Shunsuke Kobayashi, capo economista della Mizuho Bank, in una recente intervista rilasciata al Nihon Kaizai Shinbun, il giornale economico giapponese, ha affermato “se il gas russo scompare dal mercato il mondo finirà”.
Se, infatti, l’Unione Europea dovesse imporre un embargo totale ai vettori energetici russi, i gasdotti russo-europei rimarrebbero inattivi e si renderebbero necessarie nuove capacità di esportazione. Ciò richiederebbe molto tempo e grandi investimenti. Si dovrebbero costruire nuovi gasdotti. Per la liquefazione, poi, e la vendita del gas, sarebbero necessari impianti di liquefazione e mezzi di trasporto.
Allo stesso tempo, ha osservato Kobayashi, tali difficoltà non sorgerebbero se vi fosse un embargo totale di petrolio e carbone russi: in una simile evenienza, la Cina andrebbe ad acquistare le materie prime rifiutate dall’Unione Europea e dal Giappone.
Tuttavia, nel caso del gas russo, l’embargo lascerebbe la materia prima all’interno della Russia. Cioè tutto il gas che i russi vendevano prima dell’embargo scomparirebbe tout court dal mercato. In altre parole, ha proseguito Kobayashi, non è esagerato affermare che, nel momento in cui l’Europa decidesse di cessare del tutto di acquistare gas russo, il mondo così come lo conosciamo finirebbe. La carenza di gas porterebbe ad un regime di concorrenza spietata nel mercato e conseguentemente ad un aumento vertiginoso della domanda di carbone, petrolio e Gnl (gas liquido). L’economista ha precisato di non sapere di quanto aumenterebbero i prezzi dei vettori energetici. Anche perché per le persone sarebbe una questione di vita o di morte. Un’interruzione di corrente elettrica potrebbe danneggiare le apparecchiature ospedaliere. In inverno, senza riscaldamento, soprattutto nel Nord Europa, le persone potrebbero morire di freddo.
Kobayashi ha calcolato, infine, che sarebbe impossibile ridurre di due terzi il consumo di gas, se il prezzo aumentasse semplicemente di una volta e mezzo.
Quello tratteggiato dall’economista giapponese è uno scenario veramente estremo. Ma, non si tratta di un’esagerazione. Il mondo tecnologico, industriale e cibernetico in cui viviamo è talmente complesso e interdipendente in tutte le sue parti, che basterebbe un granellino nell’ingranaggio per mandare in tilt tutto il sistema.
Per ora sembra che possiamo stare tranquilli, il mondo non finirà così presto. Infatti, le principali compagnie del comparto energetico europeo, fra cui l’italiana ENI, stanno attivando un conto sulla Gazprombank per il pagamento del gas russo in rubli. Con l’eccezione di Polonia e Bulgaria, alle quali la Russia ha sospeso la fornitura.
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