È nato recentemente, a Rionero in Vulture, un innovativo progetto, incentrato sull’ascolto e sul supporto costante nei riguardi di bambini, ragazzi e adulti che vivono in una condizione di disagio, e di bisogno di assistenza ininterrotta: autismo, disturbi neuropsicologici, disabilità grave (…)
Si tratta di un’associazione di volontariato, che sta ricevendo ottimi riscontri e svariate adesioni, denominata “Oltre Noi”. Presieduta da Nicola Fede, genitore di un ragazzo autistico, e con la vicepresidenza dello psicologo Michele Lagatta, l’associazione si prefigge di contribuire- attraverso un proficuo confronto con le varie famiglie- alla gestione e alla cura di molte problematiche, all’inclusione sociale, al miglioramento della qualità della vita.
Inoltre, il tratto distintivo di “Oltre Noi”, è quello di voler accompagnare, con serenità, i propri figli verso l’inevitabile distacco futuro dai genitori, affinché possano continuare a essere assistititi amorevolmente.
Come nasce l’idea dell’associazione “Oltre Noi”?
La nostra associazione nasce dall’esigenza di assicurare ai ragazzi un trattamento simile -o addirittura migliore- di quello che ricevono dai propri genitori: abbiamo immaginato il loro futuro, il momento in cui non potranno più, per svariate motivazioni, rimanere con le proprie famiglie. La nostra idea è stata quella di creare, sul territorio, una serie di piccole strutture aperte, suddivise per “compatibilità” degli ospiti, dove i nostri ragazzi possano sentirsi a loro agio, ben accolti, e vivere la quotidianità nella maniera più serena possibile. Un aspetto fondamentale è quello di poter intervenire sulla scelta del personale legato all’assistenza: saremo noi a scegliere chi potrà occuparsi dei nostri figli. In queste strutture, sarà possibile anche ospitare le famiglie: saranno organizzate come villaggi turistici, e gli ospiti avranno tutto a propria disposizione.
Con quali figure professionali ha intenzione di interfacciarsi per il raggiungimento di questo obiettivo?
Il nostro è un progetto ampio, ambizioso, abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti, in primis della politica e delle istituzioni. Avremo bisogno di grandi risorse economiche, che cercheremo di reperire attraverso le leggi, le donazioni, le aziende, la chiesa, i cittadini. Andremo, inoltre, a visitare alcune realtà simili alla nostra, in Italia e all’estero.
Quali progetti intende attuare per migliorare l’inclusione sociale dei ragazzi che vivono un disagio, e per evitare pregiudizi e discriminazioni?
Il primo passo sarà quello di avvicinarci alle famiglie che vivono una situazione in cui assistono costantemente un disabile grave, di farle uscire allo scoperto, affrontando eventuali timori relativi ai pregiudizi. Il più grande lavoro mirato all’inclusione sociale dovrebbero farlo le famiglie “normali”, così come le scuole, i comuni. Personalmente vedo poca attenzione a riguardo.
Sarà possibile collaborare con le istituzioni scolastiche?
Sono dell’idea che nelle scuole ci sia un gran lavoro da fare: “Oltre Noi” è totalmente aperta ad avviare un costruttivo confronto.
In che modo, attraverso il vostro progetto, sarà possibile difendere i diritti umani, civili, sociali e politici delle persone con disagio psichico e delle loro famiglie?
È importante evidenziare, con forza, che i nostri ragazzi sono cittadini proprio come tutti gli altri, e non italiani di “serie z”. Vi sono organi preposti a riguardo, e noi, attraverso il nostro progetto in crescendo, saremo molto attenti e pronti a denunciare, civilmente e penalmente, la negazione di questi diritti.