- Gilberto Trombetta
Due notizie sui giornali di oggi, ci danno modo di imparare due piccole lezioni di economia.
In realtà sarebbero due lezioni di semplice buonsenso, ma tant’è.
Partiamo dalla prima, il famigerato tetto al prezzo (price cap) del petrolio (e del gas).
Il prezzo di una merce in linea di massima (per esempio al netto di fenomeni strettamente speculativi) è dettato dal rapporto tra domanda e offerta: se è alta la prima e bassa la seconda, il prezzo tende ad aumentare. E viceversa.
Cosa succede quindi se si prova a imporre a un venditore che non ha scarsità di domanda il prezzo della merce che vende?
Succede che, molto semplice, quello smetterà di vendervi la merce.
Lo capisce perfettamente mia nonna che fa la spesa al mercato. Evidentemente per i fenomeni che stanziano a Bruxelles è un concetto troppo complicato.
Veniamo a un’altra chicca che troviamo sulla stampa di oggi.
E cioè che i lavoratori precari sono meno motivati e meno produttivi.
Anche in questo caso, non possiamo fare altro che fingere stupore…
Serviva addirittura uno studio per dimostrare che se i lavoratori sono precarizzati e, quindi, sottopagati, allora ne risente oltre alla qualità di vita del lavoratore stesso, anche la produttività.
Citando una famosa prima pagina de l’Unità del gennaio 1928, “A salario di merda, lavoro di merda!”.
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