Polese e Braia: “Non possiamo dimenticare lo straordinario impegno di tanti operatori che sono stati sottoposti ad uno stress lavorativo senza precedenti durante lo stato emergenziale Covid 19
Il problema della carenza di personale sanitario in ambito nazionale e regionale, sia medico che infermieristico, esiste già da epoca precedente a quella della diffusione del Covid-19; il problema oggi è solo esponenzialmente cresciuto in conseguenza della pandemia, con ripercussioni gravi sull’intero sistema. Partendo da questa analisi i consiglieri di Italia Viva, Mario Polese, Vicepresidente del Consiglio regionale della Basilicata e Luca Braia, capogruppo in Consiglio regionale, hanno preparato una proposta di legge, presentata alla stampa stamane, presso ‘Go Desk’ a Potenza. “Una proposta che – come sottolineato dai proponenti – in considerazione della grave penuria di operatori sanitari (medici, infermieri, Oss) e dell’ancora vigente stato emergenziale legato alla pandemia da Covid 19 va nella direzione di dare contezza normativa alla possibilità di prorogare i contratti a tempo determinato in essere di coloro che sono stati assunti, presso le Aziende del servizio sanitario regionale, in via straordinaria per la situazione pandemica, fino ad un massimo di 36 mesi, così come previsto dalla legge regionale numero 2 del 12 gennaio 2017. Con il raggiungimento del limite massimo possibile del tempo determinato di 36 mesi, è stato precisato, si offrirebbe la possibilità di partecipare ad eventuali piani di stabilizzazione a tempo indeterminato nell’ambito di quanto previsto dalla normativa nazionale di settore ai sensi e per gli effetti del Decreto legislativo n. 75 (Legge Madia) e s.m.i..
“La pandemia – ha sottolineato il Vicepresidente del consiglio regionale Polese – ha finito per squarciare il velo sulle fragilità strutturali dei sistemi sanitari di tutto il mondo, riportando il tema della salute pubblica al centro dell’agenda politica, chiarendo a tutti che è indispensabile mettere in atto nuove scelte e mostrandoci il prezioso contributo di tanti operatori sanitari, uomini e donne, che hanno messo a rischio la propria salute, operando con dedizione e professionalità in prima linea, e consentendo di fronteggiare l’emergenza. Un impegno che è doveroso riconoscere, intelligenze che vanno trattenute nella nostra regione e alle quali va data una risposta”. “Stabilizzare il personale già in servizio – ha affermato Polese – consentirebbe di coprire i vuoti in organico aumentati con i massicci pensionamenti che ci sono stati e, contemporaneamente, darebbe la possibilità di utilizzare personale già formato ed esperto”. “Questo obiettivo – ha aggiunto – non va assolutamente in contrasto con la scelta di procedere al concorso unico regionale per l’assunzione di nuove figure sanitarie, tecniche e amministrative, sono iniziative raggiungibili entrambe, ma non possiamo dimenticare lo straordinario impegno di tanti operatori che sono stati sottoposti ad uno stress lavorativo senza precedenti”.
Il consigliere Braia ha richiamato l’attenzione sull’ultima indagine Censis dell’aprile 2019 sul sistema sanitario che “consegna due numeri emblematici: per la sanità del futuro servono 58 mila medici e 72 mila infermieri. Un dato rilevante che è cresciuto in seguito ad alcune scelte messe in campo, quali il turn over e quota 100 che, hanno depauperato il sistema pubblico e, in particolare, quello sanitario, determinando per i sistemi sanitari più deboli, come quello della regione Basilicata, maggiori criticità. Ai precari della sanità lucana – ha sottolineato il consigliere – arrivati nelle nostre strutture sanitarie dopo una selezione di evidenza pubblica, entrati nella fase più difficile della pandemia, va riconosciuto il merito di aver offerto con professionalità la propria disponibilità. Concorso e stabilizzazione non sono affatto strade in contrapposizione, anzi tutte e due le possibilità hanno legittimazione sia per la più ampia disponibilità economica derivante dai maggiori trasferimenti al sistema sanitario regionale ma, soprattutto, per l’adozione di nuovi modelli che fanno dell’assistenza sanitaria territoriale una formula valida, nel breve termine, ma che potrà avere ricadute positive anche nel lungo, superata la fase pandemica. In questa fase di necessità – ha concluso Braia – si inserisce questa pdl che chiediamo venga iscritta immediatamente all’ordine del giorno della quarta commissione consiliare, affinché possa arrivare quanto prima in Aula. Una pdl che abbiamo voluto fosse partecipata e sostenuta dalla società lucana, da qui l’idea di lanciare la raccolta di una petizione per raccogliere firme”.
Ai lavori erano presenti Roberto Zaccagnino e Davide Tantone del Comitato “Precari Oss e infermieri” che si è costituito spontaneamente nelle scorse settimane. Entrambi hanno rimarcato l’impegno profuso in tutti questi mesi di lavoro presso le strutture sanitarie della regione, in un momento di grande difficoltà, quale quello dell’emergenza da Covid: “Non ci siamo arresi, ci siamo presi cura dei pazienti, vivendo a stretto contatto con il dolore che, purtroppo, troppo spesso ha avuto esiti infausti”, ed hanno auspicato il desiderio di poter continuare a lavorare nella propria regione.