A un mese esatto dalla scadenza di presentazione delle domande di stabilizzazione semplificata dei precari della sanità, non c’è ancora traccia delle graduatorie del personale che, avendo maturato i requisiti di legge, ha presentato la candidatura. Lo stesso assessore regionale alla Sanità ha ricordato, qualche giorno fa, che la Regione Basilicata è stata una fra le prime ad attuare la legge nazionale in materia di stabilizzazione del personale del comparto sanitario, ma paradossalmente, se si continuano a protrarre questi ritardi, potrebbe essere tra le ultime a stabilizzare. Sono 448 gli infermieri, gli oss e le varie altre figure di personale sanitario previsto dalla norma che hanno presentato, nelle 4 aziende del servizio sanitario regionale, le domande e che attendono di essere stabilizzati. Un numero ben superiore rispetto a quello inizialmente immaginato dalla Regione, che ha sempre ritenuto le risorse disponibili in misura sufficiente per l’assunzione di tutti i precari in servizio presso le nostre aziende, ma ritenuto sin da subito dalla Fp Cgil sottostimato, anche in considerazione della possibilità di partecipare alle procedure di assunzione da parte di tutti i precari che avessero maturato i requisiti alle dipendenze di un ente del servizio sanitario nazionale. A questo proposito, avevamo anche chiesto, come primo criterio di priorità, il prestare servizio nelle nostre aziende, nonché di non limitare i posti per le stabilizzazioni al 50% di quelli disponibili, considerato che immaginavamo, come sta avvenendo, che prima del 2023 non avremmo avuto verosimilmente graduatorie disponibili dei concorsi unici regionali. Ancora una volta possiamo affermare che avevamo ragione: i concorsi unici regionali continuano a subire ritardi, con quello di infermieri in corso, quello oss per il quale si stanno presentando solo adesso le domande ed altri ancora dormienti, mentre non saremo esenti da criticità per squilibri tra posti disponibili e domande pervenute. Caso emblematico quello degli oss: a fronte di oltre un centinaio di unità, i posti nel 2022 sono una manciata. E’ indispensabile, pertanto, che le Aziende sanitarie, ospedaliere e l’Irccs si ripieghino sulla predisposizione dei nuovi piani dei fabbisogni del personale tenendo conto sia delle nuove esigenze organizzative e di programmazione nel rispetto dei Lea, che ponendo attenzione estrema a coloro che attendono la stabilizzazione e che, nonostante abbiano maturato i requisiti, non potranno essere assunti in questa prima fase perché mancano i posti nei piani dei fabbisogni.
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