I milioni di generali supremi che magari a malapena sanno individuare l’Ucraina, si stanno chiedendo la ragione della “ritirata” delle truppe russe da parte della città di Kherson e dietro il Dnper’, ovvero sulla sponda sinistra del fiume se si considera di guardare verso la foce. Prendendo in mano una cartina si può tranquillamente vedere che il ripiegamento russo è solo di qualche chilometro e riguarda la piccola enclave oltre il fiume che comprendeva la città e e una striscia di terra fino al mare. Da qualche mese gli ucraini cercano di lanciare un’offensiva ” di immagine” contro questa testa di ponte che è comunque territorio russo , ma sono stati regolarmente respinti con grandi perdite di uomini e di mezzi, vendicandosi poi con il lancio di razzi su Kherson, per cui questa ritirata sembra incongrua e appare dettata da qualcosa che potrebbe suonare come un rafforzamento di Kiev e un indebolimento di Mosca. Ma non è nulla di tutto questo, tanto che il tentativo ucraino di interferire con gli spostamenti delle truppe russe e della popolazione civile in uscita da Kherson si è risolto in un disastro con i razzi Himars intercettati, 3 obici trainati americani M777 distrutti e una serie di veicoli e carri armati messi fuori combattimento
Una vota si studiava geografia e si aveva una pur vaga idea dei fattori climatici nelle diverse aree del mondo che in caso come questi avrebbe spinto ad approfondire la questione e rendersi conto della realtà e per -per esempio – degli inganni che spesso stanno dietro a presunte carestie, ma adesso il globalismo ha deciso che lo studio della geografia è potenzialmente pericoloso, in quanto innesco di sovranismo e dunque nessuno ha la minima idea di ciò che sta accadendo. Il fatto è in sostanza che il Dnper, esattamente come il placido Don, in inverno gela, ma non abbastanza da poter essere attraversato da mezzi e carichi pesanti. Nello stesso tempo tuttavia non è navigabile e dunque, vista anche l’assenza di un aeroporto e la distruzione dei ponti operata dagli ucraini durante la loro ritirata, la testa di ponte si troverebbe isolata e priva di rifornimenti. Allora si che si potrebbe rischiare una sconfitta. Dunque la scelta di ritirarsi di pochi chilometri, dopo aver evacuato Kherson, è la migliore delle soluzioni dal punto di vista militare perché toglie agli ucraini ogni possibilità di attaccare con qualche speranza di farcela e senza andare incontro a un vero e proprio massacro, anche se non è escluso che questo venga ordinato dai padroni al di là dell’Atlantico per motivi di convenienza . Certo da un punto di vista “narrativo” questa mossa concede agli occidentali il destro per parlare di ritirata e di dare fiato ai tromboni americani.
Se questi ultimi e i loro analoghi europei avessero però un po’ di cervello capirebbero che la decisione russa ha anche un messaggio strategico che va al di là dell’operazione militare in sé, essa ci dice che questa operazione è un impegno a tempo indeterminato senza scadenza precisa ma con un obiettivo certo: garantire la sicurezza della Russia e sottrarre i territori russofoni ai nazisti. Ai russi non importa un fico secco di quello che scrivono i gazzettieri occidentali a pagamento ( anche se penso che si divertano un mondo a leggere le fesserie di Repubblica) o di ciò che dice la canea di politici senza dignità e senza intelligenza che si aggirano in Europa,: di certo non vogliono rischiare di perdere uomini inutilmente per una difendere una città che gli ucraini hanno diroccato e qualche chilometro quadrato di territorio quando possono tranquillamente difendere la linea del fiume, facendo sì che siano le truppe della Nato a logorarsi. Magari avrebbero potuto mandare molti rinforzi, ma ho l’impressione è che essi saranno ben presto utilizzati altrove creando un nuovo fronte e spezzando l’Ucraina. In ogni caso i russi stanno dicendo che non hanno fretta che sono lì per restare sottraendo all’Europa e al suo sistema produttivo la speranza di un conflitto breve: la Russia possiede riserve immense di ogni possibile risorsa e può continuare all’infinito. Inoltre, le persone stanno diventando più unite, l’economia si sta dedollarizzando, il rublo è più forte di quanto non sia stato in 22 anni, i nemici interni collusi vengono progressivamente spazzati via e la macchina militare russa sta ricevendo una gigantesca messa a punto che la sta adeguando ai sistemi d’arma e tattiche Nato.
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