma perché i morti fatti dai russi sono crimini di guerra, mentre quelli provocati dagli americani a Belgrado, in Iraq o in Afghanistan sono considerati danni collaterali da fuoco amico? Massacri in Ucraina non ci sono stati se non nella propaganda dei media. Gli ucraini hanno avuto la possibilità di mettersi in salvo, si è evitato di bombardare le istituzioni civili, le scuole e gli ospedali, anche se disgraziatamente in qualche caso è comunque accaduto. Ora se gli ucraini resteranno fermi nella loro volontà di aderire alla Nato temo che la guerra si protrarrà”.

Un negoziato è possibile?

“Certo, con Putin si può agire. Si può ad esempio trattare su un allentamento delle sanzioni. Non ho capito perché appena si è mosso militarmente, invece di avviare l’azione diplomatica lo si è colpito immediatamente con le sanzioni, ovvero sul suo tallone d’Achille. Questo è un invito alla guerra, e allora non si può accusare unilateralmente Putin di essere l’unico responsabile. Avrà fatto anche lui degli errori, ma non è certamente il solo. Vorrei chiarire che non parlo così perché sono filoputiniano o filo russo, ma perché giudico i fatti. Gli accordi di Minsk sigliati all’indomani del tentativo fallito degli americani di impadronirsi dell’Ucraina, servivano proprio ad evitare che si creasse questa situazione. La Nato si era impegnata a non allargare il suo spazio ad Est ma se continua su questa strada la guerra sarà inevitabile. Vogliamo fare la guerra contro la Russia? Facciamola pure, probabilmente la vinceremo; ma a quale prezzo visto che saremo noi europei a pagare di più? Gli americani nemmeno se ne accorgeranno, come non si sono accorti della Seconda Guerra mondiale, ma per la nostra economia le conseguenze saranno devastanti. Stiamo rischiando grosso. Gli spazi di trattativa ci sono, ma non si può pretendere che la Russia accetti il nemico dentro casa”.

fonte:

Di BasNews

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