Tracciare la cronologia esatta dell’origine del SARS-CoV-2 continua a diventare un’operazione sempre più complessa.

La timeline dell’Organizzazione Mondiale della Sanità indica il 31 dicembre 2019 come la data in cui laWuhan Municipal Health Commission, in Cina, segnalava  un gruppo di casi di polmonite nella provincia di Hubei: da lì a poco sarebbe stato identificato un nuovo virus, appunto il SARS-CoV-2, a cui si associa la malattia chiamata COVID-19.

Diversi studi condotti da autorevoli istituti scientifici in altre parti del mondo però sembrano contemplare la possibilità della comparsa del sars-cov-2 anteriormente  alle date proposte dalla cronologia ufficiale.

A suo tempo uno studio dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e dell’Università di Siena aveva individuato anticorpi specifici in 111 individui di un campione di 959 partecipanti a uno screening sul cancro al polmone, giungendo alla conclusione che il virus potesse essere presente nel nostro paese già nel settembre del 2019.

Uno studio condotto da ricercatori dell’Università di Barcellona avrebbe individuato la presenza del virus nelle acque reflue della città catalana addirittura al 12 marzo 2019.

Ora è il turno del Centers for Disease Control and Prevention (agenzia federale degli Stati Uniti, facente parte del Dipartimento della salute e dei servizi umani con sede  ad Atlanta).

La ricerca pubblicata lo scorso 15 giugno dalla Oxford University Press per la  Infectious Diseases Society of America, afferma che ci sono state infezioni da COVID-19 negli Stati Uniti già a metà dicembre 2019,  alcune settimane prima che fosse identificato per la prima volta in Cina.

“Dei 24.079 partecipanti allo studio con campioni di sangue dal 2 gennaio al 18 marzo 2020, 9 erano sieropositivi, 7 dei quali erano sieropositivi precedentemente al primo caso confermato negli stati di Illinois, Massachusetts, Wisconsin, Pennsylvania e Mississippi.” si legge nei risultati.

“Gli studi sono abbastanza coerenti – ha affermato Natalie Thornburg dei Centers for Disease Control and Prevention, ricercatrice a capo del team di immunologia dei virus respiratori del CDC. -Probabilmente c’erano casi molto rari e sporadici qui prima di quanto fossimo a conoscenza. Ma non era diffuso e non si è diffuso fino alla fine di febbraio”.

Francesco Fustaneo

Laureato in Scienze Economiche e Finanziarie presso l’Università degli Studi di Palermo.
Giornalista pubblicista dal 2014, ha scritto su diverse testate giornalistiche e riviste tra cui l’AntiDiplomatico, Contropiano, Marx21, Quotidiano online del Giornale di Sicilia. 
Si interessa di geopolitica, politica italiana, economia e mondo sindacale

fonte: l’antidiplomatico – https://www.lantidiplomatico.it

Di BasNews

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