Fabrizio Marchi
8 marzo, ieri, nella scuola dove insegno.
Nell’intervallo tra un’ora e l’altra entra la collega dell’ora successiva ala mia. Una ragazza le chiede:”Prof. Ma lei oggi non ha scioperato?” . Risposta della collega:”No, perché anche se mi sarebbe piaciuto partecipare alla manifestazione, ho ritenuto più utile venire a scuola per voi, perché le donne devono studiare, altrimenti se non studiano saranno destinate alla schiavitù”.
Schiavitù a parte che, fortunatamente, mi pare un esempio iperbolico, rispondo istintivamente:”Bè, vale anche per gli uomini!”. E lei:”Bè, sì, certo, però per le donne è diverso ma il discorso sarebbe lungo..”.
“Eh sì, sarebbe lungo infatti”, rispondo io, e la cosa finisce lì.
Il tutto non avrebbe bisogno di commenti, ovviamente, però un paio di considerazioni sono doverose. Il messaggio subliminale della collega (che già avete compreso, naturalmente), è il seguente:”I maschi comunque se la caveranno, anche se non studiano (perché la società è patriarcale e bla bla bla…) mentre voi femmine se non studiate sarete destinate a essere subalterne e sottomesse…”.
Oltre alla palese manipolazione della realtà perché tutt’al più il diverso destino fra un giovane maschio e una giovane femmina che non studiano (e che provengono da fasce sociali deboli) sarà che il primo finirà a fare il manovale e la seconda l’addetta alle pulizie o la cameriera (mestieri svolti anche da uomini ma ci siamo capiti…), è evidente che una docente non dovrebbe mai pronunciare simili parole che di fatto tendono psicologicamente a disincentivare gli studenti maschi e a trasmettergli l’idea che loro ce la faranno comunque perché hanno il vento in poppa della società che in ogni caso li sostiene. La qual cosa, oltre ad essere ovviamente falsa, è molto grave che sia sostenuta da una persona che dovrebbe essere una educatrice.
Ho voluto riportare questo piccolo ma significativo episodio per spiegare che questo è il clima che si respira nel mondo della scuola dove ormai il martellamento ideologico e psicologico della propaganda politicamente corretta e femminista è sistematico. Chiunque lavori in ambito scolastico può confermarlo. Si lavora a manipolare scientemente i giovani. Sia chiaro, è sempre avvenuto, in tutte le epoche e in tutti i contesti storici ma, a mio parere, in forme forse meno subdole e quindi relativamente più facili da contestare e contrastare.
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