“Ancora una volta va dato merito all’opposizione per aver voluto finalmente un confronto in Consiglio Regionale e per aver consentito l’approvazione di una risoluzione sui temi strategici quali energia e implementazioni connesse all’aumento esponenziale dei costi oltre che sull’effetto dei bonus nazionali per la ripartenza del comparto dell’edilizia. L’assenza del Presidente Bardi e degli assessori di Lega e Forza Italia Merra, Fanelli e Leone è solo l’ennesima dimostrazione che, nemmeno in merito ai temi su cui si costruisce il presente ed il futuro della Basilicata, si riescono a “sospendere” gli effetti di una “crisi” politica interna alla maggioranza che, continua a paralizzare una regione, da mesi, già immobile di suo.”
Lo dichiara il Consigliere Regionale Luca Braia, capogruppo Italia Viva.
“Il momento è delicatissimo.” Prosegue Luca Braia. “Famiglie e imprese sembrano intravedere una ripresa dopo due anni di sostanziale lockdown pandemico e ora rischiano di collassare definitivamente per una esponenziale impennata dei costi di carburante ed energia, quindi consequenziali dell’inflazione che rischia di attestarsi per il 2022 al 5%, come non avveniva da prima dell’Euro.
Occorre rivedere il PIEAR che dal 2010 ha permesso alla Basilicata di essere la prima regione in Italia per impianti di produzione di energia rinnovabile, alla luce della transizione energetica in atto, degli obiettivi indicati nel PNRR e nell’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Occorre completare immediatamente il Piano Paesistico Regionale per rendere possibile la pianificazione e valorizzare al meglio le risorse naturali, indicando le aree vocate e ampliando l’introduzione degli impianti per le rinnovabili (eolico, fotovoltaico, biomassa, geotermia, ecc..) Decisiva sarà l’azione che si dovrà intraprendere attraverso l’inderogabile processo di semplificazione burocratica e di rafforzamento degli uffici: per le istruttorie in aumento, sono ridotti ormai all’osso e nemmeno più in condizione di gestire l’ordinario.
Gli uffici ex difesa del suolo, paesaggistica e l’ufficio Energia del Dipartimento Ambiente facenti oggi capo all’Assessore Rosa e, alle infrastrutture, all’Assessore Merra, sono sommersi di pratiche che non vengono istruite per il ridotto numero di personale tecnico disponibile. Oltre 350 quelle sono quelle relative agli impianti di energia rinnovabili da istruire, oltre 300 quelle legate ai vari bonus edilizia in particolare, bonus 110%. Una paralisi imputabile all’incapacità conclamata di organizzare gli uffici, dotarli di personale sufficiente e qualificato che va a coincidere, purtroppo, con il periodo storico più importante per il settore privato, da sostenere e accompagnare negli investimenti connessi, proprio alla transizione energetica.
Allucinante registrare, per motivi esclusivi contrasti politici, un ritardo di 3 mesi dall’approvazione in commissione, con la non approvazione di una delibera per il regolamento attuativo della legge regionale sulla sismica che semplificherebbe le procedure e alleggerirebbe il carico di lavoro agli uffici, chiamando a responsabilità maggiore i professionisti.
La Basilicata può e deve fare molto di più in termini di sostegno a famiglie e imprese, questo abbiamo detto a gran voce in Consiglio: abbiamo il gas connesso alle estrazioni Total Concessione Tempa Rossa che da Gennaio del 2020 è nelle nostre disponibilità nel quantitativo di 40 milioni di mc all’anno, oltre a quello connesso alle estrazioni dell’accordo Eni-Regione, che attualmente prevede 160 milioni di mc all’anno. Non essendo questo ancora ratificato, potrebbe essere portato a 400 milioni e ad Eni, comunque, ne resterebbe più di un miliardo. Questa operazione porterebbe nelle casse della regione altri 150 milioni di euro l’anno, con cui sostenere le politiche legate a transizione energetica e sviluppo sostenibile. Come utilizzare quindi questi 200 milioni di mc minimo di gas per sostenere famiglie e imprese? La relazione con l’autorità unica per l’energia presieduta da Bubbico è decisiva, come la condivisione con la comunità tutta fondamentale per evitare scelte non legate alla realtà.
