La Corte internazionale di giustizia si prepara questa settimana a giudicare l’ammissibilità o meno dell’atto di accusa presentato dal Sudafrica secondo cui Israele sta commettendo un genocidio a Gaza, cosa peraltro difficilmente contestabile alla luce della Convenzione sul genocidio del 1948, che definisce lo stesso come una serie di “atti commessi con l’intento di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso”. Naturalmente le pressioni su giudici già scelti tra quelli completamente ciechi alle stragi della Nato, anzi convinti che esse sino danni collaterali dell’umanesimo capitalista, saranno fortissime perché in gioco non c’è soltanto Israele, ma tutto l’Occidente che ha sostenuto fermamente la follia omicida che si sta compiendo a Gaza, con gli Stati Uniti e il Regno Unito, in particolare, che inviano armi poi utilizzate contro la popolazione della Striscia rendendo entrambi dei complici se non degli istigatori. Secondo un cablogramma del ministero degli Esteri israeliano, trapelato sul sito Axios, Israele spera che, date le difficoltà di intentare una causa legale in difesa delle sue azioni, prevalgano invece le pressioni diplomatiche e politiche sui giudici della corte.
Da canto suo l’amministrazione Biden ha respinto la dettagliata memoria legale del Sud Africa come “priva di merito, controproducente e completamente priva di qualsiasi base di fatto”. Ciò suonerebbe palesemente ridicolo per il pubblico occidentale se avesse avuto una copertura seria su Gaza. Ma Israele ha fortemente limitato l’accesso all’enclave, uccidendo i giornalisti palestinesi a un ritmo senza precedenti per fermare i loro servizi e lasciare agli stupidi e sordidi occidentali la possibilità di dire “non sapevo” che è un classico assieme ho obbedito agli ordini. L’obiettivo strategico del governo sionista di Tel Aviv, secondo il messaggio trapelato è quello di dissuadere i giudici dal ritenere che sta commettendo un genocidio. Ma più urgente è la necessità di Israele di impedire alla Corte dell’Aia di ordinare una sospensione provvisoria dell’attacco. I funzionari israeliani sosterranno, riferisce Axios, che il suo prolungato attacco a Gaza non riesce a raggiungere la soglia del genocidio, che richiede “la creazione di condizioni che non consentano la sopravvivenza della popolazione, insieme all’intento di annientarla”.
Queste tesi delirante e inaccettabile oltre che totalmente contraria alla realtà, sarà mediaticamente e diplomaticamente sostenuta dagli Usa e dai suoi cagnolini e non potrebbe essere diversamente visto che la dottrina bellica anglosassone fin dai primi vagiti del tardo Seicento con la compagnia delle Indie ( la cui bandiera venne poi copiata dagli Usa) prevede proprio di colpire la popolazione civile dunque distruggere il morale delle popolazioni come principale asse strategico. In un contesto più specifico, anche se non riguardante la striscia di Gaza, abbiamo testimonianza dell’ex ministro degli esteri austriaco Karin Kneissl, diplomatica di lungo corso ed esperta in Medio Oriente che in una video intervista di tre giorni fa con Flavio von Witzleben, sostiene senza mezzi termini che gli attacchi contro i civili russi sono ispirati dai paesi della NATO, cosa peraltro risaputa, ma che detta da un personaggio di rilievo nel campo diplomatico pesa non poco: per l’alleanza atlantica l’uccisone di civili è un normale modus operandi, specie quando non in grado di batterli direttamente.
Dunque sul banco di accusa ci sarà tutto non solo Israele l’Occidente che non pare aver ancora compreso la trappola nella quale si è andata a cacciare : infatti contro il genocidio di Gaza si è levato un solo atto di accusa e questo proviene dal Sud Africa, ovvero da un Paese che fa parte dei Brics, l’alternativa al globalismo tentato dalle nostre élite. il mondo con chi starà: con chi dice che 15 mila bambini ( su 3 milioni di abitanti) non sono sufficienti a dichiarare il genocidio oppure con chi considera Netanyahu un assassino?
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