di Redazione

E’ notizia di alcuni giorni fa circa una truffa relativa alla fornitura all’ospedale San Carlo di Potenza di un macchinario per la radioterapia risultato di seconda mano, spacciato per nuovo e di ultima generazione. Il macchinario sarebbe stato già installato in un altro ospedale in Svezia, invece di risultare un’apparecchiatura nuova con caratteristiche tecniche di ultima generazione, così come stabilito nel contratto e relativo capitolato di gara. L’Azienda Ospedaliera lucana, aveva liquidato la fornitura attraverso un versamento complessivo di oltre 2 milioni e 200 mila euro. Da qui, il decreto di sequestro preventivo pari ad un valore di 529.400 euro, cioè a dire, la differenza tra la somma pagata da una società di Parma per l’acquisto del sistema usato, e quanto liquidato dall’Azienda Ospedaliera.

Questa notizia, al di là della vicenda giudiziaria, non può che far avviare una serie di considerazioni relative alla radioterapia a Potenza, e alla sanità lucana in generale. In primo luogo, prima delle considerazioni appena accennate, bisogna porsi una domanda: Possibile che in quell’ospedale non vi sia una struttura tecnica di verifica in relazione alle forniture? Probabilmente (è solo una piccola domanda, lo si sottolinea) sarebbe bastato leggere il modello del macchinario, e confrontarlo con quelli di ultima generazione, per capire che non era, appunto, di ultima generazione. Anche le persone comuni, nel momento di un acquisto di un bene qualsiasi, accertano le caratteristiche dello stesso.

Detto questo, un breve accenno alla “STORIA ILLEGITTIMA” della radioterapia a Potenza.

E non si può non dire della radioterapia a Potenza, senza parlare degli attacchi che la lobby politico-sanitaria regionale ha effettuato ed effettua regolarmente contro l’Irccs-Crob, che rischia il non riconoscimento Irccs, tra l’altro, e, che, hanno depotenziato l’unica eccellenza sanitaria regionale. La radioterapia a Potenza è intimamente legata a tali attacchi e contrasti. Poiché, l’Irrcs-Crob, è l’unico istituto in cui tali sofisticate apparecchiature dovrebbero essere allocate ed utilizzate, tenendo conto, oltrechè dell’eccellenza, della complessiva utenza regionale. All’azienda ospedaliera S. Carlo, quindi, è stata realizzata una struttura di radioterapia contravvenendo alle linee guida in relazione all’utenza, come detto, in contrasto, cioè, con i dati relativi al numero di unità per abitante. In parole povere, la radioterapia a Potenza non era necessaria, bastavano le 3 apparecchiature installate presso l’Irccs-Crob. Solo spreco di denaro pubblico. Il tutto, chiaramente, avallato dalle politiche regionali di tutte le amministrazioni fin qui succedutesi da almeno 10 anni a questa parte. Chi pagherà per tale spreco di denaro pubblico? Aggravato dalla vicenda di cui trattasi, peraltro. In ultimo, tanto per chiudere il cerchio, un’apparecchiatura di radioterapia, dovrebbe essere allocata anche presso l’ospedale di Matera. E’ una Regione bipolare, con risvolti di tipo bipolari verso le altre aree.

Ma, allargando lo sguardo, bisogna dire che la sanità, per molti aspetti, in questa Regione è un tabù. Nessuno, credo, abbia mai osato fare approfondimenti circa la gestione dell’emergenza Covid, ad es. Né mai, si è tentato seriamente di approfondire circa l’accentramento verso l’ospedale di Potenza, che ha distrutto o semidistrutto la sanità territoriale (oltreché sé stesso: si ricordi che tempo fa, il San Carlo era un grande ospedale, e non ancora un organismo poco gestibile). In tutta evidenza, la vicenda relativa alla radioterapia a Potenza, fa parte di un più generale disegno accentratore-distruttivo verso le altre aree regionali. Sappiamo tutti che dietro tale disegno, vi sono i corposi interessi delle lobby politico-sanitarie che gravitano intorno agli Enti regionali, piu’ sanitarie che politiche: la politica è solo di supporto. L’esistenza di un tale piano, oramai chiaro, che ha reso, per certi versi, l’organizzazione sanitaria lucana improvvisata e caotica, per altri, invece, generalmente distruttrice, lo si sottolinea ancora, evidenzia il fatto che, però, tali lobby, mancano di visione strategica, poiché sorrette da scarsa cultura. Il tutto a danno dei cittadini, e dei loro diritti. E, cosa ancora più grave, nel completo disinteresse della inesistente, o quasi, società civile lucana.

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