Matera Panoramiche Esterni

di Riccardo Sciarra

Nel 2018 fece sorridere quella che fu considerata una gaffe dell’allora Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio, il quale, durante una visita a Bari, chiese al Governatore della Regione Puglia Emiliano: «e con Matera cosa state facendo?».

Tuttavia, ciò che era stata rapidamente bollata come una presunta svista geografica, subito smentita dal Ministro, a distanza di quasi sei anni, si è rivelata una possibile anticipazione profetica.

La città di Matera, infatti, sta valutando l’ipotesi di indire un referendum per uscire dalla regione Basilicata ed unirsi alla Puglia.

Le ragioni alla base di questa iniziativa sembrano riconducibili ad un diffuso malcontento legato al percepito “strapotere di Potenza”.

Sorge dunque spontanea una domanda: una tale modifica territoriale è contemplata dalla nostra Costituzione?

Nel Titolo V della Carta Costituzionale, vale a dire nella sezione relativa a “Le Regioni, Le Province, I Comuni”, all’articolo 132, comma 2, si legge: “Si può, con l’approvazione della maggioranza delle popolazioni della provincia o delle province interessate e del comune o dei comuni interessati espressa mediante referendum e con legge della Repubblica, sentiti i consigli regionali, consentire che Province e Comuni, che ne facciano richiesta, siano staccati da una regione ed aggregati ad un’altra.

La risposta sembra pertanto essere affermativa: un precedente significativo si è verificato nel 2017, quando il Comune di Sappada, seguendo questa procedura, lasciò il Veneto per aggregarsi al Friuli Venezia Giulia.

Attualmente, l’iter è ancora in fase iniziale. Una proposta di referendum è stata presentata alla segreteria del Comune di Matera: il Consiglio comunale avrà ora 15 giorni per pronunciarsi sulla questione, stabilendo se il quesito referendario sia ammissibile. Successivamente, entro ulteriori 15 giorni, i promotori verranno informati e potranno avviare la raccolta delle firme, che dovrà concludersi entro 60 giorni. Nei successivi 30 giorni, la segreteria comunale procederà alla verifica delle firme.

Infine, entro 120 giorni, dovrà essere indetto il referendum popolare.

Il percorso risulta dunque lungo e complesso, ma il vento del cambiamento sembra soffiare con forza su Matera, che appare pronta a scrivere un nuovo capitolo della sua storia.

fonte:

https://www.lospecialegiornale.it/2024/10/12/matera-in-puglia-la-gaffe-di-di-maio-diventa-profezia

Di BasNews

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