di Americo Mascarucci

Papa Francesco ha annunciato la creazione di 21 nuovi cardinali, di cui 19 con meno di ottanta anni e quindi elettori in conclave.

Lo ha fatto domenica scorsa al termine della recita dell’Angelus con queste parole: «Adesso vorrei annunciare che il 30 settembre prossimo terrò un Concistoro per la nomina di nuovi Cardinali. La loro provenienza esprime l’universalità della Chiesa, che continua ad annunciare l’amore misericordioso di Dio a tutti gli uomini della Terra”.

Ecco l’elenco:

Robert Francis Prevost, 68 anni, statunitense, agostiniano, arcivescovo-vescovo emerito di Chiclayo in Perù, dall’aprile 2020 prefetto del Dicastero per i vescovi;

Claudio Gugerotti, 68 anni, arcivescovo, già nunzio apostolico in Bielorussia, in Ucraina e in Gran Bretagna, dal gennaio scorso Prefetto del Dicastero per le Chiese Orientali;

Víctor Manuel Fernandez, 61 anni, argentino, arcivescovo emerito di La Plata, lo scorso 1° luglio nominato Prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede;

Emil Paul Tscherrig, 76 anni, svizzero, arcivescovo, nunzio apostolico in Italia dal 2017 dopo esserlo stato in Argentina dal 2012;

Christophe Louis Yves Georges Pierre, 77 anni, francese, arcivescovo, nunzio apostolico negli Stati Uniti dal 2016;

Pierbattista Pizzaballa, 58 anni, frate minore, originario della provincia di Bergamo, dal 2020 Patriarca latino di Gerusalemme dopo essere stato amministratore apostolico dal 2016;

Stephen Brislin, 67 anni, dal 2009 arcivescovo di Città del Capo (Kaapstad) in Sud Africa;

Ángel Sixto Rossi, 65 anni, gesuita, dal 2019 arcivescovo di Córdoba in Argentina;

Luis José Rueda Aparicio, 61 anni, dal 2020 arcivescovo di Bogotá in Colombia;

Grzegorz Rys, 59 anni, dal 2017 arcivescovo di Łódź in Polonia;

Stephen Ameyu Martin Mulla, 59 anni, dal 2019 arcivescovo di Juba in Sud Sudan;

José Cobo Cano, 58 anni, da giugno arcivescovo di Madrid in Spagna;

Protase Rugambwa, 63 anni, dallo scorso aprile arcivescovo coadiutore di Tabora in Tanzania, dopo essere stato dal 2012 segretario aggiunto e dal 2017 segretario di Propaganda Fide;

Sebastian Francis, 72 anni a novembre, dal 2012 vescovo di Penang in Malesia;

Stephen Chow Sau-Yan, 64 anni, gesuita, dal 2021 vescovo di Hong Kong in Cina;

François-Xavier Bustillo, 55 anni a novembre, frate francescano conventuale, originario di Pamplona in Spagna, dal 2021 vescovo di Ajaccio in Corsica, autore del volume “Testimoni, non funzionari”, più volte citato ed elogiato dal Papa;

Américo Manuel Alves Aguiar, 50 anni a dicembre, dal 2019 vescovo ausiliare di Lisbona in Portogallo, presidente della Fondazione Gmg di Lisbona;

don Ángel Fernandez Artime, 63 anni, spagnolo, dal 2013 Rettor Maggiore dei Salesiani.

Questi invece i tre futuri cardinali ultraottantenni e quindi senza diritto di voto:

Agostino Marchetto, 83 anni, nunzio apostolico, storico del Concilio Vaticano II;

Diego Rafael Padron Sanchez, 84 anni, arcivescovo emerito di Cumaná in Venezuela;

padre Luis Pascual Dri, 96 anni, frate cappuccino, confessore nel Santuario di Nostra Signora di Pompei, Buenos Aires (Argentina).

La nomina che fa discutere di più è quella dell’argentino Víctor Manuel Fernandez, già oggetto di forti critiche nei giorni scorsi dopo che il papa lo aveva nominato Prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede. Il suo essere progressista, ma soprattutto l’aver espresso in passato posizioni critiche circa un’ossessiva ricerca della disciplina a scapito della misericordia, lo hanno reso agli occhi di molti poco adatto a guidare un Dicastero chiamato proprio a vigilare sul rispetto e sulla corretta interpretazione e attuazione della dottrina.

Per altro Fernandez ha contribuito alla redazione dell’esortazione apostolica Evangelii gaudium, dell’enciclica Laudato si’ e dell’Amoris laetitia di cui ha curato soprattutto il capitolo ottavo sull’accompagnamento e il discernimento delle coppie divorziate risposate.

