Nell’ultima relazione semestrale della Direzione investigativa antimafia (Dia) presentata al Parlamento emerge l’esistenza di sistema mafioso endemico in Basilicata, con l’individuazione di tre distinte zone territoriali lucane in cui insistono diversi sodalizi mafiosi: l’area di Potenza e del suo hinterland, quella del Vulture Melfese, e infine il territorio della fascia jonica metapontina.
Le difficoltà economiche in cui versano le imprese lucane -si legge nel documento inviato al Parlamento- insieme all’elevato tasso di disoccupazione tra la popolazione residente sono fattori di seria vulnerabilità alle pressioni delle cosche mafiose delle regioni confinanti. Inoltre, si ravvisa l’operatività di diversi gruppi criminali stranieri che agiscono sinergicamente con i sodalizi mafiosi autoctoni, soprattutto nel traffico degli stupefacenti. Nel Metapontino, oltre agli stupefacenti, esistono anche fenomeni di condizionamento della pubblica amministrazione e di infiltrazione del tessuto economico-finanziario da parte della criminalità organizzata.
L’apertura della Dia in Basilicata è stata un segnale molto confortante per contrastare i fenomeni mafiosi, che hanno trovato terreno fertile nella nostra regione come dimostrano diverse inchieste dell’autorità giudiziaria. Da sempre il MoVimento Cinque Stelle aveva chiesto l’apertura della sezione lucana della Dia: e lo dimostra, tra l’altro, una nostra mozione approvata all’unanimità in Consiglio regionale nel maggio del 2021. Altra questione che mi sta molto a cuore è quella del Tribunale di Melfi, chiuso nel 2013, e che spero, quanto prima, possa essere riaperto. Sono ormai dieci anni che la popolazione dell’area Nord della Basilicata è stata privata sia del Tribunale che della Procura della Repubblica. Il tema della riapertura degli uffici giudiziari di Melfi rimane quindi sempre attuale. Non si abbassi, dunque, mai la guardia per contrastare la criminalità organizzata
Gianni Leggieri
Consigliere regionale del M5S