La variante per i tumori dell’intestino non resecabili sarà pubblicata sul numero di febbraio dell’European Journal of Surgical Oncology
L’Irccs Centro di Riferimento Oncologico della Basilicata ha presentato un caso chirurgico inedito al 43esimo congresso della Società Europea di Chirurgia Oncologica che si è tenuto ad Anversa in Belgio. Si tratta di una variante ad una tecnica nota. Il direttore dell’unità operativa di chirurgia addominale e mininvasiva dell’Istituto, Alessio Vagliasindi, ha illustrato la modalità ideata e messa in pratica per la prima volta al Crob su un paziente affetto da un tumore dell’intestino non resecabile. Il caso in questione presentava delle particolarità. Il paziente aveva una grande massa tumorale che ostruiva completamente il duodeno, inglobandolo. Come conseguenza, lo stomaco era pieno di sei chili di bile. La difficoltà consisteva nel trovare una tecnica chirurgica che si adattasse al caso particolare consentendo al paziente di riprendere le proprie funzioni limitando allo stesso tempo il passaggio della bile nello stomaco, una situazione clinica estremamente invalidante.
“La tecnica derivativa di Devine – Oida comunemente utilizzata nei casi di tumore gastrico occludente e non resecabile, avrebbe consentito il passaggio del cibo dallo stomaco all’intestino tenue, ma non avrebbe risolto il problema del severo reflusso biliare duodeno-gastrico – spiega Vagliasindi che prosegue – Così ho realizzato una variante che oltre a permettere la ripresa di una regolare alimentazione ha limitato in maniera importante il reflusso duodeno-gastrico”.
La variante effettuata al Crob ha permesso di collegare i due segmenti gastrici, presenti nella tecnica chirurgica tradizionale, con due differenti segmenti dell’intestino tenue anziché con uno solo, entrambi collegati poi a 50 centimetri dallo stomaco.
La variante alla tecnica di Devine – Oida non è ancora codificata in letteratura, è stata accolta con grande entusiasmo e curiosità dalla comunità scientifica mondiale presente al congresso europeo e sarà pubblicata sul prossimo numero dell’European Journal of Surgical Oncology come supplemento all’edizione di febbraio 2025.
Il paziente ad un mese e mezzo dall’intervento aveva ripreso totalmente la sua alimentazione tradizionale seppur in quantità ridotta.
Il complesso intervento è stato il frutto di un lavoro multidisciplinare di una squadra composta anche dalla endoscopia digestiva con il responsabile Mario Ciuffi, dall’oncologia medica diretta da Alfredo Tartarone, dall’anestesia e rianimazione diretta da Pasqualina Modano e dal personale infermieristico della degenza chirurgica coordinato dall’infermiera Carmela Cristiano e dal personale infermieristico della sala operatoria coordinato dall’infermiera Adalgisa Di Paolo.
“Siamo orgogliosi dell’importante risultato raggiunto – commenta il direttore generale Massimo De Fino che aggiunge – l’innovazione chirurgica dell’Irccs Crob sta raggiungendo traguardi sempre più ampi grazie alla competenza e alla professionalità dei nostri medici e al lavoro di squadra di tutta l’equipe. Il punto di riferimento che orienta il nostro agire è la cura, la presa in carico a 360 gradi e il benessere del paziente oncologico”.