Macron a Mosca per un bilaterale con Putin sul tema della crisi ucraina. Che si saranno detti al di là dei comunicati stampa?
Il Corriere della Sera ha svelato alcuni dettagli del pre-vertice. Giovedì scorso i due leader, francese e russo, si sono parlati al telefono e Putin avrebbe detto che lo avrebbe aspettato per “una conversazione di sostanza” in quanto “interlocutore di qualità”. Macron, come noto, si è recato a Kiev per incontrare Zelensky.
Come se non bastasse, la prossima settimana è atteso a Mosca il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, che è stato in visita per la prima volta a Washington da Biden.
Che significa questa staffetta franco-tedesca a Mosca e Kiev, sullo sfondo delle gravi tensioni tra Nato e Russia, riguardanti l’Ucraina?
C’è da dire che le posizioni dei due leader europei sono molto differenti.
Macron è molto appiattito sulle posizioni della Nato. Per fare un po’ di storia, la Francia non ha sempre avuto questa posizione. Nel 1966 il Generale de Gaulle fece uscire clamorosamente la Francia dal Trattato Nord Atlantico, rivendicando un’autonoma visione geopolitica e militare. Nel 2009, con il presidente Sarkozy, dopo ben 43 anni, la Francia è rientrata nella Nato e da quel momento in poi la posizione francese è sempre stata totalmente coincidente con quella anglo-americana.
Perciò è da ritenere che Macron non abbia da dire a Putin molte più cose di quelle già dette dagli altri leader occidentali. Fonti diplomatiche hanno fatto trapelare che la ragione della visita di Macron è più legata alla politica interna francese che a quella estera. Macron è un leader ormai odiato in patria e ha bisogno di acquisire autorevolezza sul piano internazionale per recuperare un po’ la stima dei francesi.
Molto diversa la posizione del leader tedesco, Olaf Scholz, che sta proseguendo la politica ultradecennale della Germania: essere un fedele alleato della Nato, ma sempre con un occhio rivolto ad Est. La Ostpolitik tedesca, cioè quell’opera di mediazione e dialogo tra Germania e Urss prima e tra Germania e Federazione russa poi, non si è mai interrotta. Prova ne sia la realizzazione del gasdotto russo-tedesco Nord Stream II, che gli Usa vorrebbero bloccare a tutti i costi (per ora ci sono riusciti). Mentre i tedeschi, avendo una necessità vitale del gas russo, vorrebbero in tutti i modi metterlo in funzione. Tanto è vero questo che, mentre Scholz intraprende la sua missione di mediazione internazionale tra Usa/Nato e Russia sull’Ucraina, l’ex cancelliere tedesco, Gerard Schroeder, è entrato nel Consiglio di Amministrazione della russa Gazprom. Come conflitto di interessi non c’è male.
La Germania ha tutto da temere da una guerra in Ucraina, dal momento che la prima conseguenza di un conflitto del genere sarebbero sanzioni senza precedenti da parte dell’occidente alla Russia. Il Nord Stream II sarebbe bloccato forse per sempre e la Russia sarebbe espulsa dal sistema di transazioni internazionali Swift, con grave danno per la Germania e l’Europa in generale.
di Francesco Tallarico
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