di Giulia Longo
A Padova si è consumato l’ennesimo scontro sui diritti civili, che tiene insieme tutta una serie di questioni legate tra loro: le famiglie arcobaleno, la gestazione per altri, le coppie omogenitoriali, i diritti dei bambini.
Secondo la Procura di Padova, che ad aprile aveva raccolto la documentazione dal Comune e ora sta procedendo con la notifica degli atti, è illegale registrare un bambino nato da due donne. Per questo, la richiesta ai giudici è che l’atto di nascita sia corretto e si cancelli il nome della madre non biologica ed eliminando, se necessario, anche il cognome della mamma ‘rimossa’. Una vera e propria crociata da parte dei pm di Padova, che hanno spiegato che la “seconda mamma” non esiste nel diritto italiano e neppure la possibilità per la donna di assegnare al figlio biologico il cognome della compagna.
Ora, cosa succederà a queste famiglie?
«A queste mamme auguro di certo di veder riconosciuto e confermato in via definitiva il loro percorso genitoriale, le invito ad aver fiducia nella magistratura, negli equilibri e nelle garanzie che regolano la tutela dei diritti fondamentali nel nostro Stato, così come in Europa», ha risposto Sergio Giordani, il sindaco di Padova. «Io vado in piazza ogni anno al Pride e sono a fianco di queste persone che chiedono diritti. Troppo spesso in ambito nazionale sento ragionamenti ideologici e superati dalla realtà dei fatti, è sicuramente il momento di guardare avanti e di abbattere certe barriere». E poi ha concluso: «Penso che sia grave che il Parlamento e il governo abbiano scaricato scelte così delicate su sindaci e tribunali, ma almeno spero che si avvii un cammino che sarà utile a fare chiarezza una volta per tutte. Sono convinto che il faro alla fine sarà proprio la Costituzione».
Per il Partito Democratico, si tratta di un fatto gravissimo: “Un atto di ferocia nei confronti di quelle famiglie e dei loro bambini, a cui viene negato un genitore, resi orfani per legge – ha commentato la senatrice Cecilia D’Elia – La restaurazione della cosiddetta famiglia naturale in nome dell’ideologia mette in discussione legami vivi e reali. È un attacco alla famiglia come luogo degli affetti e delle relazioni fondate sull’amore che non riguarda solo le famiglie arcobaleno, ma un’idea di convivenza e di rapporto tra generi e le generazioni. Una deriva autoritaria che non possiamo consentire”.
Niente di tutto questo, per il centrodestra: “La procura di Padova ha semplicemente applicato le leggi – ha sottolineato il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani – In Italia il matrimonio è soltanto tra uomo e donna. I sindaci non sono sopra la legge. I diritti dei bambini vengono tutelati tutti”. Ancora più duro il vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini: “Il bimbo, per quello che mi riguarda, viene adottato e viene al mondo se ci sono una mamma e un papà”.
In totale i casi sono 33, ovvero tutti quelli che il sindaco, Sergio Giordani, ha reso validi a partire dal 2017. «Dal 2017 trascrivo gli atti di nascita delle bambine e dei bambini figli di due mamme. È un atto di responsabilità, non accetto il pensiero che ci siano bambini di serie A e bambini di serie B discriminati fin da subito nei loro fondamentali diritti» ha dichiarato il sindaco. «C’è un vuoto legislativo gravissimo rispetto al quale il Parlamento dovrebbe legiferare ma fino ad ora non lo ha fatto, lo hanno chiesto a gran voce molti colleghi anche di parti politiche diverse. Quello che dico alle forze politiche è di mettere da parte la battaglia ideologica e pensare solo ai bambini».
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