Fabrizio Marchi

L’intervento del premier ungherese Orban all’Europarlamento poteva
fornire lo spunto per denunciare la totale subalternità politica dell’UE agli
USA e rilanciare una realistica proposta per una soluzione politica della
guerra in corso fra l’Ucraina, sostenuta dalla NATO, e la Russia.

La “sinistra radicale”, più qualche pezzetto di Verdi e
Socialdemocratici, ha invece preferito mettere in scena il solito retorico
spettacolino mediatico intonando “Bella Ciao” subito dopo l’intervento di
Orban.

Ancor più retorico e scontato l’intervento di Ilaria Salis, eletta
con AVS, costola “rosa L’intervento e di sinistra” del PD,  il cui
discorso, per chi sa leggere un pochino la politica dietro le righe, al di là
delle inevitabili e generiche critiche alle politiche neoliberiste dell’Unione
Europea, è stato una sostanziale manifestazione di organicità a quest’ultima.
“Certamente – dice in buona sostanza Salis – l’UE non è perfetta, ci sono le
diseguaglianze, le politiche neoliberiste, la dipendenza dagli Stati Uniti, ma il
vero e principale nemico (questo non lo ha detto esplicitamente ma il senso è
quello) è Orban il cui obiettivo è reprimere i migranti, le minoranze ecc.
…”.  “Orban – ha continuato – rappresenta la variante autoritaria
dell’attuale capitalismo globale ed è legato alle peggiori destre
europee”. Questo è senz’altro vero ma se quelle sono peggiori mi
piacerebbe capire chi sarebbero i migliori in questa UE che foraggia il regime
seminazista di Kiev e sostiene quello stragista di Tel Aviv.

Tradotto – sempre per chi sa leggere dietro le righe – bisogna
fare quadrato intorno alle istituzioni europee, con tutti i loro limiti e
contraddizioni,  per combattere “il nuovo fascismo  che minaccia
coloro che aspirano a vivere in libertà”. “La democrazia – ha concluso, e in
questo caso cito testualmente le sue parole – deve essere solida e deve
rifiutarsi di collaborare con il regime oppressivo e autoritario di Orban”.
Quello di Zelensky invece è talmente democratico che merita i soldi e le armi
dell’UE ma stendiamo un velo pietoso…

Qui il messaggio diventa più esplicito. La contraddizione
principale non è l’attuale forma del dominio capitalista e imperialista di cui
l’UE  è una delle rappresentazioni politiche (sia pure in posizione
subalterna rispetto agli USA, a Israele e alla NATO) ma la “nuova” destra
autoritaria, populista e  razzista. Si ripropone quindi il tradizionale
schemino del male minore contro quello maggiore, del turarsi il naso e
sostenere il primo contro il secondo. Un totale capovolgimento delle cose dove
la contraddizione secondaria diventa quella principale. Si resta dentro la
solita scontata e ormai fasulla polarizzazione destra vs “sinistra” (diciamo
destra vs fronte liberale e neoliberale di cui la “sinistra” sia liberal che
radical è parte integrante) che serve a dare una patente di credibilità a
quello che ormai è il simulacro o la parodia di una reale dialettica politica.
 

Le fa eco, naturalmente, il segretario di AVS, Nicola Fratoianni,
che spiega che “L’attuale premier ungherese ha superato ogni limite dimostrando
di essere il peggior nemico di un’Europa solidale, democratica e pacifista e di
propagandare idee xenofobe e fascistoidi che nulla hanno a che fare con i
valori fondanti dell’UE”.  Valori talmente fondanti, aggiungo io, che non
le impediscono, come ripeto, di sostenere i nazisti ucraini e gli stragisti
sionisti”.

Sia chiaro, che Orban sia un reazionario non c’è dubbio ed è
altrettanto vero che lui e quelli come lui rappresentano una variante del
sistema capitalista. La parte del suo intervento in cui sostiene che
l’immigrazione alimenterebbe la violenza sulle donne e l’omofobia è addirittura
grottesca oltre che reazionaria. Ma individuare il governo ungherese come
nemico principale e al contempo essere vergognosamente conniventi con quello
stragista e razzista israeliano, braccio armato dell’Occidente in Medio
Oriente, ci dice quale sia la natura reale dell’UE e soprattutto quale sia la
posta in palio.

Per essere ancora più chiari, ci sono modi, tempi e contesti per
intervenire e scegliere di dire o non dire alcune cose, e questo chi ha un
minimo di esperienza politica lo sa bene. Limitarsi solo e soltanto a
contestare Orban in quella sede e in quello specifico contesto aveva e ha lo
scopo, anche se (maldestramente) camuffato, di dichiarare la propria scelta di
campo.

Altro non c’è. Dispiace solo che un simbolo storico della
Resistenza contro il nazifascismo quale è la canzone “Bella ciao” sia stato
letteralmente scippato da questa “sinistra” meschinamente asservita ai padroni
del vapore.

fonte:

Di BasNews

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