Prof. Antonio ROMANO – Socioeconomista
Parlare del Parco del Vulture il giorno 20 di agosto, vuol dire tracciare un primo bilancio provvisorio e rilevare ancora una volta l’assenza di un progetto programmato per il Parco, per la risorsa risorsa laghi e per l’intero territorio del Vulture. Le spese che la Regione Basilicata (Assessorato all’Ambiente e di altre non meglio indentificate istituzioni), si sono concentrate sulla realizzazione di un info point, su un centro per il recupero animali selvatici, su interventi di rinaturalizzazione ecologica, sul blocco delle auto a trazione termica, sul ripristino della sentieristica ZSC Monte Vulture, sul personale e altre piccole iniziative poco percepite. Insomma solo qualcosa rispetto al nulla del passato.
Ovviamente siamo ancora lontanissimi da un Progetto Parco organizzato e rispettoso di uno sviluppo ecocompatibile. Tuttavia, già vedere i Laghi di Monticchio senza rumori meccanici, senza inquinamento atmosferico e senza una enorme quantità di auto parcheggiate, è già un passo avanti.
Il Vulture, il Parco e Monticchio Laghi, possono e devono diventare il centro di un ampio progetto socioeconomico di sviluppo territoriale ecocompatibile. L’imperativo categorico è quello di investire sulle cose, sulla natura, sulla fauna, sulla flora, sui servizi, sulle infrastrutture e far diventare attrattivo ancor di più un territorio che naturalmente già lo è, ma di cui, manca un progetto, manca una programmazione, manca stabilire chi fa e che cosa in tempi certi. Il Vulture e il Parco possono e devono velocemente diventare un luogo di forte sviluppo socioeconomico attraverso la valorizzazione di un territorio eccellente vocato al turismo, all’enologia, alle produzioni casearie e oleare.
Ma, come detto, occorre un progetto su cui investire le risorse focalizzando il tutto sulla nascita di un BRAND VULTURE che deve essere percepito dal mercato e che deve attrarre turismo di qualità ecocompatibile e ecosostenibile. Un brand capace di far crescere il PIL territoriale e conseguenzialmente il reddito pro-capite dei residenti, per il benessere collettivo e per la valorizzazione delle risorse umane.