Prof. Antonio ROMANO – Socioeconomista
Con il tempo i Parchi hanno subito diversi utilizzi. L’idea del parco “laissez faire”, oggi è applicabile in piccoli, specifici e rari esempi. Mentre ha “preso piede” lo sviluppo ecocompatibile ai fini turistici attraverso investimenti per il tempo libero, per le attività di studio/congressuali, per le attività ludiche e sportive. Inutile dire che il problema principale da risolvere, per questa tipologia di parchi che sono ormai la stragrande maggioranza, è costituito dagli ecotrasporti, ovvero, come portare durante l’anno, milioni di persone nel parco senza inquinamenti e senza ingorghi. Le strade sono diverse e ciascuna è applicabile dopo uno studio specifico dell’ambiente, degli accessi, delle vie di fuga, dei parcheggi, del contigentamento, delle attrattività, delle quantità turistiche, ecc.
Un parco che nasce per conservare ha un senso, un parco che vuole conservare e sviluppare attrattivamente un territorio, deve essere progettato secondo precise strategie e metodi scientifici non solo di natura territoriale e orografica, ma anche dal punto di vista dell’organizzazione socio-economica.
Gli eco-trasporti delle persone, devono essere alla base di ogni progetto del parco Vulture. Per citarne alcuni, oltre alle auto totalmente elettriche e aree di parcheggio servite da navette elettriche, ritorna prepotentemente di attualità, il trasporto funiviario e seggioviario integrato tra i maggiori centri del Vulture (Rionero e Melfi) con la vetta e dalla vetta ai laghi.
Un progetto integrato di sviluppo e di protezione ambientale di un Parco è oggi non solo possibile, ma necessario, in quanto, rappresenta una occasione unica per un progetto socioeconomico territoriale.