“Stiamo ancora aspettando la promessa discontinuità col passato a Matera città. La rigenerazione urbana sembra un impegno già dimenticato. Quale sarà il destino del Cine Teatro Duni, per il cui acquisto sono stati spesi 2.5 milioni di euro di soldi pubblici, oppure che ne sarà dell’Area Barilla più volte menzionata durante la campagna elettorale? Seguiranno quanto non è accaduto per l’area del Parco della Murgia materana?
Attendiamo di saperlo e, intanto, abbiamo assistito alla demolizione dell’ex centrale del latte di Serra Venerdi, luogo simbolo della nostra storia della città di Matera e primo esempio di lavorazione e trasformazione collettiva del latte dei nostri allevatori, nel disappunto della comunità non interpellata, né informata. Sorgerà in quella sede la nuova sede dell’Istituto Comprensivo “Torraca”? L’amministrazione ha fatto una concreta valutazione dell’area già di suo molto trafficata e congestionata, rispetto all’afflusso delle famiglie e del personale in entrata e in uscita, anche rispetto al nuovo progetto della scuola stessa?”
Lo rende noto il movimento civico Matera2029.
“L’ex Centrale del Latte non era a nostro avviso un relitto o rudere fatiscente da eliminare, bensì da recuperare e restaurare, bonificando l’area e magari ridandole vita, con la conformità progettuale che rappresentava quel luogo per noi materani. Era una opera di architettura moderna di valore, progettata dall’architetto-urbanista Luigi Piccinato, progettista dello stesso Rione Serra Venerdì, nonché autore del Piano Regolatore Generale della città di Matera, esempio notevole di architettura nel panorama culturale italiano ed europeo.
Purtroppo a Matera appare sempre più semplice demolire e non preservare, abbattere anziché salvaguardare, cancellare per sempre invece che custodire. Pensiamo ai mulini di cui non esiste più alcuna traccia e al “parco delle cave”: da tempo si cerca inutilmente di vederle valorizzate come meritano. Quando la politica non ha visione succede anche questo, si giustifica la perdita di memoria con il bisogno di cementificare, senza un senso, cancellando per sempre i segni della nostra identità.
Non si poteva pensare di fare della Centrale del Latte un centro socio-culturale per giovani, sale studio pubbliche, accessibili, funzionanti per gli studenti e le studentesse materane, con una progettazione adeguata, una connessione a banda larga, una dotazione di computer e tablet ma anche di libri e riviste specializzate, spazi oltre che una riflessione più lungimirante sui costi di gestione anche per il futuro, considerando anche un minimo di personale da assumere e utilizzare allo scopo?
Sperimentare e far vivere un luogo della cultura, insomma, che si trova a poca distanza dal Liceo Classico, dal Liceo Scientifico e dall’Istituto Commerciale oltre che dal Palasassi, dalla piscina comunale, dal Campo Scuola di Atletica Leggera, dal Circolo Tennis, dal Parco Macamarda e tante altre aree verdi, senza dimenticare la vicinanza con la stazione centrale e il parcheggio di Via Saragat. Un luogo ideale per i giovani materani e per i tanti pendolari che restano a Matera anche il pomeriggio per impegni scolastici, universitari, di Conservatorio o per allenamenti sportivi.
Giovani materani e non solo con cui, come Matera2029, abbiamo fatto diversi incontri e di cui ci facciamo portavoce rispetto a esigenze concrete per vivere al meglio la città, fra cui quella di poter avere un contenitore culturale pubblico, aperto, accessibile dove anche confrontarsi, studiare, incontrarsi, organizzare, leggere o fruire di materiali audiovideo o digitali, magari suonare, ritrovando quella dimensione sociale che aiuta a coltivare i talenti e gli interessi più variegati.
Ci siamo dati un compito e continueremo a profondere il nostro impegno; continueremo a chiedere all’amministrazione comunale di osare e di dimostrare di essere anche un po’ visionaria, di ascoltare le reali esigenze dei cittadini e delle cittadine rispetto alle politiche giovanili, culturali e dello sport. Per ora nulla di nuovo sembra emergere dall’attuale amministrazione Bennardi, dalla quale ci aspettiamo molto di più dell’enfasi sulla ruota panoramica di Natale.”