“La credibilità degli Usa su clima e ambiente è crollata”. Pino Arlacchi commenta con l’AntiDiplomatico non solo il G-20 a Roma (definito da molti analisti come un G7 allargato per la significativa assenza dei presidenti di Russia e Cina) ma anche il vertice Cop26 iniziato a Glasgow.
“La tassazione minima alle multinazionali è un passo in avanti importante. Questo è sicuramente un successo”, ma su clima e ambiente a Glasgow per Arlacchi non si produrranno grandi passi avanti perché Biden – anche se ne avrebbe tutti i mezzi per i poteri enormi che ha nel paese come presidente – non farà grandi concessioni in merito.
La messa in stato di accusa della Cina, emersa anche nell’ultimo G-20 di Roma, per l’ex vicesegretario dell’Onu è miope in quanto non considera un quadro temporale corretto. “Oggi la Cina è il principale inquinatore del mondo, è vero, ma perché è la prima potenza industriale del mondo. Basta allargare l’asticella anche a soli 20 anni e si vede chiaramente come la Cina esca del tutto e sono gli Usa e i paesi europei di gran lunga i principali responsabili”, ricorda Arlacchi.
“Le due sfide più importanti oggi della Cina si chiamano ambiente e consumi interni in chiave di lotta alla diseguaglianza: l’agenda di Xi è chiara e io la condivido”, ha rimarcato.
Taiwan, Hong Kong, Xinjiang, Mar cinese meridionale. L’attacco alla Cina è oggi frontale, ma per Arlacchi non c’è il rischio che si arrivi veramente ad uno scontro armato. “Appena eletto Biden aveva fatto sua la proposta della “Lega delle democrazie” – un Onu dei paesi “democratici” da contrapporre alle Nazioni unite – ma ha avuto una risposta molto netta di europei e asiatici che avrebbero creato una spaccatura dai difficili contorni. Del resto quale paese europeo manderebbe truppe a Taiwan? Non credo che ci sia nessuno, Stati Uniti compreso, che voglia rischiare una nuova guerra mondiale su questioni come questa. Insistere su questi argomenti da parte degli Stati Uniti sia vincente e che porterà strappi militari”, ha sottolineato.
“Le guerre, i conflitti in un mondo post-americano diminuiscono. Oggi ci sono dati molto evidenti come ho evidenziato nel mio ultimo libro ‘Contro la Paura’. C’è uno spazio per le forze della pace che non ci sono stati prima: conflitti etnici, guerre civili, terrorismo sono in diminuzione costante”, ha proseguito Arlacchi. “Un mondo multipolare in cui non c’è il governo degli Stati Uniti sul resto del mondo è più pacifico e con più diritti.”
Sul terrorismo mondiale i numeri sono per Arlacchi emblematici. “I dati mostrano come da 5 anni ad oggi i morti sono diminuiti vertiginosamente. In Medio Oriente siamo all’85% in meno. Guarda un po’ la coincidenza: combacia perfettamente con il ritiro degli Stati Uniti. E’ una coincidenza che questo avvenga con l’aumento del multipolarismo e la fine dell’egemonia degli Stati Uniti? Chiaramente no.”
Fonte: www.lantidiplomatico.it/