Di recente è stato siglato il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) riguardante il personale del comparto sanitario, nello specifico la sezione dedicata alla ricerca sanitaria e alle attività di supporto ad essa correlate per il triennio 2019-2021. Benché non completamente soddisfacente, l’accordo getta le fondamenta per l’avanzamento del personale della ricerca verso ruoli dirigenziali. Il tavolo negoziale ha registrato significativi miglioramenti rispetto alla prima proposta presentata dall’ARAN (Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni) la quale originariamente prevedeva un contratto basato sul vecchio sistema di classificazione del personale. Le principali novità introdotte sono le seguenti: 1. Nuovo sistema di progressione economica per i Collaboratori professionali della ricerca sanitaria: Saranno costituiti dei Differenziali Economici di Professionalità (DEP) seguendo le disposizioni del CCNL del comparto, permettendo una più chiara definizione delle carriere e dei relativi sviluppi. 2. Rinnovato sistema degli incarichi di funzione: Sia per i profili di collaboratore che di ricercatore sanitario, sarà adottata la proposta della FIALS (Federazione Italiana Autonoma Lavoratori della Sanità) per ridurre da 8 a 6 anni il tempo di accesso al ruolo di responsabile di ricerca, favorendo così una maggiore rotazione dei compiti e un’evoluzione più rapida delle carriere. 3. Importante progresso sul fronte delle assunzioni a tempo indeterminato: Il contratto garantirà l’assunzione stabile sia per i nuovi ingressi nel settore che per la stabilizzazione del personale precario, che ha lungamente sofferto l’incertezza del lavoro precario. Questo riconoscimento si tradurrà nell’assegnazione di un contratto a tempo indeterminato, che rappresenterà un riconoscimento del valore e dell’esperienza maturata anche nei decenni di servizio svolto in condizioni precarie. Un aspetto particolarmente significativo è che l’assunzione avverrà in conformità con l’attuale legislazione vigente e non esclusivamente secondo la legge 205/17, che fino ad ora ha regolamentato la cosiddetta “piramide della ricerca”. Pertanto, il processo di assunzione terrà conto di tutte le leggi in vigore che consentono l’accesso a un impiego stabile, inclusa la stabilizzazione del personale. L’accordo raggiunto rappresenta un passo avanti nel miglioramento delle condizioni lavorative e delle opportunità di crescita per il personale impiegato nel settore della ricerca sanitaria. Ciò riflette un impegno congiunto delle parti coinvolte per potenziare il comparto, promuovere l’innovazione e assicurare una gestione più efficiente delle risorse umane.
“L’ipotesi di contratto sottoscritta oggi da Aran e sindacati – ricorda dal canto suo il Segretario Provinciale Fials Libutti riguarda oltre 2mila professionalità impegnate quotidianamente in un settore, quello della ricerca, particolarmente importante per la nostra sanità e rispetto al quale è necessario dare certezza di un percorso che riconosca loro una valorizzazione professionale”. Il contratto relativo al personale degli Istituti di ricerca sanitaria Irccs e Izs, aggiunge, “tiene conto delle sue specificità rispetto al restante personale del comparto sanità con particolare riferimento alla rimodulazione della disciplina di alcuni istituti contrattuali del rapporto di lavoro e del trattamento economico”.
Concluso l’iter necessario “verranno garantiti gli adeguamenti previsti in busta paga e gli arretrati dovuti”.