Da alcuni giorni si apprende che è in arrivo un nuovo vaccino di tipo proteico, Novavax. Sfrutta la tecnica delle proteine ricombinanti, ben conosciuta poiché utilizzata da decenni per produrre vaccini (somministrati anche a neonati) come quelli realizzati per l’epatite B.
In pratica è un vaccino di tipo tradizionale, non genico. Come non genico è il vaccino russo Sputnik, che è in pratica è una doppia vaccinazione con vettori virali differenti (diffamato dalla propaganda, nel mentre poi risultato forse il migliore, vedi recensione di Lancet, e non approvato per ragioni politiche); come, peraltro, quello cinese a virus inattivato; come, ancora, il proteico Soberana cubano (Cuba, sotto embargo da decenni).
Tanto per usare una frase fatta, una domanda spontanea sorge a questo punto: se i vaccini mRNA, che in realtà sono delle terapie geniche, erano tecnologicamente i più avanzati, i più performanti (questo ha riportato la propaganda mediatica per mesi) per quale motivo ritornare indietro? Perché, cioè, ritornare ad una tecnica datata, benché consolidata da oltre 30 anni, per produrre un altro vaccino? È evidente, a questo punto, che crolla quella propaganda, in quanto gli mRNA in realtà, sono poco performanti, specie nel tempo, con effetti sconosciuti a lungo termine (si tralasciano gli effetti collaterali, di cui non si deve parlare: le morti improvvise e strane, pare siano a centinaia. Tra gli eventi avversi, sembra si tratti, stando ad alcuni studi condotti in molti Paesi, per lo più, di gravi lesioni a carico del sistema cardiovascolare, che possono condurre alla morte cardiaca improvvisa o per emorragia cerebrale…Di sicuro però poi si dirà: non c’è un nesso di causalità).
Risulta chiaro a questo punto, che i vaccini di tipo classico, cioè non mRNA, sono i più sicuri, poiché testati per altre patologie nel tempo, come detto innanzi. Questo, però, non bisognava e non bisogna dirlo, lo esige la propaganda dettata dalle multinazionali del farmaco, con l’informazione, definiamola tale, interna agli Stati completamente schiava.
A conferma di questa sudditanza informativa, un ultimo quesito: che fine ha fatto il progetto (che era, anzi è ancora in corso) relativo alla realizzazione del vaccino italiano?
Nei laboratori di ReiThera a Pomezia, si sta mettendo a punto un vaccino molto promettente, di cui non si parla più, a vettore adenovirale (già in avanzata fase di sperimentazione) non mRNA. Nel maggio 2021, però, i fondi per la sperimentazione sono stati bloccati, pare per un cavillo burocratico; si è anche detto che l’intero progetto costasse molto. Si spera, invece, che i fondi vengano sbloccati, e che il vaccino sia messo in commercio.
Non vi sono altre considerazione da fare…