Papa Francesco ha rinnovato il Consiglio dei cardinali, ovvero l’organismo ristretto chiamato a supportarlo nel governo della Chiesa universale.
Il Consiglio fu istituito da Bergoglio dopo la sua elezione, esattamente nell’aprile del 2013. Inizialmente composto da otto cardinali, è poi salito a nove con l’ingresso del segretario di Stato Pietro Parolin. Sono cinque i nuovi porporati che entrano a farvi parte. Il Consiglio fra l’altro ha avuto un ruolo decisivo nel progetto di revisione della Costituzione Apostolica Pastor bonus sulla Curia Romana, che si è concluso con la promulgazione della Praedicate Evangelium.
Ma andiamo a vedere da chi è composto l’organismo. I cardinali che lo compongono, fra vecchi e nuovi sono: Pietro Parolin, Segretario di Stato; Fernando Vérgez Alzaga, Presidente della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano e Presidente del Governatorato dello SCV; Fridolin Ambongo Besungu, arcivescovo di Kinshasa (Repubblica Democratica del Congo); Oswald Gracias, arcivescovo Metropolita di Bombay (India); Seán Patrick O’Malley, arcivescovo Metropolita di Boston (Stati Uniti); Juan José Omella, arcivescovo Metropolita di Barcellona (Spagna); Gérald C. Lacroix, arcivescovo di Québec (Canada); Jean-Claude Hollerich, arcivescovo di Lussemburgo; Sérgio da Rocha, arcivescovo Metropolita di São Salvador da Bahia (Brasile).
Escono dal gruppo l’honduregno Oscar Andres Rodriguez Maradiaga e il cardinale Giuseppe Bertello che hanno compiuto 80 anni, oltre al tedesco Reinhard Marx.
Cinque invece i nuovi arrivati, ovvero Vergez, Omella, Lacroix, Hollerich e da Rocha. Ed è su questi che si sono concentrate le attenzioni maggiori. Tre in particolare, Hollerich, Omella e da Rocha sono considerati ultra progressisti e sono stati più volte criticati per le loro posizioni di apertura al mondo.
Hollerich e da Rocha sono infatti considerati molto sensibili alle rivendicazioni della galassia Lgbt. Il primo in un’intervista a L’Osservatore Romano del 24 ottobre scorso sposò ufficialmente la causa del mondo gay dicendosi favorevole alla benedizione delle coppie omosessuali: “Tanti nostri fratelli e sorelle, ci dicono che, qualunque sia l’origine e causa del loro orientamento sessuale, di certo non se lo sono scelto. Non sono mele guaste. Sono anche loro frutto della creazione. E in Bereshit si legge che ad ogni passaggio della creazione Dio si compiace del suo operato dicendo ‘…e vide che era cosa buona’”. Poi aggiunse: “Non penso che ci sia lo spazio per un matrimonio sacramentale tra persone dello stesso sesso, perché non c’è il fine procreativo che lo caratterizza, ma questo non vuol dire che la loro relazione affettiva non abbia nessun valore. Dio non maledice le coppie gay. Pensate che Dio possa mai ‘dire-male’ di due persone che si vogliono bene? Nel Regno di Dio nessuno è escluso: anche i divorziati risposati, anche gli omosessuali, tutti”. Inoltre Hollerich si è espresso più volte a favore di una modifica del Catechismo della Chiesa cattolica laddove definisce l’omosessualità “un disordine morale”.
Da Rocha invece nel giugno del 2021 è balzato agli onori delle cronache per aver celebrato una messa commemorativa per ricordare coloro che sono morti a causa della violenza omofobica e transfobica. Durante la messa, che vide la partecipazione di movimenti di cattolici Lgbt, fu fatta esibire anche una drag performer che cantò una popolare versione brasiliana de l’Ave Maria. Una messa che fece scalpore, anche se fu celebrata per protestare contro le uccisioni di persone omosessuali in Brasile e quindi per una nobile e pur giusta causa. Ma poi il porporato brasiliano ha sostenuto l’esigenza di una specifica cura pastorale per le persone Lgbt con la richiesta alla Chiesa di un’accoglienza piena.
Anche Omella, arcivescovo di Barcellona è considerato un porporato di tendenze progressiste: fece scalpore la sua presa di distanza dai vescovi spagnoli che nel 2005 benedirono il Family Day per protestare contro il riconoscimento delle unioni gay, e in più proprio dal percorso sinodale nella sua arcidiocesi è uscita una forte richiesta per l’abolizione dell’obbligo del celibato sacerdotale e per l’ordinazione delle donne.
Resta da capire il perché dell’uscita del cardinale Marx, l’unico degli esclusi che non ha raggiunto i limiti d’età, porporato tedesco capofila dei modernisti, grande avversario di Benedetto XVI che pure lo elevò al cardinalato, e che sta portando avanti la richiesta di un Sinodo speciale della Chiesa tedesca che spalanchi definitivamente le porte alle riforme chieste a gran voce dall’episcopato e dal clero locale: un’apertura totale alle istanze della modernità, con il riconoscimento pieno delle coppie gay, la riammissione piena dei divorziati risposati all’eucaristia, l’ordinazione delle donne e la possibilità per i preti di sposarsi, oltre al riconoscimento del diritto per la conferenza episcopale di decidere autonomamente sugli orientamenti pastorali e dottrinali. Papa Francesco come è noto ha frenato le spinte riformiste provenienti dalla Germania e l’uscita di Marx probabilmente va letta anche in chiave rassicurante nei confronti dei conservatori rimasti orfani di Benedetto XVI, che in questi anni ha fatto spesso da argine al proliferare delle tendenze moderniste e secolarizzatrici nella Chiesa.
Ma c’è chi fa notare il particolare della nomina di Hollerich, che dopo la morte di Ratzinger prese posizione contro il suo segretario particolare monsignor Georg Gaenswein, accusandolo di essere malato di protagonismo e di cercare ossessivamente le luci della ribalta. Avrà contato anche questo nella scelta di papa Francesco? Da non dimenticare poi che il cardinale neo nominato fu oggetto delle dure critiche del collega australiano George Pell recentemente scomparso, chiamato a far parte del primo Consiglio, che inviò una richiesta alla Congregazione per la Dottrina della Fede chiedendo di condannare le sue dichiarazioni in cui affermava che “l’attuale insegnamento sull’omosessualità è sbagliato e che il fondamento sociologico-scientifico di tale insegnamento, relativo a ciò che in precedenza si condannava come sodomia, non è più corretto”.
Insomma, se il buongiorno si vede dal mattino c’è davvero poco da stare sereni, visto che se il Consiglio dovrà coadiuvare il papa nel governo della Chiesa, gli orientamenti prevalenti non sembrano proprio andare nella direzione auspicata dai ratzingeriani.
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