A Rionero in Vulture, negli ultimi due giorni, si sono vissuti momenti di grande apprensione dopo che la madre aveva denunciato la scomparsa della figlia 15enne, ritrovata dai Carabinieri della locale Stazione all’esito di una lunga ed incessante attività di ricerca.
Nel primo pomeriggio di giovedì scorso, 15 luglio, l’adolescente si era allontanata dalla propria abitazione lasciando un biglietto con su scritto delle parole che avevano destato molta preoccupazione nei familiari, i quali si sono immediatamente posti alla sua ricerca.
Dopo un paio di ore però, non riuscendo nell’intento, la madre ha deciso di dare l’allarme rivolgendosi alla locale caserma dei Carabinieri, ai quali ha raccontato che il gesto potesse essere ricondotto ad una reazione della giovane alla “punizione” che lei le aveva inferto, da qualche settimana, privandola del telefono cellulare.
Comunque si sarebbe tratto di un gesto assunto per la prima volta dalla giovane e di non avere idea di dove potesse essere andata.
Raccolte le prime informazioni, sono state subito avviate le ricerche sul territorio di Rionero in Vulture e dei comuni limitrofi, coinvolgendo tutti gli equipaggi in circuito della Compagnia Carabinieri di Melfi (PZ), competente per territorio, che purtroppo non hanno consentito il pronto rintraccio della ragazza. Nelle ore successive, pertanto, le ricerche sono state diramate anche in ambito nazionale e contestualmente è stata effettuava un’ancora più accurata attività informativa, ascoltando anche le amiche più strette della ragazza al fine di rinvenire elementi utili a meglio indirizzare le stesse operazioni in corso.
La perseveranza del personale della locale Stazione Carabinieri, nella serata di ieri, finalmente ha dato i suoi frutti, allorquando, alle 21.30, la ragazza è stata ritrovata all’interno dello stadio comunale “P. Corona”, luogo che aveva destinato a suo “nascondiglio” per oltre 30 ore.
La 15enne, visibilmente provata dalla lunga “avventura” ma in buone condizioni di salute, come accertato dal personale sanitario del servizio 118, è stata riaffidata ai propri genitori che l’hanno stretta a loro in un abbraccio liberatorio.