introduzione storica di Francesco Preziuso
In molti, sia tra i vari storici di rilievo ma anche tra i tanti esperti o semplici appassionati cultori della storia in generale, hanno sempre affermato per secoli e con errata convinzione come, le prime tracce di storia riguardanti Rionero, affondano le proprie radici storiche per l’esattezza all’anno 1152 con la nascita, in quel periodo, del primo nucleo abitativo rionerese che, costituito da un piccolo casale, prese il nome di Casale di Santa Maria di Rivonigro per via della presenza, nelle adiacenze, del torrente “Rivo Nigro”, sorgente affiorante dal tufo vulcanico di colore nero mentre, secondo altri, il nome deriverebbe invece da “Are Nigro” in riferimento al terreno nero della zona in questione e dalle cui pietre pozzolaniche erano costruite le abitazioni.
La vera storia di Rionero è invece molto più antica di quella datata 1152 che purtroppo, da sempre, viene erroneamente presa in considerazione visto che, questo territorio da sempre crocevia di popoli, era abitato già in epoca romana a partire dal IV° secolo a.C. e con il tutto chiaramente dimostrato dal ritrovamento, nel corso del tempo nel territorio rionerese, di varie testimonianze storiche importanti come le varie tombe risalenti all’epoca romana rinvenute nelle località San Francesco, Cappella del Priore e Padulo, i resti di un vecchio acquedotto romano visibili nei pressi della fiumara di Ripacandida nelle vicinanze dell’attuale abitato oltre al complesso archeologico di Torre degli Embrici dove alcuni decenni fa, attraverso una serie di scavi diretti dal noto archeologo statunitense Prof. Richard Fletcher, vennero alla luce i resti di un’ampia ed antica Villa Patrizia romana presumibilmente adibita a stabilimento agricolo-termale e risalente al II°secolo a.C.
Anche nel periodo storico del Medioevo, in tutto quello che ad oggi è l’agro territoriale rionerese, si insediarono vari popoli tra cui alcuni monaci basiliani provenienti dalla penisola balcanica (giunti da queste parti intorno alla fine del VIII° e l’inizio del IX° secolo per sfuggire alle persecuzioni iconoclastiche messe in atto dall’Impero Bizantino), i normanni (giunti intorno al X° secolo), gli svevi (giunti verso il secolo XI°), gli angioini (giunti intorno al XII° secolo) e gli albanesi (giunti nella zona del Vulture intorno al XV° secolo e stabilitisi nella zona del Vulture ed anche a Rionero).
Tutti questi popoli susseguitisi nel corso dei secoli in quello che oggi è il territorio di Rionero lasciarono, usando un eufemismo, il segno della loro presenza con il tutto che è ancora ad oggi pienamente dimostrato, testimoniato e confermato dalla presenza di svariate opere storico-architettoniche risalenti alle varie epoche passate come la maestosa Abbazia di San Michele Arcangelo (VIII° secolo) ed i resti del Monastero di Sant’Ippolito (X° secolo) entrambe situate a Monticchio Laghi e realizzate ad opera dei monaci basiliani provenienti dai balcani, il Castello di Monticchio noto anche come Castrum Monticuli edificato in epoca pre-normanna e per l’esattezza nel X° secolo e situato su un’arguta collina in località Monticchio Sgarroni, oltre alle chiese rioneresi di Sant’Antonio Abate (realizzata tra il XII° e il XIII° secolo dagli abati benedettini di Monticchio) e del Santissimo Sacramento
(realizzate dagli albanesi intorno al XV° secolo) con quest’ultima edificata proprio ove un tempo era situata l’antica chiesa di Santa Maria di Rivonigro realizzata intorno al XIII° secolo proprio in quella zona che costituì il primo nucleo abitativo rionerese poi scomparso dalla prima metà del trecento.
Infatti, proprio agli inizi del trecento e per l’esattezza nell’anno 1316 durante il periodo del dominio angioino, il conte Giovanni D’Angiò accordò esenzioni fiscali a tutti coloro che si trasferivano nella vicina Atella e fu così che, nel giro di qualche decennio, Rionero venne definitivamente abbandonata dai suoi abitanti per poi essere ripopolata intorno alla metà del XV° secolo da alcuni albanesi stanziatisi nell’intera zona del Vulture ed anche a Rionero dove, assieme ad un gruppo di pastori pugliesi, si stabilirono nei pressi della Chiesa di Sant’Antonio Abate ripopolando così questo luogo.
Sempre in riferimento al già citato periodo angioino, in un documento datato 1277, si parla della presenza, in quello specifico periodo, dell’Universitas di Rivinigri.
