“Il lavoro condotto negli anni da Sogin e Ispra, con riguardo alla idoneità delle aree identificate in Basilicata, è risultato datato, poco credibile e soprattutto non recepisce gli strumenti di pianificazione e di programmazione adottati dalla Regione Basilicata negli ultimi anni”. Lo ha detto il presidente della Regione Basilicata Vito Bardi, illustrando ai giornalisti, in una videoconferenza che si è svolta oggi, il Documento Unico delle Osservazioni Tecnico – Scientifiche (DOTS) alla “Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee per la localizzazione del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi”, con il quale la Giunta regionale ha espresso “la totale unanime contrarietà alla proposta di localizzazione, costruzione ed esercizio del Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi e Parco Tecnologico ex D.lgs. n. 31/2010 redatta dalla Sogin nei 16 siti individuati e ricadenti nel territorio regionale”.
“Dal punto di vista politico – ha detto l’assessore all’Ambiente Gianni Rosa – con questo documento la Basilicata si presenta con un un’unica voce, dimostrando con osservazioni puntuali che la Basilicata non è il luogo idoneo per la localizzazione di questo sito. La Sogin ha guardato con informazioni datate ad una Basilicata che non c’è più, con le nostre osservazioni abbiamo invece fotografato la Basilicata di oggi e questo è l’elemento di forza. Sono convinto che una lettura attenta delle nostre osservazioni dovrebbe portare ad una esclusione delle aree lucane dalla Cnapi, noi comunque attendiamo con serenità e siamo pronti a partecipare alla prossima fase della consultazione pubblica”.
Bardi ha ringraziato le Province, i Comuni interessati, l’Anci, la comunità scientifica regionale (UNIBAS, CNR, CGIAM, ARPAB), i corpi sociali e professionali e le Associazioni di settore, sottolineando che il Documento “è il frutto di un importante lavoro di condivisione e di partecipazione che costituisce l’espressione di tutti i cittadini lucani”. Ha inoltre ringraziato i funzionari della Regione che hanno elaborato il documento, evidenziando in particolare “il difficile lavoro di coordinamento svolto della Direzione Generale del Dipartimento Ambiente e Energia con il prezioso supporto di FARBAS per la redazione di questo corposo documento che è stato portato a termine nei tempi e nelle modalità previste dalla procedura senza tenere conto della proroga assegnata negli ultimi giorni”. Rosa ha sottolineato inoltre che tanti professionisti coinvolti nei gruppi di lavoro della Regione “hanno messo a disposizione su base volontaria le proprie conoscenze per una Basilicata che si presenta unita”.
Le osservazioni presentate dalla Regione Basilicata “non rappresentano un diniego immotivato ed egoistico nei confronti delle esigenze del Paese – ha ribadito ancora Bardi -, né una sterile contrapposizione istituzionale tra Stato e Regione, ma sono il frutto di accurate riflessioni, valutazioni e determinazioni tecnico-scientifiche. Del resto, bisogna tener presente che la Basilicata ha già dato. È sufficiente ricordare il contributo che diamo a livello di approvvigionamento di petrolio, con il più grande giacimento on shore d’Europa e con l’impianto ITREC di Rotondella. Senza trascurare che siamo ancora fortemente penalizzati nell’accessibilità infrastrutturale: siamo la regione con minori chilometri di autostrada in Italia e con una rete ferroviaria marginale ed inadeguata. La Basilicata è ricca di risorse naturali: stiamo parlando dell’oro blu di cui siamo i maggiori esportatori verso altre regioni con oltre il 70% di produzione idrica. La nostra regione ospita il Parco nazionale più grande d’Italia e custodisce parte del patrimonio mondiale UNESCO con Matera. Per non dimenticare che i siti del Deposito Nazionale individuati si collocano all’interno delle aree agricole più importanti della Basilicata. I paesaggi rurali interessati, così come definiti dal Piano Paesaggistico in corso di avanzata formazione, sono quelli dei Terrazzi e della Pianura costiera; i terrazzi del Bradano; l’altopiano della Murgia materana. ll Piano paesaggistico regionale che la Basilicata considera l’integrità di questi paesaggi rurali come il bene primario per lo sviluppo sostenibile dell’economia e il futuro produttivo della regione, basato sull’integrazione dell’agricoltura multifunzionale di qualità, con la bellezza e l’attrattività turistica dei paesaggi”.
Ad illustrare i contenuti del documento è stato il dirigente generale del Dipartimento Ambiente, Giuseppe Galante, il quale ha evidenziato in particolare che l’insieme delle informazioni riportate nella documentazione resa disponibile dalla Sogin ai fini della consultazione pubblica, “risulta non aggiornata rispetto agli strumenti di pianificazione, di programmazione, agli atti approvati ed adottati dalla Regione Basilicata negli ambiti specifici del paesaggio, infrastrutture, rete ecologica, sviluppo rurale, agricoltura, energia, gestione delle risorse naturali, infrastrutture strategiche e dei servizi, in una visione di ‘soggettualità territoriale’ e pianificazione strategica integrata”. L’analisi condotta ha inoltre evidenziato “forti elementi di criticità e di incompatibilità – ha aggiunto Galante – con la previsione di idoneità emersa nella fase di individuazione delle aree potenzialmente idonee ad ospitare il Deposito Nazionale ed il Parco Tecnologico”.