Il PITESAI deve riguardarci solo per l’estrazione controllata, a noi vantaggiosa, del gas in Basilicata, senza approcci ideologici e con la precondizione del totale rispetto dell’ambiente e della salute per i cittadini. Gli unici “progetti” da valutare in futuro dovranno essere solo quelli capaci di proiettare la Basilicata nel futuro “sostenibile” in termini di infrastrutture, mobilità, sviluppo, occupazione ed economia sociale, a partire dal mantenimento degli insediamenti produttivi esistenti e di quelli da attrarre se connessi alle frontiere dell’energia rappresentata dall’idrogeno.
E’ arrivato il tempo di giocare la partita al massimo livello, il gas dal 2018 ad oggi è passato da 0.18 E/Mc a 0.87 Euro/Mc, gli introiti per le compagnie petrolifere che estraggono (Eni e Total) sono triplicati, così come le entrate potenziali della Regione Basilicata da quantificare in trasparenza e di cui bisognerà tenere conto.
Proprio con questo bisognerà fare fronte ai maggiori costi energetici di enti regionali e sub regionali, di enti locali e, contemporaneamente, sostenere famiglie e imprese in questo difficile momento. Si sostengano ad esempio proprio le famiglie, a partire da quelle meno abbienti, per finanziare al 100% la realizzazione degli impianti fotovoltaici per autoconsumo, si infrastrutturino le aree industriali e produttive regionali per produrre energia, proposta da noi già inserita nel piano strategico regionale. Si assegni un contributo una tantum, sul modello dell’iniziativa da noi messa in campo nel 2015, almeno a tutte le famiglie dei comuni della Concessione Total ed Eni, ma si valuti la possibilità di estenderla a tutti i comuni della Basilicata. Si finanzino in maniera importante e concreta le comunità energetiche a partire dalla legge Regionale, proposta dalla collega Sileo, di prossima approvazione e sulla quale abbiamo come Italia Viva apposto la nostra firma.
Vi è un errore madornale da noi denunciato da sempre, nell’accordo fatto nel 2019 con Total per il gas: da essere illimitato per la Basilicata (così come previsto nel 2006) è stato fissato a 40 milioni di mc/annui. Pertanto, a prezzi attuali, nella proiezione trentennale (sino ad altri 750 milioni di mc in 20 anni) potrebbe costarci sino a circa 600 milioni di euro di mancati introiti. Infatti, l’eccedenza è stata incredibilmente regalata a Total che, in cambio di briciole, si è portata a casa un patrimonio che sapeva bene essere enorme e che, in caso di guerra Russia-Ucraina, potrebbe diventare di valore inestimabile.
Al comparto agricolo, che produce cibo come bene primario, custode del territorio, a nostro avviso va riservata un’attenzione particolare. La nostra proposta, per ora non accolta, individua nella platea delle 13000 aziende che fanno uso di carburante agricolo, i destinatari di un contributo di 0.35 centesimi a litro, sino a 1500 litri di carburante consumato, con cui fronte ai maggiori oneri che stanno pagando, con il serio rischio di aumento dell’abbandono dei campi, per un impegno di poco più di 4 milioni di euro.
In attesa che il Presidente Bardi e il suo centro destra riprendano a governare la Regione -ove mai avessero cominciato – risolvendo questa crisi politica istituzionale infinita, prima che il Pnrr, i fondi europei e le altre occasioni messe in campo dal Governo nazionale vengano perse, condannando definitivamente la nostra regione ad una ulteriore regressione. Quanto condiviso e votato con la risoluzione va messo immediatamente in atto. Sarebbe un enorme passo in avanti per la nostra Basilicata.”