Sono quasi dieci anni che, in qualità di Consigliere regionale, porto all’attenzione dell’opinione pubblica lucana, senza voler fare la Cassandra o pontificare, il problema dello spopolamento. Le mie analisi e le mie riflessioni trovano ripetutamente conferma negli studi, che, con cadenza periodica, vengono pubblicati. L’ultimo è il “Rapporto annuale 2023. La situazione del paese”, presentato pochi giorni fa dall’Istat. L’istituto di statistica ancora una volta ha dedicato ampio spazio alla questione demografica in Italia, dove gli effetti dell’invecchiamento della popolazione si fanno sempre più evidenti: il consistente calo delle nascite registrato nel 2022 rispetto al 2019, circa 27 mila nascite in meno, è dovuto per l’80 per cento alla diminuzione delle donne tra 15 e 49 anni di età e per il restante 20 per cento al calo della fecondità.
Uno scenario, dunque, molto chiaro e preoccupante. L’invecchiamento è destinato ad accentuarsi nei prossimi anni, con effetti negativi sul tasso di crescita del Pil pro capite. Quali soluzioni a livello nazionale e a livello locale vengono proposte? Non illudiamoci nel vedere i nostri borghi animati in questo periodo anche con il ritorno di tanti corregionali e giovani, sparsi in Italia e nel mondo per motivi di studio e di lavoro. L’Istat ha sottolineato la necessità di investire sul benessere delle nuove generazioni. Solo così – si evidenzia – «si può fare in modo che l’insufficiente ricambio generazionale sia in parte compensato dalla loro maggiore valorizzazione».
Un altro aspetto riguarda gli indicatori relativi al benessere dei giovani in Italia, situati ai livelli più bassi in Europa. Servono massicci investimenti per uscire dalla crisi, servono interventi in grado di accompagnare e sostenere il benessere dei giovani nelle diverse fasi dei percorsi di vita, intervenendo fin dai primi anni di vita.
In Basilicata si fatica ad invertire la rotta. Il presidente della Giunta regionale, Vito Bardi, ha subito dopo la pubblicazione del rapporto Istat chiarito che «si tratta di un trend iniziato venti anni fa, che apre prospettive drammatiche per i prossimi 20 anni, con la perdita prevista del 30% della forza lavoro». Ecco perché nel prossimo autunno, a pochi mesi dalle elezioni regionali del 2024, ha annunciato che verranno convocati gli “Stati generali della natalità” in Basilicata, «aperto a tutti, con i contributi delle parti sociali, di esponenti del governo e soprattutto rivolto ai giovani».
Spero che gli Stati generali possano davvero essere l’occasione per analizzare un fenomeno mai affrontato prima o, comunque, preso in considerazione superficialmente dai soloni della politica regionale, che, in oltre vent’anni di clientelismo famelico, hanno lasciato macerie e sottosviluppo. Questi soloni sono concentrati soltanto a difendere le proprie posizioni e con una deprimente autoreferenzialità intendono trasformare l’agone politico in un luogo di rivincite (per non dire vendette).
Occorre il contributo di tutti. La politica è servizio verso la comunità, non trampolino per carriere personali. La Basilicata, se mancheranno ancora una volta interventi mirati (in materia di infrastrutture, industrializzazione coerente con le nostre peculiarità territoriali, turismo, imprenditoria femminile, sanità, servizi alle persone, per citare alcuni esempi), è destinata a veder segnato per sempre il proprio futuro.
Gianni Leggieri, Consigliere regionale