In relazione a quanto avvenuto ad Ischia in questi giorni, non si può non ricordare le continue alluvioni, per fortuna non catastrofiche che hanno colpito la nostra cittadina nel corso degli anni.
Chi non ricorda gli smottamenti avvenuti alcuni decenni fa su Via Monticchio, che hanno trascinato a valle su detta strada sul versante che costeggia l’area del Campus, lo strato superficiale di una delle colline del Vulture priva di alberi? (se si osserva la collina, ancora oggi si nota un taglio superficiale sulla sommità della stessa). Oppure i continui allagamenti di Piazza Fortunato, a causa di piene a seguito di piogge abbondanti, che denotano problematiche idrogeologiche a monte, in particolare oltre la strada a scendere nei pressi della Chiesa di S. Antonio (anticamente un alveo di un ruscello, probabilmente) Via Pesaro, fino a scendere appunto verso la Piazza. Vi sono sicuramente altre aree dell’abitato che causano rischio, considerata la particolare orografia del nostro territorio, quasi tutto confluisce verso la Piazza, valutando anche la insufficienza della rete di scolo delle acque piovane, senza parlare della mancata manutenzione di tombini, caditoie, ecc.
Siccome tali eventi a causa dei cambiamenti climatici non potranno che aumentare in futuro, partendo da una cultura di prevenzione dei rischi, per evitare i cosiddetti “picchi di piena” che causano danni alla viabilità e ai piani terra e interrati delle abitazioni, sarebbe opportuno creare “opere di invarianza idraulica e idrologica” a monte dell’abitato, per diminuire le portate massime di deflusso meteorico scaricate nei ricettori naturali (alcuni dei quali chiusi e urbanizzati) o artificiali di valle. Peraltro, alcuni anni fa, è stato presentato un progetto presso il ministero competente per finanziamenti relativi alla questione idrogeologica in modo tale da evitare la pericolosità in merito al rischio da frana ed idraulico, di cui non si è saputo più niente. Il rischio idrogeologico, d’altra parte, da noi probabilmente risulta anche aumentato a causa della chiusura di alcuni tratti di fossi provenienti dal monte Vulture, realizzata nel periodo post terremoto. La richiesta all’Amministrazione comunale, è quella di cercare di realizzare dei progetti ed intercettare risorse del Pnrr previste a tale scopo, avviando l’iter per uno studio dettagliato del rischio relativo all’asseto idrogeologico, se tale studio risulta assente. Sarebbe anche opportuno, anzi indispensabile, creare le condizioni per il rimboschimento di quelle colline prive di alberi che corrono sulla SS167 per Monticchio.
Associazione Alternativa Rionero