di redazione…
Nel corso del Consiglio Comunale del 29 luglio ’23, si è verificato un fatto all’apparenza inaspettato, ma solo all’apparenza, poiché, a dire il vero, se ne parlava da tempo: il capogruppo della lista ‘’Unione civica per Rionero’’ (Locoro) abbandona l’opposizione ed entra nella maggioranza. Le motivazioni del passaggio addotte da Locoro, in sintesi, vertono sulla sua appartenenza al PD (con varie vicissitudini) sottolineando il suo orientamento di centro-sinistra, in coerenza, quindi, con la maggioranza consiliare, con, e nella quale, in tal modo, intende essere ancora più costruttivo nei riguardi della questioni che riguardano la nostra cittadina. Da sottolineare, il dissociarsi del secondo consigliere di detta lista (Donatello Mininni) il quale ha dichiarato di restare nella lista di cui trattasi, per non tradire gli elettori e il mandato elettorale, nonché di voler assumere la carica di capogruppo.
Diciamo da subito che, cambiare idea in politica è lecito, nessuna recriminazione personale (massimo rispetto per ognuno) però, qualche considerazione sul cosiddetto trasformismo bisogna farla, visto che in Italia ciò, e molto spesso, rappresenta una pratica del fare politica.
“Il termine “trasformismo” entrò nel linguaggio politico italiano tra la fine del 1882 e l’inizio del 1883 per definire, con chiara connotazione polemica, la politica inaugurata in quel periodo dall’allora presidente del Consiglio Agostino Depretis… In risposta a coloro che criticavano gli accordi da lui stipulati in campagna elettorale con la Destra di Marco Minghetti e lo accusavano di aver così snaturato il programma della Sinistra, Depretis si giustificava con una frase destinata a restare celebre: “Se qualcheduno vuole entrare nelle nostre file, se vuole accettare il mio modesto programma, se vuole trasformarsi e diventare progressista, come posso io respingerlo?”.
A questo punto, in relazione a quanto appena detto, ed accaduto in Consiglio Comunale a Rionero, due semplici domande bisognerebbe porle in primis alla maggioranza consiliare, cioè: la maggioranza, come detto prima, quindi, la lista denominata “Oltre”, ha rappresentato l’elemento attrattore, oppure, ha semplicemente spalancato le braccia? E di conseguenza, al di là delle motivazioni addotte in Consiglio, in special modo per chi non segue le attività consiliari (sono in tanti) che peso possono avere le ragioni ideologiche e di valori, in merito alle amministrative? Nei Comuni si dovrebbero solo affrontare e risolvere questioni concrete, con un minimo di programmazione, avendo, per quanto possibile, una buona visione di insieme delle problematiche. Evidentemente, la maggioranza consiliare (la vera responsabile di questo atto di trasformismo, che, sottolinea la mancanza di coerenza e rispetto per gli elettori: il trasformismo è questo) a quanto pare, riscontra al suo interno problematiche di tenuta di tipo politico (questo l’elettore-cittadino penserà) altrimenti perché avallare un’operazione di questo tipo: solo per infantilismo politico? In ogni caso dal punto di vista politico, questo è un fatto di una gravità assoluta!
Insomma, in generale, ritornando al trasformismo, la politica italiana, offre innumerevoli esempi di politici che cambiano schieramento, i quali dichiarano che è lecito cambiare idea, e ciò è sinonimo di apertura mentale. E’ pur vero che la Costituzione lo consente, ma non si può ignorare il discredito che il cittadino indirizza ai “politici” che tradiscono il proprio mandato elettorale, cittadini, che, apprezzerebbero sicuramente le dimissioni, nonché, il dignitoso ritorno alla vita privata del “politico in questione”, di cui non si sentirebbe certamente la mancanza.
Da riscontrare, poi, ritornando al caso locale, l’assenza quasi assoluta dell’opposizione qui da noi, altro tradimento del mandato elettorale, diretta conseguenza del degrado culturale della politica, che, un tempo, era rappresentata dai partiti, contenitori con tanti problemi, ma che in qualche modo facevano formazione, e per certi versi, rappresentavano un riferimento di tipo morale, di appartenenza, di carattere filosofico, prima che politico-pratico. Adesso invece, pseudo partiti, e il nulla culturale diventato sistema, caratterizzato dalla mancanza assoluta di senso del bene comune, anche ed in special modo da parte dei cittadini, ai quali non interessa la cosa pubblica, ma delegano, pensando, all’occorrenza, di rivolgersi all’eletto per risolvere problemi personali.
In ultimo, alla luce di quanto esposto, e sempre in generale in merito al trasformismo, una semplice domanda: per quale motivo si dovrebbe continuare ad andare a votare, se ci si serve del cittadino, fingendo di servirlo?