MARIO DRAGHI

di Fabio Torriero

L’Italia è il paese dell’ipocrisia, dell’ideologia a costo zero (per questo sempre assolutista, giacobina e astratta), e del trasformismo, del gattopardismo.

Dopo la “stagione vaccinista”, che tornerà certamente a settembre-ottobre (basti leggere il Decreto di Palazzo Chigi che ha interrotto, non abolito, il super Green-pass, con liceità di recuperarlo, qualora i contagi dovessero risalire; quindi, una comunicazione-bufala), adesso è il tempo della guerra.
E come per il Covid abbiamo parlato di “regime-Covid”, ossia la gestione etico-politica del virus, ora possiamo parlare di “regime-Ucraina”, la gestione etico-moralista-religiosa del conflitto.

Un regime-2.0 fatto, appunto, di tanto ideologismo, tanta ipocrisia e tanto gattopardismo.
L’ideologismo lo vorrebbe imporre Draghi, che smarrita per ovvi motivi contingenti, la mistica salvifica del Recovery, avendo dovuto fare marcia indietro rispetto alla Green Economy (ha ammesso l’opportunità di pensare a un mix energetico, comprendendo anche l’odiato carbone, l’odiato gas e l’odiato petrolio: rinnovabili rimandate a data da destinarsi), appalesando una scarsa visione economica e politica, se non ribadire il vassallaggio verso i poteri forti di Bruxelles e gli Usa, appena ha percepito i primi segni di rabbia, insofferenza, protesta da parte dei cittadini, e ascoltato la posizione di Conte sulle armi, è tornato al Colle per dire a Mattarella “mi riprendo il pallone e me ne vado”; “tu mi hai voluto, tu mi garantisci”.

La duplice gestione del virus e dell’emergenza-Ucraina, come noto, ha partorito le attuali opposte tifoserie: non più destra contro sinistra, ma sì-vax contro no-vax; e da un mese “fan club pro-Ucraina” contro “filo-putiniani”. Pure qui, due modi per non guardare la realtà. Risultato, anziché affrontare insieme il caro-carburante, il caro-bollette, la crisi economica, gli italiani preferiscono dividersi, ammazzarsi sul nulla.

Il trasformismo poi, è vedere il nevrotico cambio di casacca che ribadisce una nostra malattia genetica che non si limita alla transumanza partitica e parlamentare: da destra a sinistra, da sinistra a destra, passando per il centro di gravità permanente.

In soldoni, gli ex sinistri che durante la guerra fredda tifavano per la Russia comunista, stanno oggi con gli Usa, con i liberal, con l’assolutismo e legalitarismo parlamentare (che ha giustificato in passato le varie guerre umanitarie o di ingerenza democratica); i destri stanno prevalentemente con Putin, non più mostro comunista, ma nuova bandiera dei valori identitari, cristiani, europei, che l’Occidente materialista, laicizzato, indebolito etnicamente (i troppi migranti) e infiacchito moralmente (il consumismo, il gender, l’utero in affitto, la droga, i matrimoni gay, la logica che ogni desiderio diventa un diritto etc), ha smarrito e tradito.

L’ipocrisia, infine, è esplosa sulle armi. Siamo sempre pacifisti a costo zero. Predichiamo la pace ma mandiamo le armi contro Putin, nel nome dell’idea che il sangue si lava col sangue. Siamo ecologisti ma impianti vicino casa mai. Siamo sudditi degli Usa ma quando le sanzioni si ripercuotono contro il nostro tenore di vita, ci ribelliamo. Vogliamo un’Europa più autonoma dagli Usa e di fronte all’eventualità di un esercito europeo o di un aumento delle spese militari, per strutturare questa autonomia, diciamo no. Però in quanto a dichiarazioni da studio tv, da social, da divano di casa, siamo perfetti.
Amiamo il papa quando parla di umanità, migranti, poverelli, accoglienza, censuriamo il papa quando parla di gender, aborto, eutanasia, consacra Ucraina e Russia al cuore immacolato di Maria (se fosse stata solo per l’Ucraina sai che encomi) e rifiuta l’aumento delle spese militari.
Ne usciremo? Prima di dare lezioni agli altri popoli, dobbiamo guardarci meglio.

fonte:

Di BasNews

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