Inoltre, il 2 Aprile del 1502, proprio qui a Rionero avvenne il famoso incontro tra il comandante dell’esercito francese Louis D’Armagnac ed il comandante dell’esercito spagnolo Consalvo Fernandez de Cordova che si incontrarono nei pressi della Chiesa di Sant’Antonio Abate per la stipula degli accordi inerenti alla spartizione del Regno di Napoli.
In epoca moderna, nel periodo compreso tra il XVI° ed il XIX° secolo, varie furono le famiglie nobiliari che vi si insediarono qui a Rionero e tra questi vi furono i Granata, i Fortunato, i Giannattasio, i Catena, i Ciasca, i Rotondo, i Pierri, i Corona ed altre famiglie.
Anche dal punto di vista prettamente demografico Rionero ebbe un forte incremento tanto da arrivare a contare 3000 abitanti (nell’anno 1735), 9000 abitanti (nell’anno 1752) ed 11000 abitanti alla fine del 1700 tanto da risultare il secondo comune più popoloso dell’intera Basilicata dopo Matera che di abitanti ne aveva 12500.
Proprio alla storia delle tante famiglie nobiliari della Rionero del passato sono legati i vari edifici gentilizi presenti a Rionero come Palazzo Giannattasio (risalente al XVII° secolo), Palazzo Fortunato (XVIII° secolo), Palazzo Ciasca (XVIII° secolo), Palazzo Catena (XVIII° secolo), Palazzo Pierro (XVIII°secolo), Palazzo Rotondo (XVIII°), Palazzo Corona (XVIII° secolo), Palazzo Catenacci (XIX° secolo) e Villa Granata (XVIII° secolo).
Oltre ai già menzionati palazzi gentilizi appartenuti alle nobili famiglie rioneresi del passato, a Rionero, sono presenti anche varie opere architettoniche religiose, quasi tutte in stile barocco, come la Chiesa Madre di San Marco Evangelista (XVI° secolo), la Chiesa dell’Annunziata (XVIII°secolo), la Chiesa di San Nicola (VIII° secolo), la Chiesa di San Pasquale (XVIII° secolo) e la Chiesa del Santissimo (XVI° secolo) che si aggiungono alle più antiche e già precedentemente citate Chiese di Sant’Antonio Abate (XIII° secolo) e del Santissimo Sacramento (XV° secolo) mentre, in passato, era presente anche la Chiesa della Madonna del Caravaggio (risalente al XVIII° secolo e sita nel Rione Costa) che venne poi demolita a seguito dei gravi danni subiti dal devastante terremoto del 1930.
Altre opere architettoniche presenti a Rionero sono Taverna Penta (risalente al XVIII° secolo) e la famosa e più recente Torre del’Orologio, meglio nota come Orologio della Costa (risalente alla fine del XIX° secolo).
Una storia lunga ed importante quella di Rionero che è chiaramente dimostrata dal vasto patrimonio storico, architettonico e artistico presente in questo luogo che, nel corso del tempo, ha dato inoltre i natali a personalità illustri su tutti il patriota e religioso Michele Granata (1748-1799), il grande storico e politico meridionalista Giustino Fortunato (1848-1932), il capo indiscusso del brigantaggio post-unitario Carmine Crocco (1830-1905), il politico ed ingegnere Giuseppe Catenacci (1893-1975) e tanti altri figli illustri di questa città affermatisi in svariati ambiti nel corso del tempo.
Lasciando il passato, ritornando al presente ma rimanendo sempre strettamente in tema di storia locale, è di recente la pubblicazione dell’ultimissima opera bibliografica di genere prettamente storico realizzata dal poliedrico artista, cultore di storia e scrittore rionerese Ivan Larotonda che, attraverso una serie di meticolose ricerche storiche dettagliate e documentate, è riuscito a portare alla luce una serie di notizie storiche attendibili che dimostrano ancora una volta come Rionero abbia radici storiche molto più antiche di quelle datate 1152 e che purtroppo per secoli gli storici hanno erroneamente affermato.
Nel contenuto di questo ultimo ed interessante volume di Ivan Larotonda dal titolo “Rionero Antiqua” emerge come la storia di Rionero abbia radici antichissime risalenti all’epoca romana tanto che, all’interno del volume, si fa riferimento al passaggio all’interno di quello che oggi è il territorio di Rionero della famosa ed antica strada romana nota come Via Herculea.
Per conoscere più da vicino quello che è il contenuto dell’interessantissimo volume “Rionero Antiqua” abbiamo incontrato l’autore IVAN LAROTONDA che ci ha gentilmente rilasciato l’intervista audio che segue: