La cornice nella quale si è inserita la visita di Biden in Israele non poteva essere più negativa di così. L’esercito israeliano aveva bombardato e distrutto l’Ospedale battista di Gaza City, facendo ottocento vittime. L’episodio è stato così ripugnante, che gli israeliani hanno tentato di scaricare le responsabilità dell’accaduto sui palestinesi; ma senza successo, dal momento che prima dell’attacco l’esercito israeliano aveva preallertato i responsabili dell’ospedale. Ormai il guaio era fatto. Con la conseguenza che i leader dei paesi arabi hanno cominciato a prendere le distanze da Biden. Prima fra tutti la Giordania, che ha annullato il bilaterale con il presidente Usa. Ma anche Libano, Egitto e Arabia Saudita sono in grande imbarazzo. E questi erano i paesi arabi più vicini a Stati Uniti e Israele. Figuriamoci i paesi musulmani apertamente ostili a Israele! Come Iran, Yemen, Qatar, Siria, Hezbollah (che è un esercito privato all’interno del Libano).
Insomma, il viaggio di sette ore e mezza del presidente Joe Biden a Tel Aviv ha segnalato il pieno sostegno degli Usa a Israele, ma non è riuscito a raggiungere l’obiettivo più importante: conquistare i leader arabi. Sullo sfondo rimangono i timori di un conflitto fuori controllo, che potrebbe sfociare in una guerra regionale o addirittura mondiale.
Completamente diversa l’atmosfera che regnava a Pechino durante il bilaterale Putin-Xi Jinping. Il leader della Cina Popolare ha accolto mercoledì, in occasione del Forum della Belt and Road (Via della Seta), Putin e una serie di leader di paesi del Sud del mondo, esclusa l’India. La Cina Popolare sta raccogliendo un consenso sempre maggiore da parte di paesi interessati ai grandi progetti infrastrutturali della Via della Seta. Quanto alla Federazione Russa, l’amicizia russo-cinese diventa sempre più stretta e i due grandi paesi hanno eliminato le ultime barriere commerciali, finanziarie ed economiche esistenti fra loro. Putin ha detto in una conferenza stampa dopo l’incontro con il suo omologo cinese: “Abbiamo discusso in dettaglio la situazione in Medio Oriente” ed ha aggiunto: “Ho informato il presidente (Xi Jinping) sulla situazione che si sta sviluppando nello scenario ucraino, anche in modo abbastanza dettagliato”. Putin ha poi sottolineato: “Tutti questi fattori esterni sono minacce comuni e rafforzano l’interazione russo-cinese”. In realtà, come ha precisato la Cnn, quello russo-cinese è un vero e proprio progetto per un nuovo ordine mondiale. Tra Vladimir Putin e Xi Jinping non si è discusso soltanto dei risultati ottenuti nel passato, ma anche dei progetti per il futuro, con grande attenzione ai progetti infrastrutturali, come ad esempio la linea ferroviaria dalla Siberia centrale verso la Cina e la Mongolia. Perciò è lecito domandarsi: prevarrà il progetto di pace e sviluppo Putin-Xi Jinping, o quello distruttivo di guerra (regionale se non addirittura mondiale) di Biden-Netanyahu?
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