Il Governo Bardi lascia a data da destinarsi le questioni politiche e sociali ancora aperte e sempre più urgenti.
“Il nuovo corso e il cambiamento annunciato continuano a rimanere un miraggio. I cambiamenti, infatti, dovrebbero arrivare sempre e solo se accompagnati dai processi di riforma che, in questi 26 mesi, non abbiamo ancora visto neanche apparire. Non si vedono all’orizzonte le tanto sbandierate riforme, rimaste sui palchi della campagna elettorale, come quella sanitaria “spifferata” e da loro stessi stracciata, quella delle politiche attive del lavoro, della forestazione, dei processi di sviluppo industriali, dell’agroalimentare e quella sull’utilizzo delle energie. In particolare, le rinnovabili che proprio nel periodo di transizione energetica ed ecologica si tenta di bloccare piuttosto che regolamentare e sviluppare.
Solo gli ordini del giorno da me presentati per la risoluzione del rifinanziamento della Fondazione Matera 2019 e per l’incremento della TPL hanno trovato – e ringrazio tutti i colleghi per questo – l’approvazione in Consiglio.
Rimangono invece irrisolti tanti temi. L’immobilismo sull’utilizzo dei 152 milioni di euro del dissesto idrogeologico, la sostanziale paralisi dell’Agenzia per il Lavoro Arlab ufficialmente ancora senza direttore generale, il declino irreversibile dell’ASM senza direttore generale da oltre 16 mesi, con Direttore Generale e Amministrativo facenti funzioni utilizzati e umiliati e commissari nominati ma ancora non pervenuti.
Quasi a metà legislatura Bardi, il Governo di centrodestra a trazione Lega prosegue ancora rinfacciando accuse stucchevoli sulle presunte eredità del passato, o dando la colpa la pandemia, e non si è ancora praticamente avviato. Le riforme sui settori nevralgici neanche accennate. Quelle necessarie, come il Consorzio Industriale di Potenza posto in liquidazione, da 3 mesi non sono guidate nell’attuazione da nessuno, aspettando che il commissario individuato accetti l’incarico. Così l’attesa di costituzione di APIBAS tiene bloccati 5 milioni di euro nel bilancio. Il turismo e la cultura oramai abbandonati alle sole azioni di sostegno e assistenza, pure utili ma certamente non sufficienti se non sostenute dalla realizzazione di un piano strategico di rilancio post pandemia. Il “cambiamento” quindi attesto rimane quindi solo un bell’enunciato ormai divenuto illusione per i lucani e le lucane.”
Lo dichiara il Consigliere Regionale Luca Braia, capogruppo Italia Viva.
“Abbiamo aspettato 4 mesi – prosegue Luca Braia – in attesa che relazione Programmatica, Def e Bilancio potessero disegnare un orizzonte per assistere a un sostanziale nulla di fatto, compiuto in solitudine senza neanche il coinvolgimento attivo delle parti datoriali e dei sindacati.
Nonostante l’approvazione a tarda notte, è stato impossibile in Consiglio Regionale fare una discussione di merito ed approfondita , soprattutto, politica sulle prospettive e sul futuro della Basilicata, legate al bilancio di previsione 2021/2023. Un bilancio asfittico e tecnico, approvato dalla maggioranza e utile solo a rispettare gli obblighi temporali imposti dalla norma al fine riuscire dalla gestione provvisoria che ha immobilizzato ogni spesa e ogni investimento in questa nostra regione. Per esclusivo e profondo senso di rispetto e responsabilità verso la comunità di Basilicata, ci siamo posti in prospettiva collaborativa e, pertanto, abbiamo voluto evitare un confronto conflittuale che avrebbe potuto ritardare ancora di più la sua approvazione.
Rimaniamo, però, come Italia Viva, molto critici nel metodo e nel merito rispetto a questo bilancio che, per volere dello stesso Bardi, non ci ha visto discutere nemmeno degli indirizzi su cui avviare l’azione politica della Regione nel prossimo triennio. Discussione che abbiamo dovuto accettare di rinviare alle prossime settimane, quando sarà discusso il collegato e saranno state riaccertate le somme.
Come ultimo tentativo di riportare il Governo sugli impegni politici e sui problemi abbiamo sottoposto all’attenzione e alla valutazione dell’assise ben 11 ordini del giorno che recuperavano i contenuti dei diversi emendamenti da noi presentati, chiedendo impegni precisi e puntuali su questioni importantissime.
Purtroppo le risorse ulteriori per la copertura economica relativa al personale ex Agrobios, il rinnovo dei contributi alla Caritas, il cofinanziamento di AGEA, lo stanziamento per i comuni confinanti ai pozzi petroliferi, il sostegno al mondo della cooperazione, l’attuazione del programma di forestazione regionale, lo scorrimento della graduatoria esistente dei giovani per il primo insediamento in agricoltura non hanno trovato ascolto o coerenza.
Il Presidente Bardi ha preso l’impegno, nel giro di qualche settimana, di ri-convocare un Consiglio Regionale nel quale discutere, in maniera profonda e concreta, e decidere su cosa o come investire le poste messe in bilancio anche alla luce degli aggiornamenti che riceveremo.
Rimangono in attesa di essere discusse – conclude il Consigliere Braia – le nostre proposte di legge sulla riforma della gestione della forestazione e istituzione di una agenzia forestale e Young act che valorizza, sostenendoli, i giovani. Si stralcia il nostro contributo alla relazione programmatica ma parallelamente si invoca alla collaborazione, da noi sempre manifestata, infine si bocciano i nostri ODG pur condividendoli, con un voto contrario che umilia la coerenza sbandierata. È arrivato il momento che Bardi e la sua maggioranza escano dall’equivoco e comincino a passare dalle parole ai fatti. I lucani e le lucane sono stufi di aspettare ancora.”
Luca Braia, capogruppo Italia Viva