Un merito indiscutibile l’ha avuta, l’uscita di Berlusconi contro Zelensky: ci ha fatti uscire dal torpore sanremese, che per una settimana intera ha annebbiato giornali, social e televisioni facendoci credere che tutto quello di cui avevamo bisogno di parlare venisse dal palco dell’Ariston. Le dichiarazioni a gamba tesa del leader di Forza Italia, per quanto discutibili nella sostanza, sono state una ventata d’aria fresca che ha rimesso la politica al centro della scena e ricordato a tutti che no, non sono Fedez e Ferragni a decidere le sorti di questo paese (per fortuna).
Ma se la politica è tornata al centro, viene da domandarsi cosa ci sia dietro la decisione di Berlusconi di attaccare il presidente ucraino, accusato addirittura della “devastazione del suo paese e la strage dei suoi soldati e dei suoi civili”. Cinque le possibili ipotesi, ma una non esclude l’altra.
L’amico Silvio
È risaputo che Silvio sia sempre stato un sentimentale anche in politica; è uno che crede nei rapporti di amicizia tra i leader e non si è mai fatto problemi a dimostrare la sua simpatia per questo o quel capo di governo straniero, anche se era al comando di un Paese con il quale l’Italia avrebbe fatto bene a mantenere una cortese distanza. E il collega con il quale più di tutti Silvio ha stretto un rapporto forte, di stima personale reciproca, è stato lo zar Vladimir. Sono ormai leggendarie le storie dei regali, delle visite e soprattutto delle difese d’ufficio che i due si sono scambiati nel corso di una più che ventennale frequentazione. Per Berlusconi queste cose contano, e l’essere partner di un governo che di fatto è in guerra con Putin deve essere vissuto dal Cavaliere come un vero e proprio tradimento.
Sotto ricatto
Un po’ meno romantica è la possibilità che Silvio sia legato a Putin da un rapporto sì stretto, ma non propriamente paritario. In questi anni i russi, che nello spiare e “dossierizzare” gli avversari sono sempre stati maestri, hanno forse raccolto tante e tali informazioni imbarazzanti sull’ex premier da averlo costretto a lavorare per rompere l’unità filoatlantica della coalizione.
La nemica Giorgia
Ma Silvio potrebbe aver deciso di spalleggiare il vecchio alleato anche solo in spregio all’attuale alleata di governo, quella borgatara romana che ha avuto l’ardire di umiliarlo prendendo prima alle politiche e poi alle regionali, nella sua Lombardia, oltre il triplo dei voti di Forza Italia. Berlusconi sa che la Meloni è debole in Europa, e che l’unico credito che può esibire è un granitico filoatlantismo e l’indiscusso sostegno a Kiev. Con le sue frasi dimostra che il governo italiano è inaffidabile anche da questo punto di vista, rendendo facile per Macron e Scholz escludere la Presidente del consiglio da tutte le decisioni che contano.
Via gli americani dall’Europa
In pochi glielo riconoscono, ma nei suoi anni al governo Berlusconi ha cercato di definire una politica estera magari non condivisibile da tutti, ma di certo coerente. Prevedeva un’Italia forte nel Mediterraneo, grazie a buoni rapporti con i paesi nordafricani – Libia in testa – e capace di esprimere una posizione autonoma nei rapporti con la Russia, senza particolari timori nei confronti degli americani, alleati sì ma non migliori amici. Nella sua visione l’Europa doveva essere una potenza equidistante, capace di destreggiarsi tra Mosca e Washington senza il bisogno di ricevere ordini dall’esterno. Le sue dichiarazioni sono perfettamente coerenti con questa visione del continente.
La sincerità dei vecchi
Lasciamo per ultima la prima ipotesi che è venuta in mente a tutti, ovvero che con gli anni al buon Cavaliere si sia inceppata qualche rotella. Ci permettiamo però di dissentire, perché le uscite di Berlusconi, anche le più violente, arrivano sempre in momenti particolari e sembrano freddamente studiate. Semmai l’impressione è che l’età avanzata lo abbia fatto sentire libero, come capita a tanti vecchi, di dire liberamente quel che gli passa per la testa senza preoccuparsi troppo delle conseguenze che scatenerà. Ma prevedendole con estrema precisione. Di sicuro, che sia pazzo o lucido analista, Silvio rappresenterà un bel problema per la leader di FdI.
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