Nella mattinata di Sabato 12 Agosto si è svolto a Monticchio Sgarroni, presso i boschi della Riserva Orientata Grotticelle, l’interessante evento “Oh che bel Castello” promosso ed organizzato dal Comitato Festa Patronale “Beata Vergine Maria Immacolata Concezione” di Monticchio Sgarroni in collaborazione con la locale Parrocchia Santa Maria delle Vittorie e con il patrocinio del Comune di Rionero e dell’ente Parco Regionale del Vulture.
L’evento è stato articolato in un gioco avvincente di “caccia al tesoro” nel suggestivo scenario del bosco della Riserva Orientata Grotticelle che ha coinvolto i bambini della fascia d’età dai 6 agli 11 anni ed i loro accompagnatori che, alla presenza dei vari componenti del comitato organizzatore dell’eveno, si sono suddivisi in due squadre cimentandosi in un gioco avvincente alla ricerca del “tesoro del Folletto Frugolino” tra i boschi di Grotticelle e con il tutto che si è poi concluso ai piedi del Castello di Monticchio noto anche come Castrum Monticuli.
L’evento è stato articolato in un mix tra leggenda e storia visto che, una volta terminato l’avvincente gioco di “Caccia al tesoro di Frugolino”, si è giunti ai piedi del Castrum Monticuli dove si è parlato appunto di storia e leggenda con il giornalista ed esperto di storia Francesco Preziuso che, nel ruolo di divulgatore storico, ha dettagliatamente spiegato ai tanti giovanissimi presenti tutta la storia del Castrum Monticuli mentre Angelo Sabato, componente del direttivo del comitato organizzatore, ha invece spiegato articolatamente la nota leggenda popolare del Folletto Frugolino noto anche come Fjarilslvan.
Secondo la leggenda locale, Fjarilslvan fu un valoroso e abile guerriero normanno di origini danesi che si trovò da queste parti per la sua curiosità di conoscere terre nuove, tanto da unirsi al seguito delle truppe normanne del Comandante Rainulfo Drengot il quale, per tenerlo fuori dalle battaglie, gli affidò il compito di custodire il loro tesoro nei boschi del Vulture e fu proprio da lì che il folletto si innamorò della natura e degli animali, in modo particolare della bellissima falena Bramea.
Dopo alcuni anni i Normanni furono sconfitti ed andarono via mentre Fjarilslvan rimase qui con la sua Bramea trovando dimora presso il Castrum Monticuli.
Dopo alcuni secoli arrivarono in questa zona i Briganti per rifugiarsi dai loro nemici e, gli stessi Briganti, portarono con sé un tesoro custodito in alcune casse dove lo stesso Fjarilslvan una notte andò a frugare, fu sorpreso dai Briganti ma riuscì a scappare e da lì i Briganti, non conoscendo il suo nome, lo chiamano Frugolino.
Purtroppo ne il tesoro dei Normanni e ne quello dei Briganti furono mai ritrovati.
Il Castello di Monticchio, noto anche come Castrum Monticuli, risale all’epoca pre-normanna e per l’esattezza al X secolo e, proprio per questo, supera per antichità tutti gli altri castelli della zona ovvero quelli di Melfi (XI secolo), Lagopesole (XII secolo) e Venosa (XV secolo).
Il Castrum Monticuli venne realizzato in tre differenti fasi di costruzione nel periodo tra il X ed il XIII secolo attraverso una serie di fortificazioni erette per difendere il Vulture in quella specifica epoca storica.
In quel periodo, nella zona del Vulture, si insediarono vari popoli, su tutti i Normanni, e molti di questi popoli, si insediarono proprio presso il Castrum Monticuli dove sorse un piccolo villaggio che, proprio per la presenza del Castello, prese il nome di “Casale con le mura merlate” e con lo stesso villaggio che fu abitato dal X al XV secolo per poi essere definitivamente abbandonato dopo il devastante terremoto del 1456 che colpì pesantemente la zona del Vulture.
Varie sono le vicende storiche inerenti al Castrum Monticuli tra cui quella risalente al 1072 quando Abelardo, figlio primogenito del Conte Umfredo d’Altavilla, sconfisse presso Troia (Foggia) le bande di Roberto il Guiscardo e successivamente tentò di occupare il
Castrum Monticuli e con esso il Vulture e la Valle di Vitalba nei pressi dell’odierna Atella ma, lo stesso Roberto il Guiscardo, riuscì in seguito a riconquistare il Castrum Monticuli.
Si narra anche che nel 1279 Enrico VII, figlio primogenito di Federico II di Svevia, incontrò nel suo Castello alcuni uomini della sua terra che, una volta estratta la spada, lo ferirono gravemente alla gamba motivando il loro gesto come conseguenza ad una vicenda inerente ai diritti e ai servigi che erano soliti destinare a lui come gabelle della Corona che lui si teneva indebitamente.
Questa vicenda non finì lì tanto che, il giovedì prima di Pasqua, questi signori attesero lo stesso Enrico VII e, dopo aver suonato le campane ad armi lo inseguimento a colpi di pietra e tutto ciò indusse Carlo I ad aprire un’inchiesta sui motivi di tutti questi accadimenti ma dell’esito di questa inchiesta non se ne seppe mai nulla.
Di quello che fu il Castrum Monticuli rimangano ad oggi una serie di ruderi sui quali sono evidenti i segni del passare del tempo e dei vari terremoti devastanti susseguitisi nel corso dei secoli.
Della struttura originale, realizzata tra il X ed il XIII secolo, rimane ad oggi un’alta torre a base quadrata con tre ambienti abitativi sotto i quali sono presenti una serie di archi di sostegno di una cisterna mentre nella parte alta della struttura muraria è conservato un arco acuto ghierato risalente al XII secolo che è stato tamponato e rafforzato da una muratura esterna di sostegno risalente all’epoca angioina.
Un evento ben riuscito a cui hanno fatto seguito poi altre interessanti iniziative nel pomeriggio ed in serata che hanno animato il piccolo e suggestivo borgo di Monticchio Sgarroni.
Francesco Preziuso