Nel reportage di qualche settimana fa, tra le innumerevoli e annose problematiche che affliggono Rionero, abbiamo trattato l’interessante tema della “memoria storica rionerese da salvare” o, per meglio specificare, della situazione dei vari palazzi gentilizi (Ciasca, Giannattasio, Villa Granata, Taverna Penta) e monumenti simbolo della cittadina vulturina che, unitamente a molti edifici privati situati nei rioni della cosiddetta “Rionero Vecchia”, vivono ormai da decenni uno stato di forte degrado estetico-strutturale, totale disuso ed abbandono che, portando su di essi i segni mai sopiti e le ferite mai rimarginate del Sisma del 1980 e di una ricostruzione post-sisma mai del tutto completata, rappresentano al tempo stesso un serio pericolo per la pubblica incolumità per via dell’elevato rischio crollo oltre ad essere un vero e proprio “oltraggio” al decoro urbano ed a quel briciolo d’identità storica ancora esistente in questa cittadina dopo la “triste fine” toccata nel corso dei decenni addietro ad altri simboli storici rioneresi (Lavatoio Pubblico Comunale, Cinema Combattenti e Piazza Fortunato) “cancellati” a seguito di decisioni politiche discutibili, avventate e scellerate.

Nel reportage di questa settimana, spaziando ancora sui tantissimi problemi che purtroppo affliggono la città di Rionero, abbiamo deciso di focalizzare la nostra attenzione sulla situazione delle nuove e più moderne aree di espansione urbana della cittadina fortunatiana ed in modo particolare sulle zone C10, C11, Contrada Scavoni, zona San Francesco-Case Popolari oltre alla zona del Piano Insediamento Produttivo (meglio nota come Zona PIP) che, nonostante il proprio stile per così dire “moderno”, presentano comunque svariate problematiche che toccano più ambiti come viabilità in condizioni precaria ed in certi punti disastrata, carenza infrastrutturale, scarsa illuminazione, assenza di aree di verde pubblico e spazi per bambini, emergenza inerente l’abbandono di rifiuti, problematica del randagismo ed altre situazioni di degrado in generale che rendono poco vivibili le zone urbane in questione.
Ma andiamo per ordine analizzando in maniera attenta ed accurata i vari problemi che interessano le zone in questione.
Nel quartiere C10, zona di nuova espansione urbana sorta tra la fine degli anni novanta e la metà degli anni duemila, persistono vari problemi di seria entità che sono stati più volte evidenziati e segnalati costantemente da vari comitati di quartiere e semplici cittadini nel corso degli anni ma che finora non hanno avuto nessuna risposta e nessuna risoluzione. Dal centro urbano di Rionero si può raggiungere il quartiere C10 percorrendo circa un chilometro della SS 167 e, una volta raggiunto il caseggiato abitativo che compone il quartiere C10, si evincono subito seri problemi per ciò che riguarda la viabilità visto che l’unica strada che consente di entrare nella C10, la nota Via Alborella Vulturina, è utilizzata dai tanti automobilisti in transito sia come via d’ingresso e sia come via d’uscita del quartiere e, ad aggravare ulteriormente le cose, si aggiunge una frequente ed abituale “sosta selvaggia” sulla strada in questione (via Alborella Vulturina) che causa spesso una vera e propria congestione del traffico veicolare arrecando innumerevoli disagi ai tanti automobilisti in transito in entrata ed in uscita dal caseggiato.
Una volta “superate” le varie difficoltà di ingresso nel quartiere si può subito notare come la C10 viva una situazione di forte emergenza di svariato genere come la totale assenza di spazi di verde pubblico e aree giochi per bambini oltre ad una condizione molto precaria che riguarda sia le strade e sia i marciapiedi interni al quartiere  le cui condizioni sono tutt’altro che ottimali e che necessitano urgentemente di interventi di sistemazione e manutenzione.

I problemi, numerosi e irrisolti, che riguardano la zona C10 non finiscono qui infatti basta uscire di poco fuori dal quartiere e spostarsi sulla già precedentemente citata “SS 167 Rionero – Monticchio”, arteria che in un tratto costeggia appunto il quartiere C10, per rendersi conto di come questa arteria sia in alcuni tratti del percorso totalmente sprovvista di marciapiede. Proprio l’assenza in alcuni punti di marciapiede in rappresenta un qualcosa di particolarmente grave per l’incolumita’ dei pedoni in transito considerata la presenza nelle vicinanze della sede di alcuni indirizzi di studi del Campus- Polo Liceale “G. Fortunato” e, proprio per questo, sono tantissimi gli studenti che percorrono quotidianamente questo tratto di strada a piedi così come sono molti gli abitanti della C10 di qualsiasi fascia d’età, soprattutto bambini ed anziani, che percorrono il tratto in questione in svariate ore della giornata e soprattutto di sera dove l’illuminazione, in certi punti inadeguata ed insufficiente rappresenti un serio pericolo per tutti i pedoni in transito.
Sempre nel tratto della SS 167 che costeggia il quartiere C10 è presente una curva di elevata pericolosita’ dove in passato si sono verificati alcuni incidenti di entità mortale e, in merito a ciò, si “vocifera” da oltre un decennio, della realizzazione di una rotatoria che possa appunto eliminare la pericolosita’ della curva in questione a cui si aggiunge l’ipotesi di asfaltare la vicina Via della Ninfea Bianca, una strada attualmente sterrata, da utilizzare come altra strada di accesso alla C10 per snellire il traffico veicolare del quartiere.
A distanza di oltre un decennio, sia la realizzazione della rotatoria per eliminare la pericolosita’ della “curva” e sia l’ipotesi di asfaltare l’attuale strada sterrata Via della Ninfea Bianca da utilizzare come altra via d’accesso al quartiere C10, restano soltanto un sogno nel cassetto atteso da anni ma mai realizzato.
Altro sogno nel cassetto da decenni invocato ma finora mai realizzato è rappresentato dal “ponte di collegamento” tra il quartiere C10 e l’adiacente quartiere C11 che, nonostante il percorso in questione preveda, come già detto in precedenza, la costruzione di un ponte di poche decine di metri che unirebbe così i due quartieri il tutto, a distanza di tantissimi anni, resta al momento e chissà per quanto tempo ancora irrealizzato.  