Il neo cardinale è stato spesso attaccato dai tradizionalisti proprio per aver sostenuto un approccio meno rigido nei confronti dei divorziati risposati e del mondo Lgbt e aver spinto il papa verso posizioni aperturiste. E a far discutere di più, è stata la lettera di nomina nella quale Bergoglio suggerisce, proprio da parte dell’ex Sant’Uffizio, un approccio meno rigido in campo dottrinale. “Il Dicastero che lei presiederà – si legge infatti nella lettera di nomina– in altri tempi è arrivato a usare metodi immorali. Erano tempi in cui, anziché promuovere la conoscenza teologica, si perseguivano possibili errori dottrinali. Quello che mi aspetto da lei è certamente qualcosa di molto diverso”.

Inutile sottolineare come da parte dei conservatori tutto ciò sia stato letto come un tentativo del papa di riformare il Dicastero preposto alla difesa della dottrina in vista di nuove aperture della Chiesa al mondo, come richiesto dai sinodi delle conferenze episcopali più progressiste.

Infine ha fatto molto discutere un libro dello stesso Fernandez intitolato Sáname con tu boca. El arte de besar, un vero e proprio elogio al bacio e all’arte di baciare. Il neo porporato si è sempre difeso sostenendo che si trattava di un testo catechistico, ma tanti suoi detrattori lo hanno quasi accusato di blasfemia.

Come riporta Avvenire “dopo il concistoro fissato per sabato 30 settembre i cardinali saranno, sic rebus stantibus, 243, di cui (non computando tra loro Angelo Becciu) 137 elettori, che scenderanno a 136 il giorno successivo perché il 1° ottobre compie 80 anni il porporato Patrick D’Rozario del Bangladesh. Una cifra record, che supera i 135 cardinali elettori che si registrarono dopo lo storico concistoro di Giovanni Paolo II del febbraio 2001. Gli elettori scenderanno a 132 a fine anno, e per rientrare sotto il tetto canonico di 120 – stabilito da Paolo VI ma più volte superato dai suoi successori – bisognerà aspettare la fine del 2024, anno in cui 13 cardinali raggiungeranno gli 80 anni”.

Resta anche stavolta a bocca asciutta l’arcivescovo di Milano Mario Delpini che a quanto pare ha pagato cara la levata di scudi in occasione del precedente concistoro quando, seppur con tutta la diplomazia del caso, non mancò di manifestare il proprio disappunto per l’esclusione; fatto questo che a leggere le cronache avrebbe molto infastidito Papa Francesco. Un’omelia del pontefice sull’umiltà a pochi giorni dall’incidente diplomatico, sembrò indirizzata proprio a Delpini. Niente da fare nemmeno per il patriarca di Venezia Francesco Moraglia e per le altre arcidiocesi italiane tradizionalmente sedi cardinalizie. 

Come sempre Avvenire riporta “le nuove porpore riguarderanno in buona parte l’Europa (8), quindi l’Africa (3), Asia (3), America latina (3) e Nordamerica (1). Computando il patriarca di Gerusalemme Pizzaballa in quota asiatica, ci sarà solo Gugerotti a “rimpolpare” molto parzialmente la sempre più esigua presenza di italiani nel Collegio degli elettori: saranno 14 su 137 il 30 settembre e 13 su 119 a fine 2024. Erano 26 e 25 su 111 nei due conclavi del 1978, 20 su 115 in quello del 2005 e ben 28 su 115 in quello del 2013. Complessivamente dopo il 20 settembre l’Europa avrà 52 porporati elettori su 137, 24 l’America latina, 24 l’Asia, 19 l’Africa, 15 il Nordamerica, 3 l’Oceania. A fine 2024 su 119 l’Europa sarà a quota 49, l’Asia a 20, l’America latina a 19, l’Africa a 15, il Nordamerica a 13, l’Oceania a 3.

Gli analisti sostengono che Bergoglio continui nell’opera di blindatura del sacro collegio con l’obiettivo di assicurarsi un successore che porti avanti il suo lavoro e che sia in piena sintonia con lui. Ma c’è chi fa notare come l’assise cardinalizia sia in realtà così tanto assortita da rendere molto difficile un’uniformità nel momento in cui si dovrà scegliere il nuovo papa. Molti dei cardinali pare nemmeno si conoscano fra di loro, fatto questo che renderebbe molto complicato ipotizzare cordate o alleanze. E’ tuttavia evidente come Francesco continui a procedere con la sua idea di Chiesa in uscita e universale, contribuendo a smontare pezzo dopo pezzo l’identità occidentale, con gli europei sempre più ridimensionati. Del resto dal primo papa non europeo, non ci si poteva aspettare nulla di diverso.

Fonte:

Di BasNews

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