La questione del dimensionamento scolastico in Basilicata sta creando un danno irreparabile alle nostre comunità scolastiche e locali. Il nostro governatore Bardi senza battere ciglia si è subito arreso e non ha opposto resistenza, tant’è che, a differenza di altre regioni (Abruzzo, Campania, Emilia-Romagna, Puglia, Sardegna e Toscana) che hanno fatto ricorso al TAR, la Regione Basilicata non ha tentato alcuna azione di contrasto al piano ‘scellerato’ approvato con Decreto Interministeriale 127/23 dal MIM che porterà alla perdita di 26 sedi dirigenziali sul territorio regionale.
Tra i vari istituti oggetto della ‘scure’, vi è lo storico Istituto Professionale per l’Agricoltura (I.P.S.A.S.R.) ‘Giustino Fortunato’ di Potenza, nato nel 1955, da sempre punto di riferimento per la formazione di professionalità nel settore agroalimentare, che è stato depennato dalla Giunta regionale.
I tre plessi di Potenza, Lagopesole e Sant’Arcangelo sono scomparsi dalla geografia formativa e saranno accorpati all’istituto Alberghiero ‘Di Pasca’ di Potenza. Un agire con leggerezza e superficialità da parte della Regione Basilicata, senza tener conto che in tutti questi anni l’IPSASR ‘G. Fortunato’ ha formato intere generazioni di giovani imprenditori agricoli. Attualmente l’Istituto conta complessivamente 30 classi e 502 allievi. Il settore agro-alimentare, anche alla luce delle nuove esigenze di sostenibilità e di salvaguardia della biodiversità, ha da sempre rivestito e riveste un ruolo centrale di presidio del territorio, contribuendo a contenere lo spopolamento dei territori appenninici lucani.
In Italia il numero degli occupati nel settore agricolo raggiunge quota 911.000 persone, pari al 3,7 per cento del totale occupati; in Basilicata gli occupati in agricoltura, silvicoltura e pesca sono pari a 22.000, con un peso sul totale dei settori economici pari al 10,9 per cento. Ad oggi, nella nostra regione sono oltre 600 le nuove imprese agricole di giovani (under 40) diplomati nel settore agrario.
È del tutto evidente la funzione educativa e didattica dell’I.P.S.A.S.R. Fortunato che, da tempo immemorabile, mira a valorizzare le vocazioni agro-ambientali della nostra regione, contribuendo così a contenere il triste fenomeno dello spopolamento.
Si è compiuto un atto politico grave che ha compromesso anche altre comunità scolastiche, come ad esempio la soppressione, del tutto priva di logica, dell’istituto comprensivo di Atella. Con il solo scopo di ridurre le spese, non si è tenuto conto delle esigenze formative degli alunni, dell’intero personale scolastico e dei territori interessati, soprattutto in quei piccoli centri dove le scuole rappresentano un punto di riferimento importanti, dei presidi culturali fondamentali per la coesione comunitaria. Atella, San Fele, Ruvo, Rapone rappresentano soltanto uno degli esempi in cui amministratori combattono quotidianamente per garantire il pieno e regolare svolgimento dell’attività scolastica. Con il dimensionamento scolastico il lavoro dei sindaci, dei dirigenti e degli insegnanti andrà completamente perduto.
Il rischio di perdita degli iscritti nelle scuole e della conseguente perdita dell’identità culturale delle popolazioni locali è alle porte. E quello che fa più riflettere è che non vi è stata alcuna contrapposizione rispetto alle indicazioni imposte dall’alto dal governo centrale!
Gianni Leggieri, consigliere regionale