Da oltre un anno, le imprese di autotrasporto hanno visto aumentare i costi di gestione (carburante, manutenzione mezzi, pedaggi) dell’80%.
Un aggravio di milioni di euro che, non riuscendosi a riversare sui committenti, si ribalta sui margini di profitto delle aziende di trasporto, soprattutto di quelle più piccole e meno strutturate.
Questi i motivi che hanno spinto gli autotrasportatori a scendere in strada e incrociare le braccia, innalzando una protesta pacifica su tutto il territorio nazionale.
Anche il Vulture-Melfese ha deciso di spegnere i motori: da tre giorni, tra Rionero e Atella, un sit-in di lavoratori pretende ascolto.
Estenuati dai continui rinvii da parte del governo nazionale sulla questione, hanno dato il via ad un presidio a oltranza.
Con i loro mezzi, fermi e incolonnati presso le Fonti del Vulture, danno voce ai titolari di piccole e medie aziende che non solo lamentano un’impennata insostenibile dei costi di benzina e metano, ma chiedono con celerità e senso di responsabilità provvedimenti legislativi adeguati. A loro è arrivato il sostegno delle istituzioni locali, consapevoli che, in assenza di una vera strategia di uscita, la dimensione del problema rischia di aggravarsi oltre ogni limite, con riverberi irreversibili per il settore e per molte famiglie.