Spostandoci nel vicino quartiere C11, collegato alla C10 solamente da un caratteristico ponticello in legno omologato e realizzato solo per il transito pedonale ma sul quale transitano quotidianamente in barba alle regole anche vari ciclomotori a velocità sostenuta. Già da questo possiamo subito notare come anche la zona C11, nonostante la sua moderna edificazione avviata a metà degli anni duemila, presenti varie criticità che perdurano ormai da tempo.
Problemi che vanno dalla viabilità, visto il già citato e mai realizzato ponte di collegamento con la C10, fino all’emergenza rifiuti considerato che, già in passato, è stata spesso segnalata la presenza di rifiuti di vario genere abbandonati nei terreni incolti ed inutilizzati adiacenti al quartiere segno tangibile di uno scarso senso di educazione che purtroppo pervade all’interno della comunità rionerese.
Nello stesso quartiere C11, alle già evidenziate problematiche inerenti la viabilità e l’emergenza rifiuti, si aggiunge anche il problema annoso e perdurante del randagismo come conferma la presenza, soprattutto nelle ore serali, di vari branchi di cani randagi che si aggirano irrequieti tra le vie del quartiere rappresentando un serio pericolo per l’incolumita’ degli abitanti della zona in questione.
Dopo aver “esaminato” i vari problemi irrisolti che attanagliano i quartieri C10 e C11, ci spostiamo in altre zona della nuova espansione urbana rionerese ovvero le zone di Contrada Scavoni-parte di Via Brindisi e la zona del Piano Insediamento Produttivo quest’ultima nota anche con l’acronimo di zona PIP.
In queste zone, anch’esse periferiche e di moderna edificazione, i problemi sono per lo più uguali e se non peggiori di quelli che interessano la C10 e la C11.
Una viabilità disastrosa, quella inerente queste aree in questione, messa ulteriormente in evidenza dalle principali strade di collegamento che sono ridotte a delle vere e proprie “mulattiere” con numerose e pericolose buche e con le cunette per lo scolo dell’acqua piovana  presenti al ciglio della strada in molti punti inesistenti ed in altri punti esistenti ma prive della minima manutenzione. A tutto questo si aggiunge anche una illuminazione scarsa, insufficiente ed in alcuni tratti inesistente a cui fanno da “vergognoso contorno” a questa già raccapricciante situazione la quasi totale assenza di marciapiedi, un verde pubblico mai esistito ma “sostituito in modo indecoroso” dalla presenza di folte erbacce e sterpaglie presenti ai bordi della carreggiata che sono sinonimo eloquente del più totale abbandono, sporcizia e degrado in generale.
Inoltre le zone già citate, Contrada Scavoni e la stessa zona PIP, sono collegate al centro urbano di Rionero da una sola strada, ovvero Via Brindisi, che ormai da tempo risulta insufficiente per la mole quotidiana di traffico ed anche qui, la cosiddetta “sosta selvaggia”, rende ancora più complessa la circolazione veicolare soprattutto ai numerosi autotrasportatori e conducenti di vari mezzi pesanti di ogni tipo che durante la giornata raggiungono la zona Piano Insediamento Produttivo (PIP) e le aree attigue per esigenze lavorative.
La zona del Rione San Francesco, sia quella del nucleo storico abitativo sorta negli anni ’60 e sia quella di più recente edificazione come la zona delle Case Popolari e altre abitazioni sparse sorte negli ultimi decenni, è collegata al centro urbano di Rionero attraverso la trafficata e principale Via Montegrappa nota tralaltro come arteria di collegamento tra il centro urbano rionerese e l’accesso alla SS 658 Potenza-Melfi.
Anche questa area in questione presenta le stesse perduranti e irrisolte problematiche che affliggono le altre zone urbane cittadine già citate visto che oltre ad una accentuata carenza viabile-infrastrutturale, dimostrata anche dalle condizioni non certo ottimali di strade e marciapiedi, si aggiunge anche in questa zona anche la scarsa cura del verde pubblico, abbandono rifiuti di ogni tipo, allarme randagismo, degrado ambientale e tanto altro che urge di interventi immediati.

Una situazione molto difficile è complessa quella che riguarda le zone di nuova espansione urbana della cittadina fortunatiana che urgono di interventi notevoli per rendere il tutto più vivibile ed a misura di cittadino.
Dopo la situazione inerente la “memoria storica da salvare” trattata nelle scorse settimane e la situazione di degrado delle nuove zone di espansione urbane trattata questa settimana, il tutto ci porta a pensare come la città di Rionero, da centro di riferimento strategico per l’intera area del Vulture, abbia avuto negli ultimi decenni un vertiginoso declino segno tangibile del totale fallimento della classe politica governante degli ultimi decenni.
Per essere ottimisti si spera in un’inversione di rotta affinché Rionero possa rialzare finalmente la testa su tutti i fronti ma, conoscendo Rionero e soprattutto il “sistema rionerese”, anche l’ottimismo inizia a scemare lasciando spazio ad un cupo ma tuttosommato realistico pessimismo a cui ci siamo un po’ tutti abituati visti gli scenari degli ultimi decenni.


Francesco Preziuso

Di BasNews

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