E’ quello che succede al San Carlo, basti pensare alla recente apertura del reparto di Medicina e al trasferimento in una struttura inadeguata del reparto di Geriatria. La Fials denuncia l’insostenibilità della situazione nell’ospedale più importante della Basilicata e chiede che il Consiglio regionale si faccia carico del problema, convocando il sindacato in IV commissione. “La Fials – dichiara il segretario provinciale Costanzo – è intervenuta ripetutamente sulla cronica carenza di Personale infermieristico e OSS nei reparti destinati ai pazienti di Covid-19. Questo vuoto non consente di assicurare un’assistenza adeguata alla complessità clinica ed assistenziale della pandemia”. “Questa situazione – prosegue la nota della Fials – compromette gravemente i livelli minimi di sicurezza. Le attività da svolgere sono tante e complesse e non possono essere eseguite con un numero esiguo di infermieri e di operatori di supporto (OSS). L’apertura del Reparto di Medicina nell’AOR San Carlo di Potenza ha ulteriormente sovraccaricato di lavoro il personale sanitario. Gli assunti recenti non hanno neanche ricevuto una formazione specifica per l’assistenza Covid. In molti casi, i precari con contratto Covid sono stati assegnati a reparti, servizi o attività assistenziali, non connessi all’emergenza epidemiologica”. Costanzo sottolinea che altri neoassunti, come era avvenuto a novembre 2020, sono stati impegnati direttamente per l’assistenza di Pazienti Covid . Sono stati infatti inseriti immediatamente nei turni senza una formazione adeguata in considerazione inoltre del notevole impatto “emotivo” che la pandemia genera sul personale, in particolare se alle prime esperienze. Una storia che ciclicamente si ripete nonostante le promesse della Direzione Generale del San Carlo di creare condizioni di “benessere dei lavoratori”, e si vuole sottolineare l’obbligo aziendale di adottare misure di sicurezza a tutela della salute dei dipendenti. “Diversi studi di Università italiane e internazionali – precisa il segretario provinciale della Fials – hanno valutato l’impatto della pandemia sugli infermieri delle terapie intensive o alle unità COVID-19 sub-intensive. L’esposizione a questi ritmi di lavoro determina percentuali elevate di ansia e depressione. In particolare, il 69,5% degli infermieri ha mostrato grave ansia mentre il 44,3% ha mostrato una grave forma depressiva. E dati analoghi a quelli riscontrati negli studi italiani sono stati rilevati anche in uno studio cinese che ha mostrato percentuali importanti di depressione (50%), ansia (44,6%), insonnia (34%) e stress psicologico (71,5%). Ma la Direzione Generale del San Carlo resta indifferente se il Personale è stremato, se è sotto organico o se sono sempre gli stessi a subire pressioni”. “A nulla serve – prosegue la nota sindacale – chiedere un’organizzazione migliore, sollecitare il materiale di sicurezza che spesso manca, segnalare la carenza di personale OSS. Un numero esiguo di lavoratori deve garantire tante diverse attività di aiuto ai degenti: nell’assunzione dei pasti, nel ritiro delle vettovaglie, nella cura dell’igiene dei pazienti, nell’aiuto al cambio della biancheria, nel rifacimento dei letti, nella risposta ai campanelli, nell’aiuto alle operazioni fisiologiche e nella mobilizzazione e trasporto presso altri reparti per consulenze. Gli altissimi ritmi di lavoro sono appesantiti dal fatto che si indossano tute e altri DPI per ore, senza sosta”. “La carenza di Personale – sottolinea Costanzo – si registra in tutti i Reparti che assistono Pazienti affetti da Covid-19: da Malattie Infettive alla Pneumologia; Questi due anni di pandemia hanno generato tanto stress con gravi conseguenze sulla salute dei lavoratori. Il trasferimento della Geriatria, è avvenuto nel caos totale, con spazi ridotti assegnati al personale per svolgere le normali attività assistenziali.Si è verificato il 2 febbraio 2022 l’ennesimo focolaio nel reparto di Geriatria. La situazione attuale è molto impegnativa per l’emergenza pandemica, ma anche se prevedibile e prevista, è stata affrontata senza programmare un “piano di assunzioni” in concomitanza dei picchi di contagio. Inaccettabile per un’Azienda così grande come il S. Carlo, dove invece sono frequenti gli straordinari e gli spostamenti tra reparti per arginare l’emergenza. Per la Fials “il perdurare di questa situazione, più volte segnalata, espone tutto il personale a serio rischio di danno psicofisico e offre all’utenza prestazioni assistenziali inadeguate, a danno anche dell’immagine stessa del San Carlo. Nell’interesse dei dipendenti nonché dei cittadini, oltre che a garanzia della propria incolumità, è dovere dei lavoratori “opporsi alla compensazione quando vengano a mancare i caratteri dell’eccezionalità o venga pregiudicato il proprio prioritario mandato professionale”. Le condizioni di disagio psicofisico al quale il personale è sottoposto derivano dalla continua esposizione a situazioni di “super lavoro” e non ha carattere di eccezionalità, ma di naturale continuità, dovuta alla cronica carenza di personale e all’ignavia dell’Azienda ospedaliera. Perciò la scrivente chiede al Presidente della IV commissione di essere convocata”.