La morte di Prigozhin e anche di due suoi luogotenenti è stata come un fiammifero acceso sopra un bidone di benzina perché la vicenda del capo della compagnia di ventura Wagner era stata così strana, imperscrutabile e così irrisolta che naturalmente si cerca di ricomporre i fili della vicenda cercando una trama che nei mesi scorsi era sfuggita. Ora lasciando da parte l’ipotesi che Prigozhin e i suoi luogotenenti Utkin e Chekalov- segnalati come passeggeri in entrambi gli aerei di proprietà di questo affarista della guerra presenti nell’aeroporto fatale – abbiano voluto sparire cosa che pure sarebbe in tomo con il personaggio e con un “ingombre” ormai intollerabile per chiunque, c’è da chiedersi chi e perché abbia voluto liberarsi di un personaggio a due mesi da qyello che è sembrato un tentato golpe e che probabilmente era solo un’azione ricattatoria. Quasi certamente dalle testimonianze e dal fatto che la coda dell’aereo si è staccata di netto, è presumibile che non sia stato un missile ad abbattere il velivolo, anche perché esso volava già a diecimila metri di quota e questo implica che non può essere stato colpito da sistemi antiaerei portatili, ma sia stato distrutto da bombe sistemate a bordo durante una breve e imprevista revisione tecnica dell’Embraer executive.
Il fatto che l’attentato sia arrivato a due mesi esatti dalla famosa marcia su Mosca durante la quale furono abbattuti due elicotteri fa pensare a qualcuno che si sia trattato di una vendetta per gli aviatori morti ordita all’interno delle forse armate russe, ma francamente questa è davvero un’ipotesi a probabilità quasi vicina allo zero. Ovviamente potrebbero anche essere stati i servizi segreti occidentali che si sono sentiti traditi e presi in giro dal doppio gioco di Prigozhin oppure il Cremlino, ma se nel primo caso è possibile che l’organizzazione dell’attentato in territorio ostile abbia richiesto tutta l’estate dal 23 giugno al 23 agosto, per Putin lasciar passar così tanto tempo sarebbe stato un azzardo, a parte che l’uccisione sarebbe stata anche controproducente. A mio parere però è un errore fondamentale quello di riferire l’attentato a ciò che è accaduto nel recente passato , mentre forse bisognerebbe riferirlo a ciò che sta succedendo ora. Com’è noto la Wagner è presente in diverse nazioni africane compreso il Niger e ora, invece di operare sotto traccia, si apprestava in qualche modo ad intestarsi la politica africana della Russia, la quale peraltro sta inviando in Niger uomini di altre compagnie strettamente legate alle forze armate.. Il pericolo enorme di lasciare che una società o un interesse privato, non importa quanto nobile e “patriottico” affermi di essere, diventi il principale interlocutore o intermediario. tra una grande potenza come la Russia nel trattare con gli stati di un continente, è del tutto evidente. Naturalmente la Wagner non ha questa forza e dopotutto Prigozhin anche se si nascondeva sotto il sudario di “patriottismo, patria” e cose simili, operava come un boss mafioso, come tutti potevano constatare il giorno in cui lanciò un’insurrezione perché il il Ministero della Difesa costringeva i suoi combattenti a registrarsi. Ma è estremamente che negativo che si fosse creduto che fosse lui a gestire le cose.
Ora la prospettiva di avere un simile personaggio intenzionato a rivendicare la politica africana della Russia, era una vera bomba ad orologeria. Si perché il Cremlino stava cercando di sostituire Wagner in Africa, lentamente ma inesorabilmente, con una serie di proprie compagnie militari e questo aveva ancora una volta mandato al manicomio Prigozhin che probabilmente era sulla via di fare ancora una volta qualcosa di azzardato e clamoroso se qualcuno gli avesse sottratto l’osso. Anzi per la verità ci sono notizie secondo cui il capo della Wagner stava già operando dietro le quinte per impedire che truppe russe inquadrate in raggruppamenti militari autonomi arrivassero in quello che considerava il “suo” territorio ovvero l’Africa. Oltretutto in questa veste sarebbe stato ancor più facilmente sedotto dai servizi occidentali, perché in definitiva si sarebbe corso il rischio di privatizzare il destino dell’Africa.
Naturalmente la propaganda ucraina e di conseguenza occidentale, stanno sfruttando questo evento per promuovere la teoria secondo cui Prigozhin era amatissimo e la sua morte viene piantata da tutti i militari russi che ora prenderanno le armi in suo onore contro il ministero della difesa. Tutte cazzate ovviamente perché anzi i russi sono stati violentemente contro il capo della Wagner, quando ha tentato il suo golpetto o meglio ha inscenato qualcosa che potesse sembrarlo. Come tutti gli uomini straricchi che pensano di avere la possibilità di fare qualunque cosa, il capo wagneriano – uomo impulsivo e bipolare – non ha saputo fermarsi in tempo.
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