di Aldo Di Lello

Mestre, ore 20.00 di martedì 3 settembre, il disastro. Un pullman con 40 turisti a bordo procede sul cavalcavia. All’improvviso si muove con una «manovra eccessiva» (così riferiscono i testimoni), una «manovra strana» che non ha senso in quel tratto di strada. L’esito è «apocalittico», come dice il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro. Il mezzo va fuori strada, distrugge il guardrail e cade sulla sottostante ferrovia, prendendo fuoco. Il bilancio sarà di 21 morti.

Da ieri sera, la domanda è sempre la stessa: che cosa ha provocato quella manovra “eccessiva”? L’autista, Alberto Rizzotto, non può rispondere: è tra le vittime dell’incidente. Ma era esperto nel suo lavoro. Difficile, anzi estremamente improbabile, che abbia compiuto qualche operazione maldestra in quel punto del cavalcavia di Mestre.

Ecco dunque la prima ipotesi: un malore improvviso, tale da fargli perdere il controllo del mezzo e andare a sbattere sul guardrail. Al momento rimane la spiegazione più probabile. E si tratta dell’ipotesi che tutti hanno subito formulato.

Come seconda ipotesi, collegata in qualche modo alla prima, c’è la possibilità di un colpo di sonno. Ma è ritenuta meno probabile, perché alle 20.00 di sera è difficile che accadano certi inconvenienti. E poi perché Rizzotto era arrivato a Mestre dopo appena due ore di lavoro.

Ma c’è anche una terza ipotesi: il bus ha preso fuoco mentre era ancora sul cavalcavia. Ci sarebbero alcuni testimoni che hanno visto fiamme sul pullman quando questo era ancora sulla rampa di salita. Il conducente non si sarebbe potuto fermare perché il mezzo «era stretto tra altre macchine in coda». Di qui la manovra “strana” e la perdita di controllo del bus. Non ci sono però conferme di altri testimoni a questa ipotesi. Sembra in ogni caso che il mezzo fosse di recente costruzione. È difficile quindi ipotizzare un guasto tale da causare fiamme nel motore, anche se, ovviamente, non va mai escluso apriori il difetto di fabbricazione. Per completezza d’informazione, riferiamo che il pullman apparteneva alla società “La Linea”, che collega il camping “Hu Venezia” di Marghera con la città lagunare.

Qualsiasi evento possa aver causato il disastro di Mestre, un fatto è però certo: in quel punto il guardrail è del tutto fatiscente. «Sembra una ringhiera», ha detto l’ad de “La Linea”, Massimo Fiorese. Non sarà stata la causa prima dell’incidente, però avrà sicuramente contribuito alla sua dinamica. E questo ci riporta al cattivo stato, in generale, delle infrastrutture viarie in Italia. Ma questo è un altro discorso, che conosciamo bene. Purtroppo.

Fonte:

Di BasNews

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